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Il Maestro Gesù, il Cristo Gesù e il Cristo VI

Frate  Angelico -Annunciazione dell’Angelo a Maria

«Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.  Ecco concepirai un figlio … e lo chiamerai Gesù.  Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo” Allora Maria disse all’angelo: “Com’è possibile? Non conosco uomo”.  Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio”» (Lc 1,30-35).

6. Il Cristo Gesù V

Come abbiamo visto dopo questa lunga digressione sul Cristo Gesù abbiamo potuto in parte farci un’opinione diversa da come a tutta prima viene presentato dagli evangelisti che ci presentano due versioni genealogiche diverse di Gesù di Nazareth. Abbiamo potuto apprendere dalla Scienza dello Spirito che dietro questa figura enigmatica umana-divina è nascosto velatamente il mistero dell’incarnazione del Cristo in un singolo esemplare umano molto particolare, cui è stato preparato fin dall’epoca abramitica dai misteri sacerdotali ebraici e dalla corrente essena creata un secolo prima della venuta del Cristo, dal maestro degli esseni Gesù di Pandira (120 – 90 circa a.C.). Il Maestro degli esseni aveva potuto formarla grazie alla sua fuga ad Alessandria d’Egitto col suo maestro dell’ordine dei farisei Rabbi Josua ben Perachia, i quali erano  perseguitati dall’ordine dei Sadducei e da altre comunità misteriosofiche giudaiche. Là, Jeshu ben Pandira dopo la dipartita del suo maestro per Gerusalemme, Emil Bock20 nel suo libro “Cesari e Apostoli” scrive: «Jeshu ben Pandira rimase ancora parecchio tempo in Egitto; e fu allora che, fra le molteplici correnti dell’intensa vita ellenistica, egli venne a contatto con le cerchie dei Terapeuti e degli Esseni, per divenire poi il grande riformatore e lo spirituale realizzatore degli intenti di queste comunità messianiche.  Il Talmud non contiene che accenni sparsi e indiretti all’attività spirituale di vasta portata che Jeshu ben Pandira esplicò in Egitto e, dopo il suo ritorno, anche in Palestina. Che si trattasse di una costruzione spirituale solidamente fondata e chiaramente ordinata, risulta dall’informazione che ebbe cinque discepoli: Mattai, Naki, Nezer, Buni e Toda» (ibidem pag. 195-196).  Emil Bock continua dicendo: “… poco dopo il suo ritorno dall’Egitto venne ferocemente odiato e osteggiato dai Farisei che erano contrari a questi impulsi spirituali di queste correnti egizie che operavano attraverso oscure arti magiche contrari alla legge di Jahvè. Ciò faceva di lui un apostata e un falso maestro cercando  con l’astuzia, un pretesto per condannarlo a morte alla vigilia della festa di Pasqua, dove prima lo lapidarono e poi dopo lo appesero alla croce nella località di Lidda, una città del distretto di Israele presso la costa del mediterraneo” (Ibidem).

La stessa cosa avvenne per i cinque discepoli che seguirono la sorte del Maestro esseno, i quali furono uccisi per le loro idee religiose che contrastavano il potere sacerdotale ebraico, di cui uno di essi Mattai, ebbe un discepolo di nome Matteo che diventerà poco dopo discepolo del Cristo, e che dopo i fatti del Golgotha, scrisse il “vangelo di Matteo” secondo la conoscenza essena. Un secondo discepolo di nome Nezer, ebbe il compito di formare la comunità essena di Nazareth dalla quale verrà poi dopo preparato il “Messia”, ossia Gesù di Nazareth, il “portatore” della coscienza dell’Io del Cristo. Rudolf Steiner al riguardo ci rivela che nessun uomo per quanto elevato esso sia, sarebbe in grado di sopportare in sé la coscienza divina del Cristo. Pertanto, qui va inteso che Gesù di Nazareth attraverso la morte e resurrezione nel terzo giorno di Pasqua, fu in grado di accogliere in sé una parte della coscienza dell’Io del Cristo, di conseguenza egli divenne durante i secoli dell’impulso della corrente cristiana, il Cristo Gesù; per cui non va assolutamente confuso, né col Maestro Gesù (Zarathustra), né tantomeno con il Cristo, l’Altissimo Dio solare, il secondo aspetto della Divinità Trina,  il cui nome è l’Io Sono l’Io Sono. Come possiamo vedere la corrente essena ebbe una grande rilevanza per tutta la preparazione dei due bambini Gesù, alfine potessero di nuovo unirsi le due correnti menzionate, in un nuovo impulso messianico proveniente dall’ebraismo antico. Queste due correnti messianiche provengono da un’unica origine spirituale molto antica cui è menzionato nella Bibbia del vecchio Testamento, laddove si parla di Melchisedec re di Gerusalemme e sacerdote del Dio Altissimo Ēl Elyōn.21 Il quale incontra Abramo da cui riceve un decimo del bottino di guerra conquistato nella valle dei re e che inizia Abramo nei misteri del corpo fisico e del corpo eterico, dove nel capitolo 14 della Genesi, è detto che Melchisedec offre ad Abramo “pane e vino” (Gen14,18). Dal re-sacerdote di Gerusalemme, le due correnti spirituali presero vie diverse per ricongiungersi di nuovo circa mille anni dopo nel re-sacerdote Davide, dal quale furono di nuovo separate attraverso i suoi due figli Salomone e Nathan, per riunirsi infine di nuovo, circa mille anni dopo tramite i due bambini Gesù. Senza la riunione di queste due correnti messianiche, non sarebbe stato possibile al Cristo incarnarsi in un uomo comune, senza averlo immediatamente bruciato e polverizzato. Ciò che successe durante i tre anni cui abitò nel corpo fisico di Gesù di Nazareth, laddove nonostante che in quel corpo abitasse uno dei più alti iniziati terrestri, alla fine, nel giardino dei Getsemani ebbe bisogno dell’aiuto dell’Arcangelo Widar, l’Angelo guida liberato dal Buddha Gotama, alfine ripristinasse le forze del corpo eterico ormai consunte dal fuoco divino. Per sopportare il fuoco divino creatore occorreva un uomo particolare, un esemplare umano che avesse in sé la massima conoscenza dell’esperienza terrena, e la massima purezza dell’originario archetipo umano creato da Yahve-Elohim.

Per questo fu necessario preparare attraverso i misteri iniziatici ebraici, la nascita particolare di due bambini Gesù, che però avessero in comune la stessa discendenza messianica davidica. Per cui in uno di essi che proveniva dalla corrente regale salomonica s’incarnò l’uomo più evoluto della Terra che come sappiamo è Zarathustra, cui dopo gli eventi di Palestina divenne il Maestro Gesù. Nell’altro bambino, la cui discendenza proveniva dalla corrente sacerdotale natanica, s’incarnò invece un essere celeste, cui sappiamo che è l’entità sovrumana che era stata trattenuta indietro dagli Dei, ossia il puro archetipo spirituale umano separatosi dalla cellula madre del primo Adamo ancor prima che questi fosse oscurato dalle forze luciferiche e che nella conoscenza antroposofica, chiamiamo anima natanica o adamitica. Quest’anima era costituita della più pura sostanza spirituale, sia astrale e sia eterica, cui Rudolf Steiner la definisce a volte simile a un Angelo, e a volte simile a un Arcangelo, laddove in alcune conferenze è menzionato come già accennato, i suoi cinque sacrifici (vedi più avanti) in favore dell’umanità. Inoltre, era costituita da un puro Io umano che però come dire, era una sfera vuota, giacché non si era mai legato al fuoco terrestre nel ciclo delle incarnazioni terrene umane; per cui non aveva ancora nessuna esperienza terrena ma soltanto delle esperienze spirituali acquisite sul piano eterico durante la sua partecipazione nei luoghi di culto dei misteri antichi dei diversi popoli della Terra. Oggi egli non opera più nei luoghi di culto o dei misteri iniziatici di un singolo popolo ma, opera come nuovo archetipo spirituale di tutta l’umanità per cui dopo il quinto sacrificio compiuto nel XIX secolo come menzionato, avvolge il Cristo con il suo corpo astrale luminoso, mentre l’Arcangelo Widar avvolge il Cristo col corpo eterico; per cui se ci siamo compenetrati dell’Impulso del Cristo (vedi la nota 16) possiamo incontrarlo nel mondo astrale adiacente alla Terra, nella Sua manifestazione di luce eterica.

Pertanto ricollegandoci ora al vangelo di Luca, può esserci maggiormente più chiaro, che il bambino menzionato nel suo vangelo, nasce realmente nel mese di dicembre, così come negli antichi tempi quando la procreazione era gestita dagli Dei, cui facevano si che le unioni tra i maschi e le femmine avvenissero durante il solstizio di primavera, cosicché tutti i bambini nascevano a dicembre. Il bambino Gesù del vangelo di Matteo, nasce invece come rivelatoci da Rudolf Steiner nella quinta conferenza del “Vangelo di Luca” diversi mesi prima da genitori nativi di Betlemme più adulti. I quali, sono anch’essi discendenti della linea davidica e i cui nomi sono simili alla coppia nativa di Nazareth, cioè Giuseppe e Maria che generano il loro figlio Gesù secondo l’intervento dello Spirito Santo, ossia come per l’altra Maria di Nazareth tramite l’aiuto dei sacerdoti del Tempio. Nella conferenza tenuta a Basilea il 19 settembre del 1909, Rudolf Steiner spiega: “Le nascite dei due bambini Gesù avvennero a pochi mesi di distanza l’una dall’altra. Ma tanto il Gesù del vangelo di Luca che Giovanni Battista, nacquero più tardi della cosiddetta strage degli innocenti, la qual cosa non poté colpirli” (Ibidem, pag.87). Stando a quel che qui rivela Rudolf Steiner, dobbiamo collocare la nascita del bambino Gesù salomonico che è nato in casa dai genitori di Betlemme, alcuni mesi prima della nascita sia di Gesù del vangelo di Luca e sia di Giovanni Battista che secondo il calendario ebraico nasce nel mese di “Sivan” (maggio-giugno); mentre Gesù di Nazareth stando a quel che scrive Luca nel suo vangelo, nasce sei mesi dopo, cioè secondo il calendario ebraico nel mese di “Kislev” (novembre-dicembre). Ma se cosi fosse, sia Giovanni Battista sia Gesù di Nazareth, non sarebbero sopravvissuti all’editto del re Erode il Grande che fece uccidere tutti i bambini nati a Betlemme e nei dintorni del suo dominio, al disotto dei due anni. Difatti, sappiamo dal vangelo di Luca che i genitori di Gesù di Nazareth dopo la purificazione di Maria, dovuta alla legge della prescrizione del codice mosaico, fecero ritorno 40 giorni dopo a Nazareth. Quindi dobbiamo collocare la nascita del Gesù salomonico, almeno due anni prima della nascita di Giovanni Battista e due anni e sei mesi prima di Gesù di Nazareth, giacché questi nasce secondo Luca, sei mesi dopo il Battista. Dobbiamo quindi fissare la nascita del Gesù salomonico (Zarathustra), circa tre anni prima quella di Gesù di Nazareth; ossia in concomitanza della Stella dei Magi che, forse si trattò di una stella cometa o, della congiunzione di Saturno e Giove avvenuta (secondo alcune fonti contrastanti) tra settembre e dicembre del 7 a.C.; difficile a dirsi, in quanto anche i vangeli di Luca e Matteo non danno la certezza che gli eventi accaduti furono reali, visto che nessun storico di allora ne fa cenno.  È un tema molto complesso cui riscontriamo degli errori che neanche Rudolf Steiner per quanto ne sappiamo, ha completamente svelato; forse egli non lo riteneva cosi importante come può sembrare a noi che vogliamo a tutti i costi delle risposte immediate, cui non sempre possiamo avere, ma, attendere che ci vengano date dai Maestri che possono leggerle dal mondo dell’akasha, quando è il momento giusto per conoscerle.  

 Il bambino Gesù natanico cui il Cristo aveva operato su di lui ancor prima della nascita, nasce dunque in un ostello di Betlemme da una giovane coppia di Nazareth chiamati Maria e Giuseppe discendenti della stirpe di Davide, dove s’incarna appunto per la prima volta, l’anima sorella di Adamo, l’essere celestiale dell’archetipo umano, colui che diventerà il portatore del Cristo, cioè il Cristo Gesù. Possiamo aggiungere che Egli è anche l’archetipo della fanciullezza, il figlio di Dio quale frammento del fuoco divino donato dagli Elohim solari e perfezionato dal Dio lunare Jehovah, cui festeggiamo a Natale al posto della nascita del Cristo, la cui ricorrenza era festeggiata il 6 gennaio dai primi cristiani fino al quarto secolo, come “Epifania del Signore”. La nascita del Cristo fu abolita a Roma da papa Liberio, nel 354 d.C. perché reputava fosse incomprensibile per il popolo romano, credere nella nascita mistica in cui l’Altissimo Dio solare potesse nascere in un uomo immergendolo nell’acqua del Giordano; era più semplice credere nella nascita del bambino divino Gesù, concepito da una vergine. Così venne festeggiato con l’andare del tempo sempre più il bambino divino Gesù, collocando la sua nascita il 25 dicembre al posto della festa del “Sole Invitto”, la festa pagana festeggiata dai romani in onore al ritorno della luce dopo il Solstizio d’inverno; mentre la festa della nascita del Cristo (Epifania) del 6 di gennaio, cominciò ad avere minor rilievo fino a sostituirla con l’epiteto di “Befana”. Cosicché l’umanità perse la nascita del Cristo cosmico come nascita battesimale, e accolse al suo posto la nascita virginale attraverso Maria del vangelo di Luca. Se abbiamo compreso ciò che ci rivela l’Antroposofia nei riguardi dei nuovi misteri cristiani, allora dovrebbe essere ovvio comprendere che festeggiare il “Natale” o preparare il “Presepe”, non dovrebbe offendere nessun pensiero né laico né religioso, in quanto che sono simboli universali che appartengono a tutta l’umanità. Essi ci additano a unirci con calore fraterno nel giorno del ricordo dell’archetipo della fanciullezza dell’umanità! L’archetipo di tutti gli uomini, l’anima Celeste adamitica che non subì la tentazione luciferica ma che grazie alla sua purezza, poté divenire l’unica coppa umana in grado di accogliere in sé il fuoco del Logos creatore per tre anni, attraverso l’immersione o Battesimo dell’acqua nel Giordano da parte di Giovanni il Battista. In tal modo il Cristo Gesù divenne l’ultimo Adamo, quale nuovo archetipo umano, cui l’umanità realizzerà nell’ultimo stato di coscienza che abbiamo chiamato “Vulcano”,

 Tramite le diverse conferenze cristologiche tenute da Rudolf Steiner negli anni in cui il Bodhisattva era incorporato in lui, sappiamo che quest’anima adamitica pur non essendosi mai incarnata sulla Terra, ha sempre accompagnato spiritualmente l’uomo nella sua evoluzione storica-spirituale manifestandosi come citato, tramite il corpo eterico nei santuari dei misteri antichi dei diversi popoli dove venne percepita come Krishna, la guida di Arjuna nel mito indiano e come Apollo, nella cultura dei miti greci. Già fin dall’Epoca Lemurica essa intervenne dal “mondo della ragione” (la regione delle stelle fisse), facendosi compenetrare dal Cristo nel corpo astrale per aiutare l’umanità sofferente dovuto al dolore che gli procurava il disordine dei dodici organi di  senso nel corpo fisico che andava allora formandosi. Un secondo intervento avvenne nell’Epoca Atlantica, dove dal “mondo Celeste” (la regione dei pianeti), l’anima natanica fu di nuovo compenetrata dal Cristo nel corpo eterico a causa del dolore provocato dal disordine degli organi vitali nel corpo eterico. Un terzo sacrificio che ella dovette affrontare, fu quando lei stessa dovette scendere nel mondo astrale inanimata dalla forza del Cristo, per ristabilire il disordine delle tre facoltà dell’uomo, cioè il pensare, il sentire e il volere nell’anima umana, a causa della separazione prima del Sole e poi della Terra e della Luna; per cui l’anima natanica sconfisse le forze luciferiche e arimaniche che avrebbero compromesso la giusta armonia nell’anima umana (Vedi O.O. 149). Il quarto sacrificio avvenne come sappiamo nell’ambito terrestre durante l’evento del Golgotha, dove il Cristo non solo salvò l’io terreno, ma anche il vero corpo fisico (Phantòma), il corpo eterico e l’astrale dell’uomo. Infine il quinto sacrificio cui abbiamo già accennato, fu a causa  della sfera oscura creatasi nel mondo astrale adiacente alla Terra dal materialismo arimanico provocato da anime umane che dal XVI secolo fino al XIX secolo, attraversarono le porte della morte con pensieri strettamente materiali cui l’archetipo dell’umanità rischiò la morte per soffocamento spirituale. Il Cristo intervenne assumendo in Sé la sfera nera arimanica, salvando cosi l’anima natanica dal soffocamento e dalla morte spirituale della coscienza dell’Io del Cristo che aveva assunto in sé durante la resurrezione dell’evento del Golgotha. Il Cristo come menzionato, risvegliò l’anima natanica nel Sé spirituale, divenendo in tal modo l’involucro astrale luminoso del Cristo nel mondo astrale adiacente alla Terra, dov’è possibile incontrarlo nella Sua manifestazione eterica, grazie alla collaborazione dell’Arcangelo Widar. Saranno ancora necessari in futuro altri due sacrifici dell’anima natanica alfine che l’umanità possa raggiungere la sua meta divina e unirsi al Vero io del Cristo. ( VI. continua)

Collegno,  dicembre  2021                                  Antonio  Coscia

Note   Antroposofiche

20     Emil Bock‎ (Nato il 19 maggio 1895 a ‎‎Barmen, ‎‎morto il 6 dicembre 1959 a ‎‎Stoccarda)‎‎ è stato ‎‎un antroposofo tedesco, ‎‎scrittore, teologo e uno dei fondatori di ‎‎The Christian Community. ~~ ‎Nel 1914 iniziò uno studio delle lingue ‎‎all’Università di Bonn.‎‎ Tuttavia, lo stesso anno si arruolò come volontario nella ‎‎prima guerra mondiale‎‎ e fu inviato al fronte nelle ‎‎Fiandre, ‎‎dove fu ferito. Nel 1916 incontrò per la prima volta il teologo ‎‎Friedrich Rittelmeyer‎‎ dal 1918 studiò teologia protestante a Berlino e si laureò nel 1921. Lo stesso anno è stato uno dei fondatori della Comunità cristiana in Svizzera. Bock divenne presto il leader del seminario della comunità cristiana e, dopo la morte di Friedrich Rittelmeyer, divenne il leader della comunità nel 1938. ‎Nel 1941, il regime nazista bandì la comunità cristiana a causa della sua presunta influenza “ebraica” e “massonica”, e Bock fu inviato al campo di concentramento di Welzheim lo stesso anno. Fu rilasciato dal campo di concentramento nel 1942, tuttavia, ma fu sotto sorveglianza per il resto della guerra. Dopo la guerra, Bock fu determinante nella ricostruzione della comunità.‎ (Da Wikipedia, l’enciclopedia libera).‎

21 Ēl Elyōn è una divinità poco conosciuta nel mondo antico testamentario, Egli viene nominato in diverse parti nell’antico Testamento ma senza mai quella chiarezza che possiamo comprendere a quale gerarchia divina spirituale appartenesse. Certamente possiamo pensare che fosse una divinità pre-jahvetica esistente prima della religione ebraica nei diversi popoli semiti, la cui origine risale secondo la Scienza antroposofica, alla formazione della quinta razza bianca di Atlantide.  Egli viene nominato nel capitolo 14,20 della Genesi, dove come menzionato, incontra Abramo al quale offre pane e vino (simboli del cristianesimo solare) in cambio di un decimo del suo bottino di guerra. In realtà in questo passo il cui significato è quello che possiamo intuire attraverso la Scienza antroposofica, è quello che Abramo quale patriarca e antico capostipite del popolo ebraico proveniente dalla corrente lunare dell’Eloah Jahvè, viene iniziato nella corrente solare del Dio Altissimo Ēl Elyōn o El-Eljon, dietro di cui si cela l’Altissimo Dio solare dell’Io Sono Io Sono, cioè il Cristo. Melchisedek è l’altissimo iniziato e discepolo del Cristo dei misteri solari dell’Oracolo del Sole di Atlantide dietro di cui si cela Noè, il Manu divino che dopo l’inabissamento del continente Atlantico, guida il popolo semita verso oriente da dove inizierà la nuova quinta Epoca Postatlantica con lo sviluppo di sette periodi di civiltà o di cultura, tra cui il popolo ebraico che farà parte dello sviluppo del terzo periodo egizio-caldaico. Per cui Abramo venne scelto e iniziato appunto dal Manu divino per la sua caratteristica peculiarità della ghiandola pineale come formatore del pensiero umano che quale capostipite possa formare attraverso i suoi discendenti, un popolo che prepari un corpo fisico e un corpo eterico adeguato alla venuta dell’Altissimo Dio solare, l’Io cosmico, che possa incarnarsi in uomo in modo da formare un archetipo umano per lo sviluppo della “coscienza dell’Io” in ogni uomo.  

Le gerarchie spirituali III

Alexandre Cabanel – (Lucifero)- L’angelo caduto

«Il mondo spirituale esiste: ma la facoltà di vedere in esso dobbiamo acquistarcela qui sulla Terra; altrimenti nel mondo spirituale saremo ciechi. Così la scienza dello spirito è la forza che solo in genere, dia la possibilità di penetrare coscientemente nel mondo spirituale, se il Cristo non fosse apparso sulla Terra, l’uomo sprofonderebbe nel mondo fisico e non potrebbe entrare nel mondo spirituale. Invece, grazie al Cristo, egli viene innalzato nel mondo spirituale diventando in esso cosciente … Ciò dipende dal fatto che egli sappia anche congiungersi con colui che il Cristo ha mandato, con lo Spirito; altrimenti dovrebbe restare incosciente» (Influssi luciferici, arimanici e asurici).  Rudolf Steiner

3. La redenzione di Lucifero e il nuovo Adamo

Ricapitolando brevemente, nell’articolo precedente abbiamo menzionato diverse categorie di spiriti luciferici i quali appartengono come abbiamo visto a diverse categorie delle entità gerarchiche superiori della prima e seconda gerarchia, fino a come vedremo più avanti, alle entità della terza gerarchia. Abbiamo iniziato a parlare di Lucifero, quale spirito guida del pianeta Venere che nell’antico stato di coscienza solare era uno spirito luminosissimo di splendida bellezza, quasi simile a quella del Cristo. Nell’antico periodo solare, che dobbiamo far risalire a circa tre “Eoni” antichi, il Sole non splendeva ancora come la stella fissa di oggi, ma era un semplice pianeta oscuro simile a tutti gli altri pianeti del nostro sistema solare. Il Cristo, signore del pianeta Sole, e Lucifero, signore del pianeta Venere, erano come due fratelli cosmici planetari. Questa affinità tra di loro derivava dal fatto che il Sole, Venere e gli altri pianeti del nostro universo fisico condividevano un piano evolutivo comune all’interno della sfera oscura dell’antico Sole. Tuttavia, a causa dell’immenso orgoglio di Lucifero, queste due figure luminose si divisero: il Cristo divenne il reggitore della stella centrale del nostro sistema planetario attuale, mentre Lucifero, divenne uno dei principali ostacolatori dalla metà dell’Epoca Lemurica fino alla metà della quinta Epoca Postatlantica, coincidente con l’Epoca dei Pesci (747 a. C.- 1413 d.C.).  Difatti, durante il primo terzo del quarto periodo di cultura greco-romano della nostra quinta Epoca Postatlantica, Lucifero venne redento dal Cristo sulla croce del Golgotha. Ciò avvenne durante la crocifissione del Cristo, nell’anno 33 d.C. per mano dei soldati romani, che eseguirono l’ordine voluto dal fanatismo religioso dei sadducei e farisei del Sinedrio ebraico, i quali condannarono a morte Gesù di Nazareth, reo di bestemmia per essersi dichiarato uguale a Dio (Gv 8,58). Furono i romani a dover eseguire la condanna, poiché allo stato religioso ebraico era vietato infliggere condanne a morte per evitare sommosse da parte della corrente degli zeloti, un gruppo politico-religioso giudaico, considerati dai Romani come terroristi e criminali comuni. La morte sulla croce di Gesù di Nazareth avvenne in mezzo ai due ladroni di nome Disma e Gesta o Gesmas, secondo il vangelo di Nicodemo, di cui uno di essi S. Disama, venne santificato dai primi cristiani.  Dietro questo fatto fisico venne a manifestarsi anche un fatto mistico-occulto, in cui il Cristo stesso è messo sulla croce cosmica-spirituale quale espiazione e redenzione dei peccati dell’umanità. Con Lui vengono giudicati e messi in croce anche Lucifero e Arimane (rappresentati dai due ladroni sul piano fisico) quali responsabili principali dell’abbassamento morale e del deperimento dei corpi animici che causano sofferenza e dolore nell’umanità. Sappiamo poi dal Vangelo di Luca che il ladrone alla destra del Cristo si pentì dei suoi misfatti e chiese al Cristo di ricordarsi di lui quando sarebbe entrato nel Suo regno (Luca 23,39-43). Mentre il ladrone di sinistra non solo non si pentì, ma si fece gioco del Cristo. Rudolf Steiner, ci rivela che il ladrone pentito di nome Disma, simboleggia sul piano cosmico spirituale Lucifero, il signore di Venere, la cui missione di ostacolatore era ormai giunta al termine. Per cui, il Cristo lo redime elevandolo e reintegrandolo alla dignità di Dio cosmico del Sole. Quel Sole che il Cristo, come reggitore e guida dei sei Elohim solari, lasciò per diventare lo Spirito della Terra e il Dio interiore dell’uomo. Cosicché Lucifero, da Dio nell’uomo (Dioniso), divenne con la redenzione del Cristo signore del Sole, mentre il Cristo da Dio del Sole, divenne lo Spirito della Terra. Inoltre, attraverso l’esperienza della morte in croce di Gesù di Nazareth, il Cristo creò un nuovo archetipo spirituale dopo la resurrezione avvenuta il terzo giorno della domenica di Pasqua.

Questo nuovo archetipo o nuovo Adamo, come è chiamato da San Paolo, permetterà a quelli che accoglieranno l’Impulso del Cristo scaturito dall’evento del Golgotha, di realizzare in sé non solo l’Io superiore, ma anche il vero nocciolo della natura divina umana superiore, ossia il vero Io3 dell’uomo. Ciò significa che, come l’umanità è discesa sulla Terra a causa di Lucifero (il quale oscurò il corpo astrale del nostro progenitore Adamo, quale archetipo umano proveniente dall’antico stato lunare e perfezionato da Jehovah durante l’Epoca Lemurica), così col nuovo Adamo, il nuovo archetipo umano generato e perfezionato dal Cristo, darà all’umanità la forza per risalire di nuovo verso il mondo spirituale, verso la patria originaria divina. Quest’archetipo umano può essere realizzato da ogni uomo che accolga in sé l’Impulso del Cristo, attraverso il quale può risvegliare in lui la “coscienza del Cristo”.4 Questa coscienza del Cristo, venne rinnovata e trasferita nel profondo dell’anima umana da un fatto cosmico-spirituale accaduto a questo archetipo umano superiore nel XIX secolo, nel mondo astrale adiacente alla Terra. Rudolf Steiner rivela che questo archetipo dell’uomo o il nuovo Adamo incarnatosi in Palestina come Gesù di Nazareth, non è altro che l’Anima Adamitica o Natanica menzionata nel Vangelo di Luca, ossia il figlio di Dio nato dalla vergine Maria tramite l’adombramento dello Spirito Santo così come avveniva nel “Mistero del Tempio”.5 È l’Anima celeste separata dagli Dei durante l’Epoca Lemurica dall’anima di Adamo, prima che questi fosse tentato da Lucifero, e tenuta in serbo nella fortezza solare protetta dall’Arcangelo Michele. Dopo che a Adamo durante l’Epoca Lemurica fu sottratto una parte del corpo astrale prima che fosse tentato da Lucifero, nella seguente Epoca Atlantica gli vennero sottratti anche due eteri cosmici dal corpo eterico, cioè l’etere del suono e l’etere di vita, prima che il corpo eterico divenisse del tutto preda delle forze arimaniche. Queste due forze plasmatrice eteriche rappresentano le forze con cui l’uomo può sviluppare arbitrariamente il suo pensiero, ciò che gli darebbe la possibilità di creare dei pensieri personali, dei propri pensieri cui l’umanità non sarebbe più in grado di comprendersi fra loro. Nel libro il Vangelo di Luca (O.O. 114), Rudolf Steiner mette in relazione questo aspetto spirituale con l’evento biblico della Genesi, spiegando il significato dei due alberi del paradiso, dove egli dice:

«… dopo che gli uomini per gli influssi luciferici ebbero acquistato il discernimento del bene e del male (ciò che si esprime in immagine col gustare dell’«albero della conoscenza»), venne vietato loro di gustare dell’«albero della vita» (Genesi 2,6-7; 3,1-4 e 3,22). Vale a dire venne tolto loro l’arbitrio di compenetrare l’«etere della vita», ossia di sviluppare arbitrariamente il pensiero. Perciò essi dovettero da allora in poi svilupparsi nel modo seguente: in balia di ogni uomo fu posto quello che corrisponde alla sua volontà e al suo sentimento … Mentre ogni uomo ha i suoi sentimenti e la sua volontà personale, non appena ascendiamo alla «sfera della parola e a quella del pensiero», ecco che entriamo in un elemento universale. Nessuno di noi può crearsi pensieri suoi propri; se i pensieri, infatti, fossero individuali quanto lo sono i sentimenti, gli uomini non potrebbero comprendersi fra loro.  Il pensiero espresso in parole [l’etere del suono], ed il senso del pensiero [l’etere di vita] vennero sottratti dall’arbitrio umano e tenuti provvisoriamente in serbo nella sfera degli Dei, per essere dati agli uomini solo più tardi» (ibidem, pag. 136-137). 

In breve, per meglio capire quest’aspetto, possiamo dire che in Adamo erano presenti delle forze spirituali provenienti dalle tre evoluzioni cosmiche di Saturno, Sole e Luna, le quali vengono separate, sì che queste forze, non possano più manifestarsi nei suoi discendenti. Queste forze vengono trattenute nel mondo spirituale e protette dall’Arcangelo Michele, fino a che l’uomo non diventi maturo per poterle riutilizzare di nuovo. Prima di caratterizzare gli altri esseri luciferici della seconda gerarchia, dobbiamo ancora aggiungere che l’entità di Lucifero redenta dal Cristo e che è stato caratterizzato come un Dio cosmico solare, ha anche assunto il compito di guida, quale messaggero dello Spirito Santo, nei riguardi dei dodici Maestri di saggezza e guida della «Loggia Bianca» ossia dei dodici Bodhisattva o «Maestri di saggezza e dell’armonia e dei sentimenti». Da una conferenza di Rudolf Steiner tenuta a Berlino dal titolo “Influssi luciferici, arimanici e asurici» estraiamo uno stralcio dove dice: «Se l’uomo riconosce il Cristo, se veramente accoglie in sé tutta la saggezza necessaria per comprendere che cosa il Cristo sia, allora grazie alla conoscenza del Cristo egli redime se stesso e insieme redime le entità luciferiche … Queste entità, che hanno donato all’uomo la libertà, ora gli offrono anche la possibilità di usare questa libertà in modo libero, per comprendere il Cristo. Così gli spiriti luciferici vengono purificati e purgati nel fuoco del cristianesimo; e quanto di male dagli spiriti luciferici è stato arrecato alla Terra, ora viene trasformato da maleficio in beneficio … Che l’uomo sia in grado di fare ciò che egli possa riconoscere il Cristo, che Lucifero risorga in nuova figura e possa ricongiungersi, quale Spirito Santo, col Cristo, questo lo disse il Cristo sesso, ancora come una profezia, a coloro che gli stavano attorno: voi potete essere illuminati dallo Spirito nuovo, dallo Spirito Santo (Gv 14,26) … La Pentecoste fa parte spiritualmente della Pasqua, non è da separarsi dalla Pasqua. Lo Spirito Santo non è altro che lo spirito luciferico risuscitato ed ora assurto a più pura e maggior gloria, lo spirito della conoscenza autonoma, della conoscenza piena di saggezza … Il Cristo è preceduto dalla fiaccola di Lucifero risuscitato e convertito al bene; Lucifero porta il Cristo stesso. Egli è il portatore della luce, il Cristo è la luce! … Appunto questo ha da essere il movimento scientifico spirituale, appunto questo è da intendersi come movimento scientifico spirituale – [ossia, la scienza dello spirito a orientamento antroposofico] (Berlino, 22 marzo 1909).

Naturalmente, qui Lucifero, non va confuso con l’Altissima Entità divina appartenente alla regione del “Padre” esistente oltre lo Zodiaco. Lucifero, è un essere spirituale divino redento dal Cristo, e reintegrato come un Dio cosmico solare appartenente alla seconda gerarchia o Kyriotetes o Spiriti della Saggezza, il quale è legato alla corrente superiore trinitaria del vero “Spirito Santo”, ovvero la terza “Persona” della Trinità Divina.  L’antroposofo Sergei O. Prokofieff 6, nel suo libro “E la Terra diviene Sole” mette in relazione i tre rami gerarchici con la sfera della Trinità superiore, cui egli riassume quanto detto in questo modo:

Come possiamo vedere lo Spirito Santo agisce nell’ambito della seconda gerarchia attraverso gli Spiriti della Saggezza o Kyriotetes, entro la quale è stato reintegrato Lucifero. (3. continua)

Collegno, maggio 2024                                                                     Antonio Coscia

Note     Integrative

3      Al di sopra dell’«Io superiore», Rudolf Steiner ci svela l’esistenza di un «Io» ancora più superiore che possiamo definire un «Entità superspirituale» il quale, è il «vero nocciolo» di tutto l’essere umano e che la Scienza antroposofica chiama, “vero Io o Scintilla divina”. Rudolf Steiner menziona pochissime volte questa parte costitutiva umana, Egli difatti, ne parla in una conferenza tenuta a Bologna e in alcune pagine del libro «Sulla Via Dell’Iniziazione», dove alla fine sintetizza il concetto del vero Io in questo modo:

«L’uomo porta in sé un “vero Io” che appartiene a un mondo sopraspirituale. Nel mondo dei sensi [fisico] questo “vero Io” è come nascosto dalle esperienze del pensare, del sentire e del volere [che l’uomo fa durante la sua vita terrena]. Perfino ancora nel mondo spirituale l’uomo acquista coscienza di questo “vero Io” soltanto estirpando in sé i ricordi di quanto può sperimentare mediante il suo pensare, sentire e volere». (Dal libro L’Iniziazione O.O. n.12; pag. 190 -194).

4      Dal XX secolo in poi è possibile a ogni uomo risvegliare in sé la coscienza del Cristo trasferitasi durante il quinto sacrificio dell’anima Natanica (Gesù di Nazareth) che a causa del materialismo sviluppatosi dal XVI secolo in poi, molte anime dopo la morte oscurarono il mondo astrale adiacente alla Terra dove era presente appunto l’anima Natanica quale portatrice di una parte della coscienza del Cristo. A causa di quest’oscuramento arimanico l’anima Natanica venne come dire soffocata, e a quel punto fu necessario che il Cristo da mondi superiori intervenisse di nuovo per salvaguardare quest’anima umana dal soffocamento e perdita della coscienza dell’io. Per meglio dire, la coscienza cristica di quest’anima angelica di luce, fu come dire soffocata, oscurata da forze materialistiche arimaniche sviluppatesi dal XVI al XIX secolo, da anime umane che varcavano la porta della morte, che causarono uno spegnimento della sua coscienza. Questo richiamò di nuovo l’intervento del Cristo che accolse in sé questa sfera nera del materialismo, risvegliando così l’anima Natanica, questa volta però nel Sé spirituale, da cui determinò come conseguenza nel mondo terrestre, una rinascita della coscienza del Cristo entro le anime umane – esiste per questo una legge spirituale che Rudolf Steiner rivela dicendo che: “Tutto ciò che muore in una sfera superiore, risorge in una sfera inferiore”. (Vedi anche in questo Blog : “Epoca dei Pesci o dell’Acquario? ”IV).

5       Rudolf Steiner, nel Vangelo di Luca, ci rivela che nei tempi antichi quando il corpo eterico non era ancora così strettamente unito al corpo fisico, nei misteri del Tempio ebraico era possibile ingravidare una giovane vergine adeguatamente preparata anzitempo. I due giovani maschio e femmina venivano messi a dormire insieme nel Tempio, e durante il sonno lo Ierofante o Maestro iniziatore, agiva magicamente sul corpo eterico ingravidando la giovane vergine, senza dover compiere il concepimento attraverso l’atto sessuale; ciò evitava l’intromissione da parte di forze luciferiche.  Per questo Maria di Nazareth restò pura e integra nella sua verginità interiore animica, non partecipando al concepimento col desiderio sessuale, permettendo in tal modo di generare un puro corpo umano per l’incarnazione dell’archetipo Adamo celeste o il “Figlio di Dio”.

6     Sergej O. Prokofieff, nato in Russia, a Mosca, il 16 gennaio 1954, muore il 26 luglio 2014 in Svizzera a Dornach. È stato uno dei più fedeli ed elevato allievo antroposofo di Rudolf Steiner, dedicando tutta la sua vita alla divulgazione dell’Antroposofia attraverso moltissimi libri e conferenze tenute in diversi luoghi delle città dell’occidente, Vive gli anni della sua infanzia nell’ampio e vivace ambito artistico e culturale della sua celebre famiglia. Già tra i quattordici e i diciannove anni, in Crimea, in una casa appartenuta al noto poeta russo Woloschin, che aveva partecipato alla costruzione del primo Goetheanum, poté conoscere le opere fondamentali di Rudolf Steiner. Incontra l’Antroposofia e decide di dedicare ad essa la sua vita. Sergej O. Prokofieff ha studiato pittura e storia dell’arte all’Istituto Superiore d’Arte di Mosca. Svolse una intensissima attività di scrittore e conferenziere. Ha partecipato alla rifondazione della Società Antroposofica in Russia. Dal 2001 al 2013 è stato membro della Presidenza della Società Antroposofica Universale al Goetheanum, CH-Dornach.

La natura corporea, animica e spirituale dell’uomo II

Rappresentazione del corpo energetico

«Vi sono, nell’insieme, sette forze eteriche prime, forze plasmatrici che operano nel cosmo, di cui però soltanto quattro si rivelano nei processi spaziali e temporali del nostro mondo odierno dei fenomeni … La scienza spirituale orientata antroposoficamente designa queste quattro specie di etere, quali: “Etere di calore, etere di luce, etere chimico o del suono e etere di vita” (Le forze plasmatrici eteriche, di G. Wachsmuth).

2. Il corpo eterico

Come abbiamo visto nell’articolo precedente, il nostro corpo fisico umano è nella sua essenza corporea-amimica-spirituale molto complesso, per il fatto che come rivelatoci da Rudolf Steiner si sono introdotti degli spiriti inibitori luciferici, i quali hanno degenerato e che degenerano tuttora nell’uomo il vero corpo fisico o fantòma, e di conseguenza come vedremo, anche gli altri arti costitutivi umani. Abbiamo visto che senza l’influsso luciferico l’uomo camminerebbe invisibile in questo mondo e prenderebbe coscienza di tutta la spiritualità che lo circonda. Ma se così fosse l’uomo potrebbe ancora sviluppare in sé la coscienza autonoma e libera? Sarebbe ancora nella condizione di sviluppare la facoltà di distinguere il bene dal male in modo da elevarsi a stati superiori di coscienza? A queste domande possiamo rispondere che, se gli Dei non avessero permesso che esseri luciferici si inserissero nel nostro corpo astrale come una specie di parassita e non ci avessero dato la facoltà di sviluppare la libertà e l’autonomia, e con essa il libero arbitrio del bene e del male, non avremmo avuto neanche la possibilità di sviluppare forze superiori ed elevarci a stati di coscienza superiori nella scala gerarchica. Se l’uomo non avesse conosciuto il male, non avrebbe nemmeno conosciuto il bene, e con esso l’amore cosmico umano introdotto dal Cristo nell’evoluzione terrena. Se dunque non fosse esistito il male, non avremmo avuto la possibilità di sviluppare forze più vigorose per superarlo ed elevarci fino al mondo degli Dei superiori e persino oltre i Serafini. Sì, saremmo rimasti in un mondo paradisiaco al di fuori del bene e del male, ma avremmo per sempre vissuto in uno stato di coscienza di sogno crepuscolare lunare.

L’intento degli Elohim o Spiriti della Forma, era quello che dopo aver fatto fluire nell’Epoca Lemurica una parte della loro scintilla di fuoco nel nostro corpo astrale, cioè il loro Io, dopo averci innalzato da uomini-animali al regno umano superiore, avrebbero voluto che non scendessimo troppo nella materia densa terrestre; volevano che la nostra evoluzione avvenisse nell’ambito dell’elemento aereo, simile agli uccelli. Era nelle loro intenzioni che potessimo divinizzarci già durante la metà dell’Epoca Atlantica, cosicché non saremmo passati attraverso il dolore e la sofferenza, ma ci avrebbero elevati sino al rango divino: un’umanità unificata, un’anima di gruppo che avrebbe rispecchiato il mondo circostante agli Dei. Ma, se fosse avvenuto ciò, così come era nell’intenzione degli Spiriti della Forma, l’uomo non avrebbe mai avuto la possibilità di sviluppare il massimo bene, ossia il vero amore cosmico umano introdotto dal Cristo nell’evoluzione terrena; non sarebbe mai potuto diventare un essere autonomo e libero, ma sarebbe rimasto per sempre un semplice specchio divino. Tuttavia, gli Dei superiori non vollero questo, ma permisero invece che degli esseri luciferici si unissero al corpo astrale dell’uomo. Ovvero, diversi Angeli rimasti indietro durante l’evoluzione lunare si inserirono nel corpo astrale dell’uomo, facendo sì che il corpo astrale si oscurasse e si scindesse in due parti: una parte superiore rimase luminosa, entro la quale gli Dei o Elohim solari fecero fluire il loro Io o la nostra Individualità superiore, mentre l’altra parte inferiore si oscurò e appesantì a causa delle basse passioni e brame del corpo astrale non purificato dagli spiriti luciferici. L’uomo, in tal modo, si unì col fuoco terrestre prima del previsto, avviando così il suo cammino evolutivo attraverso le incarnazioni terrene. Questo permise però all’uomo di divenire un essere autonomo e libero. Resta comunque importante sottolineare che, mentre gli spiriti luciferici gli insufflarono le forze per sviluppare il libero arbitrio, gli diedero anche la possibilità di compiere il male. Quel male che causò nell’uomo, per decreto divino, la compensazione attraverso il dolore e la sofferenza a causa dell’egoismo. Inoltre, come vedremo più avanti, ciò portò alla legge karmica per l’intromissione delle forze arimaniche nel corpo eterico.

Il corpo eterico è dunque un secondo elemento costitutivo della natura umana. Esso interpenetra tutto il corpo fisico dell’uomo, sporgendo dalla testa umana soltanto di qualche centimetro. Il corpo eterico è simile al corpo fisico umano, ma molto più complesso, giacché anch’esso costituito da organi eterici quali il cuore, la testa, ecc., i quali influiscono sugli organi del corpo fisico alimentando e regolando la loro vitalità. Ogni essere vivente è costituito da un corpo eterico, occorre però dire che nell’uomo è molto più complesso per il fatto che è portatore di un io umano. Prima della venuta del Cristo il corpo eterico sporgeva di molto dalla testa fisica, ciò permetteva agli uomini di avere una veggenza crepuscolare che andò esaurendosi sempre più con la venuta del Cristo e dell’Impulso che Egli diede allo sviluppo della coscienza dell’io. Nel libro “Iniziazione” (O.O. n. 10), Rudolf Steiner scrive:

«Il corpo eterico è un organismo di estrema delicatezza e tenuità. Il suo colore fondamentale è assai diverso dai sette colori contenuti nell’arcobaleno. Chi lo può osservare, impara a conoscere un colore che non esiste affatto per l’osservazione dei sensi. È paragonabile al meglio con il colore dei fiori di pesco appena sbocciati … Le particelle del corpo eterico sono nell’uomo in continuo movimento. Innumerevoli correnti lo attraversano in ogni senso. Mediante tali correnti la vita viene alimentata e regolata. Ogni corpo che viva ha un corpo eterico siffatto.  Lo hanno anche le piante e gli animali …Le correnti e i movimenti citati [i Chakra] sono per ora indipendenti dalla volontà e dalla coscienza dell’uomo, come l’attività del cuore e dello stomaco è nel corpo fisico indipendente dalla sua volontà … Quando l’educazione occulta è progredita al punto che i fiori di loto [Chakra] precedentemente descritti cominciano a muoversi, il discepolo ha già effettuato molto di quanto serve a far nascere delle correnti e dei movimenti ben determinati nel suo corpo eterico … Questo sviluppo mira a formare nelle vicinanze del cuore fisico una specie di punto centrale, dal quale partono correnti e movimenti con colori e forme spirituali svariatissimi. Questo centro, in realtà, non è un semplice punto, ma una struttura molto complicata, un organo meraviglioso … Le più importanti di queste correnti vanno però ai fiori di loto. Esse pervadono i singoli petali dei fiori di loto, e ne regolano la rotazione; poi scorrono al di là dalle punte dei petali per perdersi nello spazio esterno [cosmico] (dal libro L’Iniziazione).

Più avanti Rudolf Steiner consiglia comunque che prima di aprire questo Chakra del cuore, suggerisce di formare prima un centro nella testa, un punto provvisorio cui l’allievo possa avere la piena padronanza del suo pensiero intelligente e assennato della testa. Il corpo eterico è dunque secondo la Scienza dello Spirito, l’architetto del corpo fisico, e di ogni specie in cui vi sia la vita, il quale preserva dall’annientamento delle forze fisiche. Se il corpo eterico dovesse abbandonare anche solo per un istante il corpo fisico, ciò comporterebbe la morte immediata dell’uomo e l’anima sperimenterebbe dopo la morte, tutti i ricordi in immagini spaziali della sua vita trascorsa sulla Terra, fino a che esso non scompaia del tutto nell’ elemento eterico del mondo spirituale. Può verificarsi un incidente in cui il corpo eterico può momentaneamente, almeno in parte, uscire dal corpo fisico. In questa situazione, l’uomo potrebbe sperimentare e vedere, come in una specie di premorte le immagini come sopracitato di tutta la sua vita, fino al momento della nascita. Come il corpo fisico è formato da quattro elementi: calore, aria, acqua e solido, così il corpo eterico o, possiamo anche chiamarlo “corpo delle forze formatrici” è formato da quattro eteri cosmici. Questi eteri cosmici si sono formati nell’arco di quattro stati di coscienza o eoni cosmici, cui ebbero inizio con l’antico Saturno, dalla cui sostanza di calore donata dai Troni, sono derivati per compressione i diversi stati di aggregazione eterici attuali formatosi attraverso Saturno, Sole, Luna e Terra. Dal primo stato di coscienza di Saturno nacque l’etere di calore, dal secondo stato di coscienza sul Sole l’etere di luce, da quello sulla Luna l’etere chimico o del suono, infine, sulla Terra nacque l’etere di vita.  Ad essi si aggiungeranno nei prossimi tre stati o eoni cosmici di coscienza, cioè Giove, Venere e Vulcano, altri tre tipi di forze plasmatrici eteriche, cui alla fine dello stato di coscienza di Vulcano il corpo eterico sarà formato da sette forze plasmatrici. Pertanto, gli elementi di calore, aria, acqua e solido, che formano il corpo fisico, sono un riflesso delle forze formatrici del corpo eterico, ossia: «Dall’etere di calore abbiamo l’elemento calore; dall’etere di luce abbiamo il gas o l’aria; dall’etere chimico o sonoro abbiamo l’acqua; e dall’etere di vita abbiamo il solido» (dal libro: “Le forze plasmatrici eteriche” di G. Wachsmuth).

Sergei O. Prokofieff nel suo libro “Il corso dell’anno come via di Iniziazione all’esperienza del Cristo” – “Un esame esoterico delle feste dell’anno” – (Ed. Arcobaleno), scrive: 

«Le quattro specie di eteri che compongono il corpo eterico o vitale dell’uomo, secondo le indicazioni della Scienza dello Spirito, (cf. 21.9.1909 O.O. 114 e 11.6.1910, O.O. 121) sono al contempo il riflesso eterico delle corrispondenti sfere macrocosmiche [del mondo spirituale]. Così l’etere di vita è il riflesso eterico delle stelle fisse (il Devachan Superiore o mondo dell’Intuizione), e l’etere del suono o chimico è il riflesso dell’armonia delle sfere planetarie (il Devachan Inferiore o mondo dell’Ispirazione). Quindi l’etere di luce è il riflesso eterico dell’intero mondo elementare (il piano astrale o mondo dell’Immaginazione). Solo l’etere del calore non ha alcun archetipo macrocosmico e ciò in quanto esso agisce già al limite fra corpo eterico e corpo fisico, e per questo motivo costituisce la base di uno sviluppo e di una libera sperimentazione dell’io individuale da parte dell’uomo». (Vedi schema di seguito).

Possiamo ancora dire che dietro alla nostra volontà umana corrisponde l’etere di calore; dietro al nostro sentimento corrisponde l’etere di luce; dietro al nostro pensare corrisponde il riflesso dell’etere sonoro; e dietro a quello che dà il senso ai nostri pensieri corrisponde l’etere di vita.  Nel libro antroposofico “Il Vangelo di Luca” O.O. 114”, in merito Rudolf Steiner ci rivela:

«Di queste quattro forme di etere, dopo l’influsso luciferico nell’Epoca Lemurica, vennero lasciate a disposizione dell’uomo solo l’etere del calore e l’etere della luce. L’etere del suono e l’etere di vita vennero sottratti all’uomo. Questo è l’intimo senso della narrazione biblica: dopo che gli uomini per l’influsso luciferico ebbero acquistato il discernimento del bene e del male (ciò che si esprime in immagine col gustare dell’albero della conoscenza) venne vietato loro di gustare dell’albero della vita (Genesi 2,6 -7; 3,1- 4; e 3, 22).  Vale a dire che venne tolto loro l’arbitrio di compenetrare l’etere della vita, ossia di sviluppare arbitrariamente il pensiero … Per cui in balia di ogni uomo fu posto da allora in poi l’arbitrio di sviluppare la volontà e il sentire autonomo, come una cosa personale dati in balìa alla Personalità di ogni singolo uomo … Ma questo carattere individuale viene meno appena ascendiamo alla sfera della parola e del pensiero, in quanto entriamo in un elemento universale. Nessuno di noi può crearsi pensieri suoi propri; se infatti i pensieri fossero individuali quanto lo sono i sentimenti, gli uomini non potrebbero comprendersi fra loro. Il pensiero espresso in parole ed il senso del pensiero vennero dunque sottratti all’arbitrio umano e tenuti provvisoriamente in serbo nella sfera degli Dei, per esser dati agli uomini solo più tardi (Ibidem) (Vedi schema in basso).

Questa sottrazione dell’etere sonoro (chimico) e dell’etere di vita, avvenne durante l’Epoca Atlantica, dopo che nell’Epoca Lemurica era avvenuta la separazione del corpo astrale originario lunare, per colpa di Lucifero. L’archetipo eterico umano di questi due eteri superiori sottratti e protetti dagli Dei nel mondo della “Fortezza solare” è rappresentato dall’anima Natanica5, menzionata nel Vangelo di Luca. È il “Figlio di Dio (Jehovah)” che nasce dalla vergine Maria tramite l’adombramento dello Spirito Santo. Affinché fosse possibile al Cristo incorporarsi in un uomo sul piano fisico, occorreva un esemplare umano che avesse in sé non solo un corpo eterico costituito dai quattro eteri originari, ma anche da un corpo astrale puro che non avesse subito la tentazione luciferica. Per questo venne preparato da tempi antichissimi nell’ambito di correnti esoteriche misteriche dell’ebraismo, la possibilità che potesse un giorno incarnarsi un uomo il cui corpo fisico e il corpo eterico, avrebbero avuto la necessaria purezza da permettere la discesa di un Dio pari a Jehovah.  Infatti, nel vecchio Testamento Jehovah rivolgendosi a Mosè dice:

«Per te il Signore, il tuo Dio, farà sorgere in mezzo a te, fra i tuoi fratelli, un profeta come me; a lui darete ascolto! Avrai così quello che chiedesti al Signore tuo Dio, in Oreb, il giorno dell’assemblea …» (Deuteronomio 18: 15).

Jahvè o Jehovah è un Elohah lunare che ha sacrificato la sua natura solare, per contrastare dalla sfera lunare gli spiriti luciferici che operano con le loro forze dal Sole nell’ambito della natura terrestre, dove si manifestano come minerale aurifero. Egli, si presume che sia la guida dei sette Spiriti della Forma o Elohim solari, da cui appunto si è separato per diverse missioni che può solo svolgere dalla sfera lunare. Dietro l’Eloah lunare Jehovah però, ha sempre agito il Cristo quale guida superiore degli Elohim solari, il quale proviene da una sfera oltre i Serafini, ossia dalla sfera di Dio Padre. Il Cristo, quale emanazione di Dio Padre, rappresenta il secondo aspetto della Trinità divina del nostro Zodiaco. Egli opera nel nostro Zodiaco come Dio Figlio e il Suo Essere abbraccia tutte le gerarchie spirituali del nostro sistema solare. Per cui di conseguenza, Egli non solo è la guida delle Entità della prima e della terza gerarchia spirituale, ma è particolarmente la guida superiore della seconda gerarchia, ossia le “Dominazioni, Virtù e le Potestà (Elohim, Exusiai), tramite le quali si è sempre manifestato attraverso tutti i popoli della Terra, con nomi e in luoghi diversi, annunciando la Sua venuta e discesa sulla Terra. Per questo ebbe bisogno che l’anima Natanica o Adamitica (l’anima gemella separata dalle forze eteriche di Adamo), si incarnasse per la prima volta sulla Terra attraverso la Maria di Nazareth, una donna particolare cui era stata preparata attraverso la corrente misterica degli esseni.6   (2. Continua).

Collegno,     aprile 2024                                                            Antonio  Coscia

Note    Antroposofiche

 4    Serghei O. Prokofieff nel libro menzionato “Il corso dell’anno come via di Iniziazione all’esperienza del Cristo” – “Un esame esoterico delle feste dell’anno” colloca secondo la Scienza dello Spirito o antroposofia come abbiamo visto, le quattro specie di eteri che compongono il corpo eterico o vitale dell’uomo, al riflesso eterico di corrispondenti regioni o sfere macrocosmiche come descritte nella tabella schematica. Come possiamo osservare l’etere di calore non ha nessun riflesso macrocosmico per il fatto che egli dice che è già al limite tra corpo eterico e corpo fisico, e per questo motivo costituisce la base di uno sviluppo e di una sperimentazione dell’io individuale da parte dell’uomo. Sergei O. Prokofieff continua dicendo che da questa premessa diventa chiaro il nesso esistente tra l’etere di luce e la luce astrale: infatti il primo è il riflesso eterico della seconda. A questo punto si presenta la domanda: se l’etere di vita è il riflesso della sfera superiore del Devachan o Mondo dell’Ispirazione, allora a quale sfera appartiene il riflesso della luce astrale, giacché essa stessa è un riflesso dei mondi spirituali superiori?  Sergei O. Prokofieff risponde che per trovare l’archetipo della luce astrale, dobbiamo volgerci a una regione ancor più elevata del Devachan Superiore, ossia alla regione macrocosmica del “Budhi” o “Mondo dell’Intuizione”. Questa sfera macrocosmica è conosciuta dal mondo occidentale anche come sfera della “Provvidenza” e dal mondo orientale, come “Cronaca dell’Akasha”. È la regione dove opera direttamente lo Spirito Santo nella “Memoria cosmica dell’universo” (Ibidem, pag. 454).

5      L’Anima Natanica è l’Archetipo spirituale dell’umanità che nel Vangelo di Luca discende dal sacerdote Natan, figlio del re Davide. Essa è conosciuta anche come anima Adamitica per il fatto che venne separata dalla sostanza eterica di Adamo, prima che questi venisse tentato dall’essere arimanico nel suo corpo eterico. Quest’anima Natanica o Adamitica non si è mai incarnata sul piano fisico, ma ha agito fin sul piano eterico terrestre nei misteri antichi dell’indianesimo, come il Signore Krishna amato dal discepolo Arjuna. Poi, come sappiamo dalla Scienza antroposofica, si è incarnato come Gesù di Nazareth attraverso la vergine Maria di Nazareth, quale Messia tanto atteso e predetto dagli antichi Profeti ebraici, in modo da accogliere nel suo corpo astrale l’Altissimo Dio del Sole: l’Io Sono, l’Io Sono.

6    Secondo il Protovangelo di Giacomo, Maria di Nazareth era la figlia di Gioacchino e Anna. La tradizione racconta che i suoi genitori erano senza figli per molti anni e che la nascita di Maria fu considerata un miracolo. Come sappiamo, Maria di Nazareth nacque in Palestina, nella città di Nazareth, da genitori anziani che non potevano avere figli. Il padre, Gioacchino, era sterile e proveniva dalla stirpe di Davide. Un giorno, mentre era in preghiera, Gioacchino fu avvicinato da un Angelo che gli profetizzò che sua moglie Anna avrebbe partorito una figlia, poiché Dio aveva accolto la sua richiesta. Maria fin da bambina venne dedicata al Tempio di Gerusalemme, dove l’interesse dei maestri religiosi esseni la accolse per istruirla, prepararla e educarla, nel ruolo che avrebbe presto assunto quale madre dell’archetipo dell’umanità. Da Essa, infatti, quale puro esemplare femminile celeste attraverso la quale si è manifestata la Divina Sofia, nascerà il “figlio di Dio” per opera dello Spirito Santo. Ciò significa, secondo la conoscenza della Scienza dello Spirito o antroposofia, che Maria di Nazareth avrebbe concepito attraverso un rituale magico antico del Tempio, senza che fosse compiuto l’atto sessuale. Questa pratica magica antica era possibile perché il corpo eterico non era ancora completamente unito al corpo fisico, ma sporgeva ancora di diversi centimetri da esso. Pertanto, lo Ierofante, il maestro iniziatore, faceva addormentare insieme la coppia maschio e femmina e, durante il sonno, aveva il potere di unire l’eterico maschile della donna con l’eterico femminile del maschio, cosicché la donna rimaneva incinta senza compiere l’atto sessuale. Ciò può sembrare inverosimile alla mentalità materialistica odierna, ma ci sono molte cose che gli uomini e la scienza moderna ancora ignorano, fino a quando non svilupperanno l’occhio spirituale interiore che permette loro di vedere oltre la materia solida e leggere nella memoria universale dell’Akasha.



 La natura corporea, animica e spirituale dell’uomo I

Particolare della creazione di Adamo di Michelangelo

Effettivamente prima del corpo fisico dell’uomo vi fu il fantòma che non si può vedere con gli occhi fisici. Esso è un corpo di forze tutto trasparente. Ciò che l’occhio fisico vede sono le sostanze fisiche che l’uomo mangia, che egli accoglie, e che riempiono questa forma invisibile … L’uomo è diventato visibile a causa di ciò che la Bibbia ci descrive simbolicamente e che ci rivela la Scienza dello Spirito o antroposofia, ossia la reale tentazione di Lucifero …  L’influsso luciferico fece sì che l’uomo invisibile penetrasse nella materia densa più del dovuto, oscurando per questo il vero corpo fisico dell’uomo che andò sempre più degenerando … Dobbiamo pertanto pensare che Lucifero versò delle forze non purificate nella forma del fantòma umano, e che grazie a esse l’uomo divenne capace di accogliere sulla Terra le corrispondenti sostanze e forze che fanno diventare visibile la sua forma umana, altrimenti invisibile (Ibidem,  Karlsruhe, 10 ottobre 1911; pag. 146-149).

 La natura corporea, animica e spirituale dell’uomo I

Rudolf Steiner, nel libro “Teosofia” (O.O. n. 9), prima di introdurre l’allievo al concetto della natura corporea, animica e spirituale dell’uomo, inizia citando delle parole di Goethe. Quest’ultimo esprime il suo pensiero sull’uomo richiamando l’attenzione su tre cose:

“Anzitutto sugli oggetti dei quali l’uomo riceve continuamente notizia attraverso i sensi, e che egli tocca, odora, gusta, ode e vede.” Successivamente sulle impressioni che gli oggetti fanno su di lui, sul piacere e dispiacere, il desiderio o l’avversione che gli suscitano e per i quali egli giudica gli uni simpatici e gli altri antipatici, gli uni utili e gli altri dannosi. In terzo luogo, sulle cognizioni che egli, quale “essere per così dire divino”, acquista intorno alle cose, ai segreti della loro natura e della loro attività che gli si rivelano. Nella vita umana questi tre campi si distinguono nettamente. L’uomo si avvede così di essere congiunto al mondo in triplice modo. Il primo è prestabilito, ed egli lo accetta come un fatto. Col secondo fa del mondo una cosa che lo concerne, che ha importanza per lui. Il terzo, lo considera come una meta verso la quale deve tendere incessantemente (Ibidem, pag. 20-21). 

Più avanti, egli continua, portando l’esempio di un uomo che cammina sopra un prato fiorito, dove i fiori, attraverso il loro profumo e i diversi colori, lo colmano di gioia. Questo godimento che provoca in lui gioia fa sì che si trasformi in un’esperienza-ricordo, cui egli lega per sempre al suo essere interiore, quale ricordo del profumo e del prato fiorito. I fiori dell’anno scorso non ci sono più, e quale legge della natura ritorneranno di nuovo a fiorire in primavera; ma l’esperienza animica vissuta dall’uomo fa sì che ogni volta che reincontrerà un prato fiorito, riaffiorerà in lui di nuovo la gioia tramite il ricordo interiore che ha vissuto la prima volta.  Da questo, Rudolf Steiner continua dicendo: “… possiamo constatare che l’uomo si congiunge continuamente con le cose del mondo attraverso questi tre aspetti, ossia: la percezione, la sensazione e il ricordo.  Pertanto, se prendiamo semplicemente coscienza di questo fatto, ne risulta che l’uomo ha tre aspetti della sua natura. Questo, è null’altro, si vuole per ora indicare con le parole: “corpo, anima e spirito” (Ibidem, pag. 22).

Più avanti nel capitolo “L’entità corporea dell’uomo”, egli scrive:

«Il corpo umano si conosce per mezzo dei sensi corporei, e il modo di osservazione non può essere diverso da quello con cui si conoscono tutti gli altri oggetti percepibili ai sensi. Come si osservano i minerali, le piante e gli animali, così si può anche osservare l’uomo, che è imparentato con queste tre forme di esistenza. Come i minerali, edifica il suo corpo con le materie della natura; come le piante, cresce e si riproduce; come gli animali, percepisce gli oggetti che lo circondano e, sulla base delle impressioni ricevute, forma le sue esperienze interiori. Possiamo dunque riconoscere in lui, un’esistenza minerale, una vegetale e una animale. La struttura, la forma e tutto quello che percepiamo con i sensi può essere chiamato “Corpo”. Tuttavia, occorre però tener presente che il corpo umano è alquanto diverso dai tre regni della natura menzionati» (Ibidem, pag. 23).

Non è mia intenzione sintetizzare l’intero capitolo che Rudolf Steiner dedica nel libro “Teosofia” sulla conoscenza della natura corporea, animica e spirituale dell’uomo, poiché tale argomento richiede uno studio particolarmente approfondito. Tuttavia, desidero presentare brevemente alcuni concetti tratti dal libro teosofico che sono comunemente tradotti nelle conferenze antroposofiche per definire alcuni tratti della natura costitutiva umana, soprattutto per chi si avvicina per la prima volta all’Antroposofia e desidera partecipare allo studio in comune di un gruppo antroposofico.

Rudolf Steiner approfondisce in modo dettagliato nel libro Teosofia la costituzione della natura umana e spirituale dell’uomo. Questo libro è uno dei pochi libri cui il “Maestro dei tempi nuovi” ha scritto e corretto in modo tale che l’allievo debba fare uno sforzo nello sviluppo della pratica del pensiero, cosicché possa elevarsi ulteriormente verso il mondo dello spirito cosmico e afferrare le leggi occulte dello spirito di conoscenza. È possibile fare un ulteriore approfondimento della costituzione dell’uomo nel libro “La Scienza Occulta” (O.O. n. 13), dove egli ne parla da un punto di vista più interiore dell’anima umana. Un altro libro, dove è possibile studiare e approfondire maggiormente la natura interiore dell’uomo è pubblicato interamente su internet, tradotto dall’Editrice Natura e Cultura, il cui titolo è : “Il Divenire dell’Uomo, l’Anima e lo Spirito del Mondo”, dove Rudolf Steiner esplora la natura dell’uomo e la sua connessione con il mondo attraverso tre aspetti fondamentali sopracitati: la percezione, la sensazione e il ricordo. Detto questo, possiamo iniziare a descrivere in parte la natura umana e spirituale dell’uomo come esposta nel libro antroposofico Teosofia, così come appare al chiaroveggente quando osserva gli involucri corporei, animici e spirituali dell’uomo.

  1. Il Corpo fisico dell’uomo

L’uomo, secondo Rudolf Steiner, è un Entità divina-umana molto complessa, per il fatto che in lui s’interpenetrano due nature in continua metamorfosi, di cui una divina e una umana.  L’occhio chiaroveggente può descrivere la natura dell’uomo in modi diversi, poiché l’interiorità animica umana non è ancora perfetta, ma è in continua evoluzione sia sul piano fisico che su quello spirituale. Pertanto, possiamo dividere l’uomo in tre, quattro, sette, o nove parti, a seconda del contesto storico-evolutivo macrocosmico e cosmico-terreno a cui lo si vuole attribuire. Qui vogliamo descrivere la natura umana secondo l’evoluzione cosmico-terrestre, al fine di comprendere l’uomo come un essere corporeo-animico-spirituale, nell’attuale contesto storico-evolutivo.  Sappiamo che Rudolf Steiner nel libro la “Scienza Occulta” descrive l’evoluzione umana attraverso sette stati macrocosmici o eoni cosmici di coscienza che vanno da “Saturno, Sole, Luna, Terra, Giove, Venere e Vulcano”. I nomi dei pianeti non sono riferiti a quelli attuali del nostro sistema cosmico-planetario, ma questi sono solo come dire, il confine cui si espandevano le antiche sfere macrocosmiche dei tre stati di coscienza antichi di Saturno, Sole e Luna. Attraverso questi stati di coscienza o eoni antichi vennero formati i germi spirituali di due nature umane, di cui una superiore divina e una inferiore umana, quali doni sacrificali della prima gerarchia divina, cioè i Troni, i Cherubini e i Serafini, e della seconda gerarchia divina le Dominazioni e le Virtù.

Questi germi spirituali delle due correnti umane furono elaborati e perfezionati dai sette Elohim solari o Potestà divine durante il quarto stato di coscienza del nostro eone terrestre, e in modo particolare durante l’Epoca Lemurica.1 Qui, essi donarono all’uomo costituito allora da un corpo di calore, un corpo eterico e un corpo astrale,  una parte del loro fuoco divino quale arto inferiore della loro natura divina settemplice, vale a dire il loro “Io”; ovvero ciò che nell’uomo assumerà più tardi il ruolo di “Individualità o Io superiore”.  Yahveh, uno dei sette Elohim solari, sacrificando la sua natura solare, si trasferì sulla Luna allora unita alla Terra dove divenne il Dio lunare Jehovah (Geova italianizzato) con missioni particolari, tra cui quella di separare la Luna dalla Terra e di guidare il popolo ebraico affinché preparasse un corpo fisico adatto per accogliere l’Altissimo Dio solare (Cristo) nella Sua discesa sulla Terra. Nella sfera lunare, Jahvè elaborò e perfezionò la corrente umana dell’uomo inferiore proveniente dagli antichi stati cosmici di coscienza. In questo contesto, plasmò e perfezionò l’uomo terrestre, che nella Bibbia è chiamato Adamo. Infatti, la Bibbia afferma che Jahvè o Jehovah, creò l’uomo utilizzando della polvere lunare e gli insufflò un alito di vita, trasformandolo in un essere vivente (Genesi 2,7). Prima di questo evento, durante la seconda Epoca chiamata Iperborea,i sei Elohim solari, alla cui guida era il Cristo, separarono il Sole e, di conseguenza, la corrente divina-umana superiore da quella inferiore, dalla Terra e dalla Luna che erano ancora unite. Cristo e gli Elohim solari protessero la corrente divina-umana superiore, fino a quando essa venne di nuovo congiunta all’umanità durante gli eventi del Golgotha tramite l’archetipo umano Gesù di Nazareth, durante i tre anni vissuti dal Cristo sulla Terra.  

Riepilogando brevemente diciamo che la prima cosa che i nostri sensi sperimentano nell’uomo, è la sua immagine fisica che chiamiamo “Corpo Fisico”, il quale è il primo involucro visibile all’occhio umano formato da quattro elementi, provenienti dai quattro eoni cosmici, cioè dal “Calore dell’antico Saturno; dall’ Aria-gas dell’antico Sole; dall’ Acqua dell’antica Luna e infine, dal Solido-minerale del nostro eone terrestre”.  (Vedi tavola schematica)

Tavola schematica degli elementi costitutivi del corpo fisico umano

  Calore = Elemento più denso dell’antico Saturno
Aria-Gas = elemento più denso dell’antico Sole 
Acqua     = elemento più denso dell’antica Luna        =    Corpo Fisco
Solido    = elemento solido-minerale della Terra  

Dobbiamo immaginare che di fronte a noi ci siano quattro uomini formati da “solido, liquido, aria o gas e calore che s’interpenetrano uno nell’altro, provenienti dalle quattro evoluzioni o eoni cosmici degli antichi stati di coscienza planetari.  Possiamo dire che l’uomo solido è in rapporto con il mondo minerale; l’uomo di acqua è in relazione col mondo vegetale; l’uomo aeriforme è in connessione col mondo animale. Questi tre regni naturali rappresentano, per così dire, le scorie o le impurità che l’uomo-archetipo di calore ha lasciato dietro di sé, al fine di ascendere a un gradino superiore più perfetto del regno umano. Per questo motivo, l’uomo attuale ha acquisito un debito karmico verso i regni inferiori, che dovrà redimere nel corso delle evoluzioni cosmiche future. Dobbiamo però aggiungere che il corpo fisico che i nostri sensi umani percepiscono come figura umana che ci viene incontro nel mondo fisico, secondo Rudolf Steiner non è il nostro vero corpo fisico. Il nostro vero corpo fisico egli afferma nel libro da “Gesù a Cristo”, è il corpo-forma di calore donato dai Troni sull’antico Saturno; è un corpo trasparente che chiama fantòma o Phantom (fantasma).  A pagina 146 leggiamo:

«[Dopo la morte] … Vediamo dunque che il corpo fisico, il corpo eterico e il corpo astrale vengono deposti, e che il corpo fisico sembra esaurito in ciò che abbiamo dinanzi a noi, nelle sostanze e le forze esposte alla decomposizione, alla cremazione o in qualsiasi altro modo soggette a disciogliersi negli elementi. Quanto più nell’uomo si risveglieranno le forze chiaroveggenti, tanto più egli si renderà chiaro conto che le sostanze e forze fisiche, deposte con il corpo fisico, non sono l’intero corpo fisico … A queste sostanze e forze si aggiunge anche qualcos’altro a cui, se vogliamo parlarne giustamente dobbiamo dare il nome di fantòma dell’uomo. Esso è la figura della forma dell’uomo che, come un tessuto spirituale, elabora le sostanze e le forze fisiche in modo che esse si inseriscano nella forma che ci si presenta nell’uomo sul piano fisico … Dobbiamo dunque renderci ben conto che comprendere il corpo fisico non è tanto facile. Soprattutto la comprensione del corpo fisico non va cercata nel mondo dell’illusione, della maya. Sappiamo che la base, il germe del fantòma del corpo fisico, è stato posto dai Troni o Spiriti della Volontà durante l’evoluzione dell’antico Saturno, che poi vi hanno ulteriormente lavorato i Kyriotetes o Spiriti della Saggezza durante l’evoluzione solare, gli Spiriti del Movimento o Dynameis durante l’evoluzione dell’antica Luna e  gli Elohim solari o Spiriti della Forma durante l’evoluzione terrestre … Effettivamente prima del corpo fisico dell’uomo vi fu il fantòma che non si può vedere con gli occhi fisici. Esso è un corpo di forze tutto trasparente. Ciò che l’occhio fisico vede sono le sostanze fisiche che l’uomo mangia, che egli accoglie, e che riempiono questa forma invisibile … L’uomo è diventato visibile a causa di ciò che la Bibbia ci descrive simbolicamente e che ci rivela la Scienza dello Spirito o antroposofia, ossia la reale tentazione di Lucifero …  L’influsso luciferico fece sì che l’uomo invisibile penetrasse nella materia densa più del dovuto, oscurando per questo il vero corpo fisico dell’uomo che andò sempre più degenerando … Dobbiamo pertanto pensare che Lucifero versò delle forze non purificate nella forma del fantòma umano, e che grazie ad esse l’uomo divenne capace di accogliere sulla Terra le corrispondenti sostanze e forze che fanno diventare visibile la sua forma umana, altrimenti invisibile (Ibidem,  Karlsruhe, 10 ottobre 1911; pag. 146-149).

Il calore o l’uomo di calore come citato, è l’unico elemento spirituale che possiamo percepire in noi e che rappresenta la sostanza, l’archetipo di calore donataci dal sacrifico dei Troni o Spiriti della Volontà sull’antico stato di coscienza di Saturno. È l’archetipo-forma di calore o fantòma che il Cristo ha salvato ripristinando le antiche forze saturnie originarie logoratesi a causa del peccato originario dei nostri antenati, i quali furono tentati da Lucifero. Il Cristo, dopo aver ripristinato nei tre anni prima della crocifissione, il fantòma e gli altri involucri animici consunti di Gesù di Nazareth, considerati come gli elementi archetipici di un’umanità malata e degenerata a causa dell’egoismo, poté risorgere la mattina di Pasqua con un ulteriore fantòma superiore, più spirituale. Rudolf Steiner chiama questo doppio fantòma, corpo spirituale superiore; ovvero il corpo di resurrezione che S. Paolo chiama corpo incorruttibile con il quale l’uomo risorgerà alla “fine dei Tempi” (1lettera ai Corinzi 15,35-53).2 Il Cristo durante i tre anni vissuti in Gesù di Nazareth non solo ripristinò le forze originarie del fantòma, dal quale formò il corpo di resurrezione o corpo spirituale superiore, ma ripristinò anche il suo corpo eterico e il suo corpo astrale; ovvero creò un nuovo archetipo umano superiore che S. Paolo chiama il nuovo “Adamo”. 

Come abbiamo visto, l’uomo sarebbe un essere immortale e invisibile se non si fosse intromesso l’influsso di Lucifero, il quale rese l’uomo mortale facendo sì che accogliesse nel suo corpo fisico o fantòma della materia terrestre. La materia che costituisce il nostro corpo fisico o involucro umano terreno può sussistere solo se è continuamente vivificata da un altro corpo o involucro superiore che, come vedremo più avanti, è il corpo eterico o vitale. Gli Dei durante l’’Epoca Atlantica, separarono alcuni elementi eterici di questa natura superiore a causa di Arimane o Mefistofele.  Il nostro corpo fisico, difatti, se lasciato a se stesso, verrebbe completamente distrutto in breve tempo se non fosse compenetrato dalle forze formatrici di questo involucro superiore più sottile, invisibile all’occhio umano, che chiamiamo appunto “Corpo eterico o vitale”. Occorre ancora dire che, se l’umanità non accoglie l’Impulso del Cristo3 come descritto dalla Scienza dello Spirito, il nostro corpo-forma di calore ossia il fantòma, si deteriorerà sempre più a causa della tentazione luciferica che spinge l’uomo sempre più verso un eccessivo egoismo e quindi verso malattie degenerative. Infine, occorre che l’uomo si elevi spiritualmente in modo da accogliere il corpo di resurrezione del Cristo, affinché la coscienza dell’io possa superare le tenebra della morte ed essere rischiarata dalla luce spirituale del nuovo cristianesimo esoterico.  (1. continua)

Collegno, Pasqua, 2024                                                                              Antonio   Coscia

Note Antroposofiche

1     L’uomo secondo la Scienza dello Spirito deve passare attraverso sette stati cosmici di coscienza planetari, al fine di realizzare la sua meta umana-divina. Questi sette stati cosmici, che abbiamo chiamato «Saturno, Sole, Luna, Terra, Giove, Venere e Vulcano», passano a loro volta ognuno attraverso sette stati di “Vita”, sette stati di “Forma”, sette stati di “Epoche” e infine sette stati di “Periodi di cultura”. In realtà ciò è molto più complesso, per cui vogliamo prendere in esame solo i periodi epocali. Possiamo allora dire che la nostra Terra deve passare attraverso sette stati di Vita, di cui ogni stato di Vita, passa a sua volta attraverso sette stati di Forma. Ogni stato di Forma passa a sua volta attraverso sette Epoche, le quali sono: “Epoca Polare, Epoca Iperborea, Epoca Lemurica, Epoca Atlantica, quinta Epoca Postatlantica, sesta Epoca Postatlantica e settima Epoca Postatlantica”. Attualmente siamo nel siamo nel quarto stato di vita, nel quarto stato di Forma, nella quinta Epoca Postatlantica e nel quinto periodo di cultura. (Vedi tavola schematica).

2    San Paolo a una domanda su come risorgeranno i morti risponde così: «Ma qualcuno dirà: “Come risuscitano i morti? Con quale corpo verranno?”. Stolto! Ciò che tu semini non prende vita, se prima non muore; e quello che semini non è il corpo che nascerà, ma un semplice chicco, di grano per esempio o di altro genere. E Dio gli dà un corpo come ha stabilito, e a ciascun seme il proprio corpo … Così anche la risurrezione dei morti: si semina corruttibile e risorge incorruttibile; si semina ignobile e risorge glorioso, si semina debole e risorge pieno di forza; si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale. Se c’è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale, poiché sta scritto che il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l’ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale.  Il primo uomo tratto dalla terra è di terra, il secondo uomo viene dal cielo. Quale è l’uomo fatto di terra, così sono quelli di terra; ma quale il celeste, così anche i celesti. E come abbiamo portato l’immagine dell’uomo di terra, così porteremo l’immagine dell’uomo celeste. Questo vi dico, o fratelli: la carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio, né ciò che è corruttibile può ereditare l’incorruttibilità. Ecco io vi annunzio un mistero: non tutti, certo, moriremo, ma tutti saremo trasformati, in un istante, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba; suonerà infatti la tromba e i morti risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati. È necessario, infatti, che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta di immortalità» (1lett.Corinzi 15,35-53).

3     L’Impulso del Cristo è un tema molto complesso e profondo poiché riguarda diversi aspetti sia nell’ambito dell’evoluzione della Terra che in quello dell’anima umana, per cui qui in una nota non possiamo che limitarci a dare un chiarimento sintetico alle persone che non hanno ancora avuto modo di approfondire i misteri del cristianesimo esoterico secondo la concezione antroposofica. Nel vangelo di Marco vien fatto accenno a un giovinetto che seguiva il Cristo che le guardie romane cercano di prenderlo ma egli riuscì a fuggire restando nudo, lasciando cioè nelle mani dei romani solo il lenzuolo di cui era coperto. Marco riporta questo particolare nel suo vangelo dicendo:“Un giovane lo seguiva, coperto soltanto con un lenzuolo, e lo afferrarono; ma egli, lasciando andare il lenzuolo, se ne fuggì nudo”   (Mc 14,51-52). Rudolf Steiner rivela che questo giovane rimasto nudo è l’Impulso del Cristo; è come dire un «Archetipo spirituale», un Io superiore dell’umanità, cui gli uomini devono rivestire di un corpo astrale, un corpo eterico e un corpo fisico (spirituale), affinché possano essere compenetrati dal “Vero Io” cosmico del Cristo per attraversare e superare le catastrofi future, iniziando da quella prossima che avverrà alla fine della nostra quinta Epoca, cioè “la guerra di tutti contro tutti”; la seconda, alla fine della sesta Epoca dei sette suggelli e la terza, alla fine della settima Epoca delle sette trombe, (vedi la Tav. 1).  Fede e meraviglia, amore e dedizione e coscienza morale, sono le virtù morali, animiche e spirituali che dobbiamo sviluppare per rivestire l’Impulso del Cristo, quale «Archetipo spirituale» della futura umanità che potrà essere salvata a superare le prove finali col male e con la magia nera delle entità degli ostacoli, in un futuro ancora remoto ma che comunque occorre già preparare ora, dal nostro quinto periodo di cultura.  (vedi blog “Pensieri Antroposofici dell’Anima”, “L’Impulso del Cristo e l’impulso dell’uomo”).

Le Gerarchie Spirituali II

Stanza d’Eliodoro – La scala di Giacobbe

«Se si volge lo sguardo da una parte sul Cristo e dall’altra su Lucifero, ci si accorge anche certamente che Lucifero, sovrano di Venere, si presenta con una figura spirituale straordinariamente luminosa. Si è invasi allora dal senso che qualsiasi splendore ci possa mai pervenire dalla contemplazione di qualcosa, qualsiasi splendore possa emanare da una manifestazione di luce, non è che una meschina cosa di fronte alla maestà di Lucifero nell’epoca solare» (Cristiania, 12 giugno 1912).  Rudolf  Steiner

2.  La caduta di Lucifero, sovrano di Venere

L’Antroposofia, o Scienza dello Spirito, rivela che affinché un sistema solare possa evolvere, sono necessarie forze di contrasto che si contrappongano. Queste entità gerarchiche, che si contrappongono al piano divino, sono come dire, esseri spirituali che si sacrificano affinché il piano divino raggiunga la sua meta con forze più poderose che sono sviluppate con la collaborazione tra Dei regolari e dèi anormali, sia divini che umani. Queste entità anormali sono entità divine e divine-umane che rimangono indietro a un grado evolutivo imperfetto, agendo in tal modo da freno all’evoluzione normale, contrastando così gli Dei regolari delle gerarchie superiori. In altre parole, queste entità gerarchiche dell’ostacolo si sacrificano restando indietro durante uno o più stati di coscienza o eoni cosmici, facendo sì che non raggiungano il grado di perfezionamento necessario per ascendere a uno stato di coscienza divino superiore. Essi, pertanto, appartengono a tutte le gerarchie spirituali del nostro sistema solare, le quali restano indietro a degli stadi evolutivi antichi e diversi che non hanno superato, restando di conseguenza a dei livelli di coscienza differenti in base al loro grado gerarchico, rispetto ai loro compagni, diventando in tal modo spiriti luciferici. Al contrario, le altre divinità normali gerarchiche continuano invece a perfezionarsi e a salire di livello spirituale superiore nei diversi stati di coscienza cosmici che si susseguono, alfine di realizzare la meta del creatore divino, ovvero la Trinità Divina Universale del nostro Zodiaco stellare.

Queste entità luciferiche, così denominate dalla scienza dello spirito a causa della loro guida chiamata Lucifero, fanno parte di tutte le divinità normali superiori delle prime, seconde e terze gerarchie divine. Tuttavia, esiste una differenza alquanto importante tra le diverse categorie di entità luciferiche, per il fatto che la loro esistenza nel piano cosmico divino presenta diversi aspetti spirituali comportamentali, per le quali vengono formate o addirittura create. Questo è dovuto all’importanza ostacolatrice che assumono nel cosmo gerarchico, sia nei confronti degli stessi creatori che nell’evoluzione cosmica stellare, planetaria e terrestre. Infatti, le entità della prima gerarchia – i Serafini, i Cherubini e i Troni – crearono Lucifero o gli esseri luciferici, tramite il rispecchiamento del loro essere. Ovvero, essi pensarono che per il loro ulteriore sviluppo superiore fosse necessario creare delle entità divine che le contrastassero, nelle quali potessero rispecchiarsi. Fu così che essi pensarono a se stessi creando una generazione di dèi a loro sottoposti, allo scopo di permettersi di specchiarsi e di acquisire coscienza di sé. Questo avvenne durante il primo stato di coscienza cosmico chiamato Saturno2, dove crearono delle immagini-pensiero divine prive di autonomia e a loro subalterne, che rimasero indietro come scorie degli stessi Dei creatori, trasformandole in tal modo in divinità luciferiche. Esse operano nel cosmo stellare-eterico nelle forze plasmatrici eteriche, quali etere di calore, etere di luce, etere del suono e l’etere della vita. Mentre la generazione di Dei regolari o del progresso, si manifesta con forze più potenti nell’ambito del cosmo materiale, operando con le forze formatrici negli elementi più densi, come aria, acqua e terra.  Rudolf Steiner, nel libro “Meraviglie del creato, Prove dell’anima, Manifestazioni dello spirito” O.O. 129, scrive:

«Gli Dei che vivevano in meravigliosa armonia e unità e che esistevano prima dell’antico Saturno, rappresentarono se stessi: pensarono. Solo che i loro pensieri non erano come i pensieri umani, che si devono dire irreali, ma erano Entità, erano altri dèi. Abbiamo così generazioni di Dei che in origine sono per forza propria nella loro realtà [cioè, le Entità creatrici], e altri che sono semplicemente le rappresentazioni reali degli Dei creatori [entità luciferiche] legati direttamente all’evoluzione di Saturno, Sole e Luna; sono entità divine che per così dire aleggiano intorno al mondo nelle sue evoluzioni degli stati di coscienza cosmici di Saturno, Sole e Luna. Si hanno dunque due generazioni di Dei. Una di esse è il mondo di rappresentazione dell’altra, si rapporta all’altra proprio come i nostri pensieri si rapportano alla nostra reale esistenza animica … E come in sostanza l’uomo si riconosce solo nei suoi pensieri, così gli Dei originari impararono a conoscersi in Lucifero e nelle sue schiere. Potremmo esprimere le cose anche in altro modo, dicendo che le entità che erano in realtà solo i pensieri delle altre rimasero sempre indietro rispetto alla restante evoluzione. Gli Dei progredienti lasciarono per così dire indietro qualcosa di sé in modo da poterlo guardare e potersi contemplare nello specchio espulso dalla loro stessa sostanza, così come nella vita reale ci si può riconoscere solo in uno specchio… Nel corso dell’evoluzione solare [ossia prima dell’evoluzione dell’Epoca Lemurica] avvenne la separazione tra le due generazioni di Dei: l’una si dispose a vivere come i veri Dei antichi con gli elementi terra, acqua e aria, l’altra trovò troppo difficile trasferirsi  in questi elementi più densi e continuò a vivere in quelli che chiamiamo gli elementi eterici, anzitutto col calore, con l’etere di luce, con l’etere chimico e l’etere di vita» (Ibidem, pag. 153-157).

Dobbiamo dire che queste divinità luciferiche, create e non generate (come invece fu per l’Entità divina del Cristo, di cui parleremo più avanti) dalle divinità della prima gerarchia, verranno alla fine di ogni eone o stato di coscienza cosmico reintegrate di nuovo nei loro rispettivi creatori divini. Diversamente, invece, sono le divinità della seconda gerarchia, di cui dobbiamo distinguere i diversi aspetti di Lucifero o delle entità luciferiche che sono andate formandosi durante gli stati o eoni cosmici di coscienza precedenti la nostra Terra spirituale. Avvenne che durante il secondo stato di coscienza dell’antico Sole, ossia due incarnazioni precedenti la nostra Terra, in cui l’uomo era a un livello elementare di coscienza simile al vegetale, gli Angeli a un livello animale e gli Arcangeli che attraversavano il gradino umano. A un livello di coscienza superiore c’erano gli Archai con la loro coscienza immaginativa, le Potestà con la coscienza ispirativa, le Virtù con la coscienza intuitiva e le Dominazioni che erano i reggenti dell’antico Sole. I reggitori dell’antico sistema planetario che andava allora formandosi ed elevandosi a stati superiori di coscienza, erano i sette Spiriti di Saggezza o Kyriotetes. Tra questi c’era il Cristo reggitore del pianeta Sole (il Sole, infatti, non era ancora evoluto a stella centrale, ma era un pianeta oscuro simile agli altri), e Lucifero, reggitore del pianeta Venere. Il Cristo e Lucifero erano come due fratelli planetari, i quali splendevano di un’incommensurabile bellezza. Tuttavia, a differenza del Cristo, in Lucifero la sua figura di luce appariva come quella di uno spirito dotato di un immensurabile orgoglio, tanto smisurato da essere quasi sedotto dalla sua stessa bellezza. Nel libro “L’uomo alla luce di occultismo, teosofia e filosofia”, Rudolf Steiner racconta il dramma di Lucifero nella decima conferenza di Oslo, dove prendiamo alcuni brani in cui si legge:

«Guardando indietro all’epoca solare, ci si presentano il Sole stesso, ancora come pianeta fra gli altri sette pianeti, e Venere, con Lucifero come sovrano. Lo spirito del Sole e lo spirito di Venere – il Cristo e Lucifero – appaiono inizialmente come fratelli … Se si volge lo sguardo da una parte sul Cristo e dall’altra su Lucifero, ci si accorge anche certamente che Lucifero, sovrano di Venere, si presenta con una figura spirituale straordinariamente luminosa. Si è invasi allora dal senso che qualsiasi splendore ci possa mai pervenire dalla contemplazione di qualcosa, qualsiasi splendore possa emanare da una manifestazione di luce, non è che una meschina cosa di fronte alla maestà di Lucifero nell’epoca solare. Ma Lucifero, appare anche come uno spirito di un infinito immenso orgoglio per tutto ciò che ha in sé, di un orgoglio così smisurato che si può essere sedotti anche solo da esso … Questa è la seduzione di Lucifero nella sua orgogliosa grandezza: fiero della sua figura di luce. Ciò che si può chiamare luce immanifesta, luce che non risplende esteriormente, ma che ha in sé una forza grande possente: ecco, questo è ciò che Lucifero possiede in sommo grado. E accanto a lui, nell’antica epoca solare, vi è la figura del Cristo, sovrano del pianeta Sole, il quale rappresenta un’immagine di completa dedizione a ciò che nel mondo l’attornia … L’universo era allora diverso da quello di oggi. Le dodici costellazioni dello Zodiaco di oggi, non esistevano allora come tali, esteriormente come stelle visibili, ma al loro posto vi erano dodici figure, dodici Entità, le quali, poiché lo spazio esteriore non era riempito di luce, facevano risuonare le loro parole dalle profondità dell’oscurità, dalle tenebre … Nell’antica epoca solare, vi è la figura del Cristo, sovrano del pianeta Sole, il quale rappresenta un’immagine di completa dedizione a ciò che nel mondo l’attornia. Mentre Lucifero veramente sembra pensare soltanto a se stesso – occorre servirsi di espressioni umane, sebbene siano insufficienti –, il Cristo appare invece dedito a ciò che lo circonda nel vasto universo. L’universo era diverso dalle dodici costellazioni luminose di oggi. Se oggi ci si trasferisse sul Sole e si volgesse lo sguardo tutt’intorno, si vedrebbero innanzitutto le dodici costellazioni dello Zodiaco. Queste allora non esistevano come tali, esteriormente visibili, ma al loro posto vi erano dodici figure, dodici entità, le quali, poiché lo spazio esteriore non riempito di luce, facevano risuonare le loro parole dalle profondità dell’oscurità, dalle tenebre … E mentre Lucifero aveva in sé unicamente il desiderio di illuminare ogni cosa con la luce che in lui esisteva e di riconoscere tutto per mezzo di essa, il Cristo si abbandonò all’impressione di questa parola cosmica di qualità impronunciabile e l’accolse tutta, l’accolse pianamente in sé, così che quelle voci si trovarono riunite nell’anima del Cristo. L’anima del Cristo divenne l’essere che in sé riuniva i grandi misteri cosmici che in essa risuonavano mediante la parola impronunciabile. Così ci appare l’Entità del Cristo che umilmente accoglie la parola cosmica impronunciabile, dall’orgogliosa figura di luce di Lucifero, spirito di Venere, il quale respinge la parola cosmica e vuole comprendere ogni cosa con la propria luce. E da ciò che Lucifero e il Cristo erano a quell’epoca deriva l’intera successiva evoluzione. Infatti, ne derivò che l’essere del Cristo accolse in sé la parola cosmica che tutto comprende, accolse i misteri i segreti cosmici che tutto abbracciano, e che l’entità di Lucifero, per causa di ciò che posso esprimere soltanto con le parole “orgogliosa figura di luce”, perse il suo regno, il regno di Venere … Lucifero andò sempre più perdendo la sua sovranità, il regno di Venere; con tutta la sua luce divenne un re senza trono; e il pianeta Venere da allora in poi dovette fare a meno di un vero sovrano e non poté perciò percorrere che una evoluzione discendente … Il Cristo invece, che aveva accolto la parola cosmica che ha la qualità di accendersi nell’anima e che l’ha appresa con rinnovata luce, così che, dall’antica epoca solare in poi, divenne in Lui luce cosmica. E il pianeta di cui Egli era il reggente si è evoluto a centro dell’intero sistema planetario, divenendo l’attuale Sole, di cui gli altri pianeti sono divenuti dipendenti anche rispetto ai loro reggenti spirituali» (Ibidem, Cristiania, 12 giugno 1912)

Fu così che nell’antico stato di coscienza solare le strade di Lucifero e del Cristo andarono separandosi sempre più.  Lucifero andò perdendo il suo regno di Venere e la sua splendida bellezza, la quale andò oscurandosi sempre più a causa del suo orgoglio assumendo quei tratti luciferici che contrastavano la giusta evoluzione, e divenendo di conseguenza oppositore del Cristo durante il seguente stato di coscienza lunare che chiamiamo antica Luna.  Lucifero e il Cristo in tal modo si allontanarono sempre più uno dall’altro; Lucifero in una fase sempre più discendente e il Cristo sempre più in una fase ascendente.  Cosicché da fratelli, Lucifero divenne oppositore del Cristo per tutto il quarto periodo Atlantico fino alla metà dell’Epoca Postatlantica, ossia durante la metà del quarto periodo di cultura greco-romano. La stessa sorte toccò al pianeta Venere che senza guida seguì una fase discendente, mentre il Cristo, al contrario, andò elevandosi a stati di coscienza superiori trasformando il pianeta oscuro del Sole nella Stella luminosa che assumerà il ruolo centrale quale guida del nostro sistema planetario attuale.  (2. Continua)

Collegno, marzo 2024                                                              Antonio Coscia

Aggiunto e Corretto aprile 2024

Note Antroposofiche

2       Saturno come dalla nota (1) dell’articolo precedente, è il primo dei sette stati o eoni cosmici antichi di coscienza, risalente a quattro incarnazioni della nostra Terra o del nostro sistema solare. Saturno nasce quale sacrificio dei Troni o Spiriti della Volontà della prima gerarchia divina spirituale, i quali offrirono una parte della loro essenza di Volontà ai Cherubini. Questi, dopo averla elaborata con gli Spiriti dei Serafini o Spiriti dell’amore, la fanno fluire nello spazio vuoto dell’universo, creando in tal modo il nostro universo spirituale. Secondo la Scienza dello Spirito, l’antico Saturno si presentava all’occhio spirituale chiaroveggente di Rudolf Steiner come una grandissima sfera oscura di calore che si espandeva fino e un po’ più oltre il pianeta Saturno attuale. L’uomo deve ai Troni la creazione del suo primo germe o archetipo spirituale di calore del corpo fisico attuale, il quale è la parte più perfetta dell’uomo poiché ha attraversato quattro evoluzioni cosmiche tramite quattro processi di trasformazioni elementari, ossia i quattro elementi naturali che troviamo nel mondo esterno e all’interno dell’uomo, cioè: Calore, Aria, Acqua e Solido o fisico-materiale. Sono gli stessi processi che ha attraversato la Terra, tramite la compressione della sfera di calore da parte dei Troni, attraverso i quattro stati di coscienza: ovvero dal calore dell’antico Saturno, al calore-aria dell’antico Sole, al calore-aria-acqua dell’antica Luna; infine, alla solidificazione della nostra Terra. Dobbiamo ancora sapere che il nostro corpo fisico attuale, non è il vero corpo fisico dell’uomo o archetipo spirituale creato dai Troni sull’antico Saturno. Il nostro vero corpo fisico è il corpo di calore, che Rudolf Steiner chiama “Fantoma”. Se osserviamo la costituzione del nostro corpo fisico, possiamo notare che esso ripete le quattro incarnazioni della nostra Terra: ovvero è composto da calore, aria, acqua e solido. Se immaginassimo di rimuovere le tre parti di aria, acqua e solido o materia solida, ciò che rimarrebbe sarebbe un uomo interiore fatto esclusivamente di calore. Questo è il nostro vero corpo fisico umano, donato dai Troni, che dopo la morte si unisce all’interno della nostra Terra spirituale. Quì viene frantumato nella cosiddetta “ottava sfera del frangimento”, insieme a tutti gli altri corpi di calore di coloro che sono deceduti, per essere trasformati e preparati per le nuove anime in via di incarnazione.

Le Gerarchie Spirituali I

Michelangelo – Particolare della creazione degli astri e delle piante

«Soltanto i Serafini, possono contemplare Dio. Ovvero la sfera divina che per antonomasia è stata descritta dai veggenti cristiani:” Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo”, cioè la sfera della Trinità Divina Universale. Pertanto, sia l’ebraismo sia l’islamismo, così come  tutti i movimenti monoteistici che credono in un Dio unico, un Dio supremo, o la  Causa Prima auto-esistente, eterno, onnisciente e onnipotente, che chiamano Jahvè o Jehovah (Geova italianizzato) o Allah,  e che credono che Gesù Cristo sia il figlio di Jehovah, commettono l’errore di non conoscere le sfere spirituali entro le quali operano le gerarchie divine spirituali, gli esecutori del volere divino, ossia del vero e unico “Creatore Assoluto” di mondi”».

1.   La Trinità superiore e le nove intelligenze cosmiche divine

Nelle tradizioni religiose monoteiste dell’ebraismo, dell’islam e di alcuni movimenti separati dalla concezione cattolica-cristiana, Jahvè, Jehovah (Geova italianizzato) e Allah, sono considerati l’eterno Dio creatore e ordinatore dell’Universo. Essi vengono adorati universalmente e riconosciuti come la fonte ultima di “potere, saggezza e amore”, e sono descritti come “onnipotenti, onniscienti e onnipresenti”. Queste divinità sono considerate dalle religioni monoteiste (escluso il cristianesimo), il fondamento di tutto ciò che esiste, quelli che hanno dato inizio alla creazione; per cui sono considerati assoluti e non possono essere equiparati a nessun’altra divinità. Voler definire Dio con il nostro intelletto umano, quale strumento di pensiero astratto, va bene soltanto per comprendere il mondo e la natura delle cose di cui siamo attorniati. Tuttavia, è pressocché difficile farsi un’immagine veritiera della sua vera natura divina. Come può l’uomo farsi una giusta opinione sulla natura divina di Dio se non conosce nemmeno se stesso? La sua vera natura interiore umana, quale essere corporeo, animico e spirituale, resta tuttora per la teologia umana un mistero ancora da esplorare. La teologia attuale può farsi un concetto di Dio attraverso la manifestazione del creato, ma non può arrivare a concepire e definire la natura di Dio, come onnipotenza ecc., con il pensiero intellettuale astratto. La natura divina, essendo una pura realtà spirituale, può essere concepita solo attraverso un pensiero intellettuale veggente reale che possa elevarsi fino alla dimensione divina spirituale. Mosè ha potuto darci le bellissime immagini bibliche attraverso il suo pensiero veggente, cui poté vedere Dio da dietro, cioè tramite la visione di Dio attenuata, giacché lo splendore di luce divina lo avrebbe accecato similmente come avvenne per Paolo sulla via di Damasco. L’uomo attuale può cogliere un aspetto di Dio attraverso la manifestazione della sua creazione, percorrendo una via spirituale sperimentata da uomini che si sono evoluti a dei gradi superiori di coscienza. Essi sono in grado di elevarsi fino al mondo delle gerarchie divine-spirituali superiori e presentire attraverso la facoltà chiaroveggente, un mondo superiore a cui nessun uomo normale è dato conoscere. È un mondo spirituale superiore che è stato chiamato da altissimi uomini chiaroveggenti cristiani, come il mondo del “Vero Creatore di Mondi”, ovvero il mondo trinitario del “Padre Cosmico Universale” o Assoluto. L’uomo può sviluppare una comprensione più profonda delle gerarchie divine spirituali e di Entità divine ancor più superiori che operano come messaggeri della Trinità Divina superiore.

Queste Entità divine elevatissime, cui ne daremo un accenno più avanti, hanno come collaboratori le entità gerarchiche inferiori della prima, e seconda gerarchia. Le Entità della seconda gerarchia, a loro volta ispirano i messaggeri divini della terza gerarchia e questi, infine, si manifestano e ispirano uomini evoluti terreni e che in Occidente sono conosciuti come “Maestri di saggezza”, mentre in Oriente sono chiamati “Bodhisattva”. Per intraprendere questo cammino spirituale, l’uomo deve aprirsi senza alcun pregiudizio alla conoscenza sulla natura divina ispirata e sperimentata da altissimi discepoli del Cristo, uomini iniziati nei misteri cristiani, i quali possono offrire questa conoscenza attraverso il pensiero spirituale veggente, libero dal condizionamento del cervello fisico.  Essi, infatti, possono pensare con il cervello eterico che permette loro di superare i limiti della nostra dimensione materiale o terza dimensione, e percepire altre dimensioni superiori dell’esistenza divina che vanno oltre i limiti delle stelle fisse e dei nostri sensi fisici umani. Entro queste dimensioni, essi percepiscono “Entità” di luce, così come i nostri occhi fisici percepiscono entità fisiche-umane. Sono noti come “Maestri di saggezza e dell’armonia dei sentimenti”(vedi tavola1)e appartengono a diverse classi di dodici Bodhisattva della “Loggia Bianca” terrestre. Si tratta di una cerchia di uomini evoluti che hanno già superato il limite dell’evoluzione normale umana e che al servizio del Cristo, operano costantemente per il bene dell’umanità.  Cinque di loro operano dal mondo spirituale e sette sono sempre presenti nel mondo fisico.  Essi ci portano a conoscenza di mondi superiori o dimensioni divine spirituali entro i quali operano come citato le nove gerarchie divine spirituali, quali esecutrici di un piano divino proveniente da mondi ancor più superiori, inaccessibili perfino al più alto chiaroveggente umano esistente sulla Terra. Soltanto i Serafini o Spiriti dell’Amore che fanno parte della prima gerarchia spirituale superiore, possono vedere Dio con il loro occhi spirituali e accogliere i “piani” per la creazione di mondi. Questi piani vengono ispirati alle Entità divine-spirituali della seconda gerarchia che, a loro volta, le ispirano alle Entità della terza gerarchia che le realizzano con la collaborazione degli uomini sul piano fisico.

Questa sfera, accessibile soltanto ai Serafini (vedi Tav. 1), è chiamata per antonomasia dai veggenti cristiani: “Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo”, ovvero la sfera della Trinità Divina Universale. Pertanto, sia l’ebraismo sia l’islamismo così come tutti i movimenti monoteistici che credono in un Dio unico, un Dio supremo, o la Causa Prima auto-esistente, eterno, onnisciente e onnipotente, che chiamano Jahvè o Jehovah (Geova italianizzato) o Allah, e che credono che Gesù Cristo sia il figlio di Jehovah, commettono l’errore di non conoscere le sfere spirituali entro le quali operano le gerarchie spirituali, gli esecutori del volere divino, ovvero del vero e unico “Creatore Assoluto” di mondi. Il compito delle gerarchie divine-spirituali, secondo la Scienza dello Spirito, è di essere gli esecutori e collaboratori dell’unica vera “Divinità Creatrice Universale”. Questa divinità Trina non è né Jehovah né Allah, come erroneamente insegnano le correnti religiose menzionate. Queste altissime entità gerarchiche appartengono alla seconda gerarchia spirituale, vale a dire, agli Elohim solari ebraici, o alle Exusiai secondo la terminologia greca, o agli Spiriti della Forma secondo la terminologia antroposofica. Per la divinità islamica Allah, occorre fare un chiarimento a parte che faremo più avanti, poiché è una divinità più complessa di Jehovah. Per certi versi è una divinità simile a Elohim-Jahvè, l’Eloah lunare o il Signore Dio che è menzionato nel secondo capitolo della Genesi (Genesi 2,4) quale creatore dell’uomo di terra, chiamato Adamo. Per cui, non possono essere equiparati all’Essere divino creatore assoluto, esistente al di là del mondo stellare e oltre il nostro Zodiaco, laddove non hanno accesso, poiché la loro coscienza divina non è abbastanza evoluta, essendo essi ancora legati alla coscienza planetaria.
Le Entità divine gerarchiche della seconda gerarchia tra cui Yahveh (Geova) e Allah, sono solo strumenti esecutivi attraverso cui realizzano il “disegno” della Divinità Trina superiore. Senza di esse, il Creatore non potrebbe scendere a livelli così inferiori dell’esistenza, sperimentandosi come essenza umana, quale massima espressione di espansione ed evoluzione della coscienza fino al confine del mondo finito, ovvero fino alla massima densità estrema della materia fisica. È come un respiro vitale eterno che va dal Creatore alla creatura e dalla creatura al Creatore, in un continuo espandersi e contrarsi cosmico simile al respiro umano (cioè, un Manvantara e un Pralaya cosmico, secondo la concezione della filosofia orientale), attraverso infiniti stati di coscienza. Per realizzare tutto ciò, Dio Padre si serve innanzitutto delle Entità della prima Gerarchia spirituale: Serafini, Cherubini e Troni, i quali sono come dire gli “architetti divini” ed esecutori della “Coscienza Divina”. Solo ai Serafini o Spiriti dell’Amore è dato perciò contemplare direttamente la Trinità Divina superiore, dalla quale ricevono direttamente gli “Ordini divini” per la creazione di mondi, che contemplano insieme ai loro subalterni, cioè i Cherubini o Spiriti dell’Armonia e i Troni o Spiriti della Volontà. I piani o ordini superiori vengono successivamente fatti conoscere, come dire, agli “ingegneri divini”, cioè alle Entità della seconda gerarchia, ossia agli Spiriti della Saggezza o Dominazioni (Kyriotetes), agli Spiriti del Movimento o Virtù (Dynameis) e agli Spiriti della Forma o Potestà (Elohim, Exusiai). Il tutto viene ora successivamente elaborato, per così dire, dai “geometra divini”, cioè dalle Entità della terza gerarchia: Archai o Spiriti del Tempo, Arcangeli o Spiriti del Fuoco e Angeli o Spiriti del Crepuscolo. La terza gerarchia ha quindi il compito di realizzare, sul piano fisico inferiore, con la collaborazione degli uomini, la Volontà divina attraverso stati di coscienza o eoni cosmici, tramite lunghi periodi di Epoche e di sotto epoche chiamate “Periodi di cultura”.1 (1. continua)

Collegno, febbraio 2024                                                           Antonio   Coscia

Note Antroposofiche

1       Secondo la scienza dello spirito, l’evoluzione dell’uomo avviene attraverso sette stati di coscienza chiamati: «Saturno, Sole, Luna, Terra, Giove, Venere e Vulcano» (vedi Tav.2).   . Questi sette stati di coscienza devono a loro volta attraversare altri sottostati molto complessi, chiamati: stati di vita, di forma, di Epoca e infine sottoepoche o periodi di cultura. Essendo un tema molto complicato vogliamo prendere in esame soltanto le Epoche e le sottoepoche o periodi di cultura. Possiamo dire che il quarto stato di coscienza cosmico o eone della Terra, deve attraversare sette stati di vita, di cui ognuno passa attraverso sette stati di forma. Ogni stato di forma a sua volta, deve attraversare sette Epoche e infine, ognuna attraversa sette periodi di cultura.  La Terra ha già attraversato quattro Epoche: «Polare, Iperborea, Lemurica e Atlantica». Attualmente dopo il “Diluvio Universale” siamo entrati nella quinta Epoca Postatlantica che ha già attraversato quattro periodi di cultura: «Paleo-Indiano, Paleo-Persiano, Egizio-caldaico-ebraico e il greco-romano che è terminato nel 1413.  Attualmente siamo dunque nella quinta Epoca Postatlantica e nel quinto periodo di cultura che finirà dopo circa 2160 anni, cioè nel 3573, dopodiché entreremo nel sesto periodo di cultura chiamato nell’Apocalisse: “Filadelfia”.

TAVOLA 1

TAVOLA 2

L’Epifania di nostro Signore

Particolare dell’Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano, Galleria degli Uffizi

«Dobbiamo tornare nuovamente a questa comprensione soprasensibile del Cristo. Nonostante la sincera venerazione  che vogliamo conservare per la festa dell’anniversario di Gesù, per quella che è diventata la festa del Natale, dobbiamo nuovamente imparare a dirigere la nostra attenzione interiore sull’altra nascita, che si compie quì come una nascita sovraterrena,  attraverso il Battesimo di Giovanni nel Giordano» (Rudolf Steiner O.O. 209, 25.12.1921).

La nascita virginale e la nascita battesimale

Il 6 gennaio è una data molto importante per il mondo cristiano e non solo, poiché è una ricorrenza che ogni anno dovrebbe coinvolgere qualsiasi uomo che aneli all’unione con il  divino Spirito cosmico del nostro universo planetario, che chiamiamo “Cristo o Cristo Gesù”.  Questo giorno, infatti, ci ricorda  la nascita dell’Altissimo Spirito del Sole nell’uomo di Nazareth, ossia Gesù detto il Christós (Messia = Unto dal Signore) attraverso il Battesimo nel fiume Giordano, da parte di Giovanni il Battista. È un “Impulso divino” che ogni anno ripete l’avvento e la discesa del Cristo che  dal mondo incommensurabile della “Parola creatrice” si unisce alla Terra e al cuore di ogni uomo di buona volontà, in quanto impulso d’amore cosmico divino! Dal mondo del Padre cosmico esistente al di là dello Zodiaco, questo nuovo Impulso divino entra dalla porta della costellazione dell’Ariete il 24 dicembre (Natale) in concomitanza alla nascita virginale del bambino Gesù del Vangelo di Luca e passando  attraversando le dodici costellazioni cosmiche, raggiunge il 6 gennaio (Epifania) la costellazione dei Pesci, dove si unisce alla Terra e a coloro che con vera fede lo accolgono nel loro cuore; ripetendo in tal modo appunto la nascita battesimale compiuta dal Battista nel 30 d.C. su Gesù di Nazareth. È un impulso spirituale che ogni anno rinnova le forze della Terra preparandola ad una nuova  nascita germinale che sboccerà poi in primavera, con il  risveglio della Terra. Secondo Rudolf Steiner l’uomo che sappia accoglierlo con vera fede e devozione e che con cuore sincero aneli all’unione con lo Spirito del Cristo, può avere un risveglio spirituale da cui potrà essergli data la grazia di incontrarlo  nel mondo astrale nei dintorni della Terra dove è presente col  Suo corpo eterico, quale promessa della Sua seconda venuta (Mc 13,26). Purtroppo, nel corso dei secoli e in modo particolare negli ultimi secoli dello sviluppo scientifico e in concomitanza con la rivoluzione copernicana, la civiltà scientifica, se da una parte ci ha resi più liberi ed emancipati, dall’altra ci ha tratto sempre più in basso nell’egoismo del materialismo consumistico moderno. Questo ha ridotto le festività natalizie cristiane solo più a una tradizione di scambi di regali e di stare insieme per passare una giornata diversa con la voglia di divertirsi, perdendo così di vista il vero significato sia della tradizione del Natale sia quella dell’Epifania di nostro Signore. Nella tradizione occidentale è diventato ormai consueto festeggiare appunto al posto della festa dell’Epifania del Signore, la festa popolare della “Befana”, ovvero la ricorrenza di una goffa e brutta contro-immagine femminile di strega che va in giro la notte del 5 gennaio, cavalcando una scopa volante per la gioia dei bambini che i genitori  suggeriscono di mettere vicino al letto una calza appesa, entro la quale possa mettere dei doni secondo il  loro comportamento morale durante l’anno trascorso.

Nei tempi antichi quest’immagine simboleggiava l’antico culto pagano mitraico che usava propiziarsi attraverso spiriti volanti (spiriti femminili che svolazzavano nei campi dopo la semina) i frutti della terra, alfine che in quell’anno fossero abbondanti. Questa figura mitica femminile venne contrapposta nel quarto secolo d.C. come figura oscura notturna lunare, alla figura diurna solare del Cristo e, venne associata anche ad altre tradizioni sparse per l’Italia meridionale tra cui, per esempio, la fine del vecchio anno, oppure l’antica tradizione dei tre re Magi (menzionati nel vangelo di Matteo)  che offrono i loro doni al loro antico maestro e astrologo babilonese Zoroastro rinato nel bambino Gesù, in una casa di Betlemme. Oggi il materialismo consumistico moderno ha trasformato  la festa dell’Epifania, così come la tradizionale festa di Natale, in scambi di regali e di auguri sciocchi e offensivi nei confronti delle donne, con l’appellativo di Befane! In realtà nell’antichità questa festa era per i cristiani una delle più importanti feste dell’anno perché  simboleggiava la nascita del “Verbo solare”, l’Altissimo Spirito del Sole. Ovvero, era festeggiata la nascita sovrasensibile battesimale del Cristo cosmico che si univa alla Terra, tramite l’incorporazione nel corpo astrale di Gesù di Nazareth attraverso il battesimo con l’acqua da parte del Battista che, con l’andare del tempo, si è perso  sempre più il significato e l’importanza che andava assumendo nei primi secoli del  cristianesimo originario, non solo per i cristiani ma per l’anima umana di tutta l’umanità. Occorre pertanto dire che, se l’umanità non vuole perdere la sua origine divina staccandosi dal mondo spirituale come un ramo secco dall’albero, col rischio di indurirsi sempre più con l’andare del tempo in uno sfrenato egoismo luciferico e materialismo arimanico, e avere invece la possibilità di  elevarsi al rango di  decima gerarchia spirituale  angelica secondo la meta divina, deve riconsiderare il vero significato sia del Natale che dell’Epifania di nostro Signore, ripristinando queste due feste cristiane. Queste due importantissime feste cristiane erano festeggiate anticamente con molta venerazione e devoto rispetto, poiché esprimevano la manifestazione di due nascite divine importanti sia nell’ambito terrestre, sia nell’ambito dell’anima umana, quali archetipi primordiali di tutta l’umanità terrena. Infatti, fino alla metà del quarto secolo, la nascita del Cristo o ‘Epifania del Signore’ era festeggiata appunto il 6 di gennaio, poiché esprimeva per il mondo cristiano antico la nascita battesimale del Cristo-Sole nell’uomo di Nazareth chiamato Gesù, tramite Giovanni il Battista nel sacro fiume Giordano. Giovanni l’Evangelista ne fa menzione nei primi passi del suo vangelo, laddove egli afferma che il “Logos divino” (la Parola creatrice) si fece carne e visse per tre anni sulla Terra come uomo tra gli uomini, fino a compiere l’estremo sacrificio della croce e sperimentare la morte umana, un’esperienza  che fino ad allora era incomprensibile per gli Dei superiori. Gli Dei comprendevano la nascita dell’uomo, ma non la morte, poiché non esiste nel mondo spirituale. Solo il sacrificio di un Dio molto particolare, che è sempre stato vicino all’umanità fin dai tempi primordiali dell’origine della Terra, risalente a tre eoni o stati di coscienza cosmici molto antichi che chiamiamo “Saturno, Sole e Luna”, in cui l’umanità era ancora tutt’una nel grembo divino, poteva dare loro l’esperienza della morte umana. È solo nel nostro eone terrestre, ovvero verso la metà del nostro quarto stato di coscienza cosmico e durante il quarto periodo di cultura greco-romano dell’anno 1 d.C., che il Cristo ebbe la possibilità da un mondo puro ed elevatissimo di discendere per immergersi nella materialità più densa terrestre per unirsi alla Terra attraverso l’uomo di Nazareth, nel fiume Giordano.  Secondo la Scienza dello Spirito, lo abbiamo conosciuto fin dall’antichità nelle nostre vite passate durante il periodo Paleo Indiano, come “Vishvakarman attraverso  la religione indù dei sette Santi Rishi dell’Oriente. Nel secondo periodo Paleo persiano, tramiteil grande discepolo solare Zarathustra lo abbiamo conosciuto come “Ahura Mazdao”.Poi dopo,nel terzo periodoegizio-caldaico-ebraico,attraverso il grande Profeta e condottiero ebreo Mosè, lo abbiamo conosciuto come Jehovah o Yahve o, come ”Io Sono l’Io Sono”. In ultimo, nel quarto periodo greco-romano, lo abbiamo conosciuto sul piano fisico come “Gesù di Nazareth”, il Messia o portatore del Cristo.

Occorre dunque andare fino all’anno 353 d.C. dove la nascita battesimale del Cristo era ancora commemorata dai cristiani romani, con sacralità e con la più profonda gratitudine insieme alle altre comunità cristiane e ai primi Padri delle chiese mediorientali. Successivamente, con l’editto di Costantino del febbraio 313 d.C. firmato a Milano, il cristianesimo diventava una religione di Stato e quasi subito dopo la sconfitta del suo avversario Massenzio, l’Imperatore Costantino iniziò a trasformare il cristianesimo in una sorta di sincretismo giudaico – pagano – romano, in quanto seguace del culto solare del Dio Mitra. La conversione di Costantino al cristianesimo originario nascente, avvenuta tramite un sogno, durò poco. Questa nascita mistica battesimale era poco compresa dai romani e creava malcontento tra il popolo, che preferiva invece offrire i propri culti agli antichi Dei pagani piuttosto che abbracciare la religione di un Dio morto tramite l’ignominia della croce. Ciò intralciava l’ambizione del potere imperiale di Costantino, per cui ben presto ritornò al culto solare pagano mitraico, fino a quando Teodosio il Grande, decretò la fine di tutte le religioni pagane nel 391. Grazie alla protezione dell’Imperatore Teodosio, la religione giudaico-cristiana si consolidò sempre di più nell’Impero romano e, di conseguenza, l’impulso cristiano originale dell’incarnazione del “Logos creatore” secondo l’evangelista Giovanni, andò perduto. Questo dipese dal fatto che la celebrazione del Cristo-Sole, la cui nascita era festeggiata il 6 gennaio, venne spostata da papa Liberio il 25 dicembre del 354, e al suo posto venne commemorata la “nascita verginale” di Gesù bambino, nato dall’intervento divino dello Spirito Santo attraverso la Vergine Maria di Nazareth, discendente della casa di Davide e risalente fino a Dio, quale archetipo divino dell’umanità e figlio dell’Elohah Yahveh o Jehovah.1  In questo modo la teologia romana cristiana, dall’anno 354 in poi, perse la nascita del Cristo cosmico come “nascita battesimale”, e accolse al suo posto, la “nascita virginale” di Maria (del vangelo di Luca), la cui discendenza è fatta risalire dall’evangelista Luca fino ad Adamo e da questi a Dio. Pertanto, il vero cristianesimo ritornò nell’ombra dei misteri, dove per vie esoteriche sotterranee, emerse nel tredicesimo secolo tramite l’altissima personalità cristiana di Cristian Rosenkreuz. Secondo Rudolf Steiner, i Maestri2 dell’umanità che guidano l’evoluzione terrestre dello sviluppo umano da un’epoca all’altra, fecero fluire nel XIII secolo in un luogo segreto dell’Europa tutta la loro conoscenza attraverso un rituale particolare di formule magiche nell’anima di Cristian Rosenkreutz. Egli divenne in tal modo come trasparente e, staccandosi dal corpo, incontrò l’Entità del Cristo-Sole nel mondo spirituale che accolse la conoscenza insufflatagli dai dodici Maestri dell’umanità,  trasformandola completamente  e rinnovandola in un nuovo cristianesimo in vista dello sviluppo dell’anima cosciente3, iniziato nel XIV secolo. A causa dei dogmi teologici persecutori nati nella Chiesa cattolica contro qualsiasi corrente od ordine spirituale che non giurasse sottomissione alla Chiesa romana (vedi i Templari), questo nuovo cristianesimo rinnovato non poté che manifestarsi soltanto in pochi uomini iniziati rosicruciani nel XVII secolo in Germania, come corrente esoterica della Rosa-Croce. Soltanto nel XX secolo, grazie al fondatore dell’Antroposofia Rudolf Steiner, uno dei più elevati Iniziati cristiani chiaroveggenti rosacruciano e discepolo del Cristo, questa corrente esoterica si diffuse a tutti gli uomini di qualsiasi razza e ceto sociale. Oggi grazie alla Scienza dello Spirito o antroposofia, possiamo accogliere queste due feste cristiane con la dovuta  devozione e con la giusta comprensione di che cosa esse debbano significare per ognuno di noi che voglia riconoscersi quale vero seguace del Cristo e per l’intera umanità, affinché possiamo evolvere nella giusta direzione della meta divina stabilita da Dio fin dal primo periodo dello stato di coscienza cosmico dell’antico Saturno. Grazie all’Antroposofia possiamo oggi  rispondere alla famosa locuzione posta dal quadro del pittore francese Paul Gauguin nel 1987, il quale pone il massimo quesito dell’uomo: “Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?

Collegno, gennaio 2024                                                          Antonio  Coscia

Note   Antroposofiche

1      Jehovah  o Jahvè, è un elevata Entità divina spirituale appartenete alla seconda gerarchia divina degli Spiriti del Sole che vengono comunemente chiamati Potestà o Exusiai e dalla Scienza antroposofica “Spiriti della Forma”, poiché sono le Entità spirituali che stanno dietro ad ogni forma fisica. Ovvero, dietro a ogni forma fisica esistente nell’universo planetario, operano con le loro forze formative questi altissimi spiriti solari cui nella Bibbia ebraica sono chiamati “Elohim” (Dei o Divinità)  che sono attivi nel primo capitolo della Genesi cui descrive la creazione del mondo ispirati dall’Altissimo Dio solare che nel primo verso recita così: «In principio Dio creò il cielo e la terra.  La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque» (Genesi 1,1-2). Ora lo Spirito divino che aleggia sulle acque (mondo Astrale), era il Cristo, ossia l’Io Sono l’Io Sono o, il secondo aspetto della Trinità Divina Superiore che conosciamo come antonomasia di Dio Figlio. Egli quale “Guida e Archetipo superiore” di tutte le divinità gerarchiche del mondo planetario e per altri aspetti del mondo stellare, opera come guida ispiratore nei confronti degli Elohim creatori solari che secondo la Scienza dello Spirito, sono sette. In  ogni gerarchia spirituale operano difatti sette spiriti  guida e possiamo qui pensare che Jehovah o Jahvè è il centro, la guida centrale dei sei Elohim creatori cui ebbe il compito di sacrificare la sua parte divina  come guida solare, per trasferirsi sulla Luna dove assunse il compito di completare la creazione dell’Uomo androgino primigenio originario (Adam Kadmon) creato dai sette Elohim solari,  da cui derivò poi l’Uomo di Terra, cioè Adamo. Possiamo ancora aggiungere per quanto in una nota si possa dire,  che Jehovah non ha solo avuto il compito di creare l’uomo di Terra e diventare la guida del popolo ebraico antico, ma ha il compito di contrastare dalla fortezza lunare le forze luciferiche che operano dal sole e quelle dell’ottava sfera4 astrale entro la quale operano le forze negative di Lucifero e di Arimane. Egli ha inoltre il compito in un lontano futuro di unire la Luna alla Terra e, in un futuro ancor più lontano, la Terra e la Luna con il Sole; dopodiché si unirà definitivamente con i suoi fratelli solari in un’evoluzione superiore.

2      I Maestri di saggezza e dell’armonia dei sentimenti, sono una cerchia di  uomini evoluti che hanno già superato di molto l’evoluzione normale umana e che appartengono a diverse classi dei dodici Bodhisattva della loggia Bianca terrestre. Essi sono al servizio del Cristo e operano costantemente per il bene dell’umanità, di cui cinque operano dal mondo spirituale e sette sono sempre presenti nel mondo fisico. I sette Bodhisattva che operano sul piano fisico sono: “Maestro Gesù (l’antico Zarathustra), Cristiano Rosacroce (l’antico Lazzaro-Giovanni), Manes, Buddha, Bodhisattva Maitreya,  Sciziano e Novalis (vedi lo schema sotto del Settogramma dei Maestri, tratto dal libro di Serghei O. Prokofieff: “La nascita dell’esoterismo cristiano nel XX secolo” e “Rudolf Steiner e i Maestri del cristianesimo esoterico” – Ed. Widar).). I Bodhisattva occidentali al contrario di quelli orientali che diventando dei Buddha, non s’incarnano più nel mondo fisico, seguono invece il Cristo fino agli adempimenti dei tempi dell’eone terrestre.

3      L’Anima cosciente o  dell’intelletto è la quintessenza dell’anima umana attraverso cui l’io umano esprime quella parte più essenziale di sé come pura essenza della vera volontà umana, cui  l’«io risvegliato» può autoconoscersi e afferrarsi come un essere autonomo e libero, congiunto a un essere a lui superiore o Io superiore divino. In sintesi, è quella parte più profonda dell’anima umana attraverso cui l’io umano può afferrarsi e riconoscersi come un che di divino o il «dio nell’uomo». Nel libro la «Scienza Occulta» Rudolf Steiner scrive: «L’uomo, tramite l’anima cosciente può trovare in sé un che di divino, perché la sua più caratteristica essenza proviene dal divino. Per mezzo dell’anima cosciente l’uomo raggiunge la vera conoscenza interiore di se stesso, così come per mezzo del corpo astrale raggiunge una conoscenza del mondo esterno (…).  Nell’anima cosciente comincia a rivelarsi la vera natura dell’io. Poiché mentre attraverso la sensazione e l’intelletto, l’anima si abbandona ad altre cose, come anima cosciente essa afferra la sua propria essenza (…). Quindi l’io non può essere percepito dall’anima cosciente in altro modo che per mezzo di una attività interiore (…) estraendo  dalle sue profondità la sua propria essenza, per poterne acquistare coscienza. Con la percezione dell’io (con l’autoconoscenza) comincia un’attività interiore dell’io (…). La forza che svela l’io nell’anima cosciente è quella stessa che si manifesta ovunque altrove nel mondo; solo nel corpo e nelle parti costitutive inferiori dell’anima essa non appare direttamente, ma si rivela per gradi nei suoi effetti (…). [Questa forza] che penetra come goccia nell’anima cosciente è quello che la scienza occulta chiama spirito. L’anima cosciente si collega così con lo spirito, il quale è la parte nascosta di tutto ciò che è manifesto» (pag. 56-57-58).

 4       È molto complesso spiegare che cosa sia l’ottava sfera in quanto richiede una preparazione accurata della Scienza dello Spirito o antroposofia. In questa nota possiamo dire che l’evoluzione cosmica umana si svolge attraverso sette stati o sfere cosmiche di coscienza che la Scienza dello Spirito chiama: “Saturno, Sole, Luna, Terra, Giove, Venere e Vulcano”. Ognuno di questi stati  di coscienza cosmici passa a sua volta attraverso come dire sette sottostati di coscienza chiamati “Stati di vita, di forma, di Epoca e  periodi di cultura”.  In tutti questi sottostati di coscienza qualcosa resta indietro come scoria animica elementare secondo gli stati di forma menzionati, che in questo caso dobbiamo attribuire in particolare allo stato di coscienza dell’antica Luna. Pertanto nell’evoluzione seguente, queste scorie agiscono da freno, da contrasto nei riguardi dell’evoluzione normale, come fosse una sfera a sé. Da questa sfera  agiscono delle Entità spirituali anch’esse rimaste indietro negli stati di coscienza planetari antichi che, cercano in tutti i modi di porre fine all’evoluzione terrestre rubando per modo di dire la materia terrestre quale creazione degli spiriti della Forma o Elohim solari, per fare di questa loro sfera spettrale, una sfera malefica secondo il loro volere anticonformista verso gli Dei del progresso e dell’evoluzione normale. Rudolf Steiner tenne a Dornach il 18 ottobre 1906 (O.O.254), una conferenza dove dice che l’ottava sfera  si presenta al chiaroveggente come una sfera spettrale, costituita da immagini-visionarie dell’antica Luna che Lucifero e Arimane cercano di riempire con della materia terrestre che vogliono sottrarre a Yahve e alla libera volontà umana, in modo da estinguere l’esistenza terrestre. In ciò potrebbero riuscire se Yahve e gli spiriti della Forma normali non avessero preso delle precauzioni, contrapponendogli la nostra Luna fisica, la quale essendo costituita di materia molto condensata, fa sì che Lucifero e Arimane vengano fermati. Ciò non è valido nei confronti dell’uomo, dove essi possono carpire questa materia, animica tramite la volontà visionaria umana, ossia verso quegli uomini che sviluppano una chiaroveggenza ottusa fatta appunto d’immagini illusorie che non rispecchiano la realtà del mondo spirituale, ma una realtà animica illusoria. Per meglio dire, il maggior apporto d’immagini-visionarie che serve a Lucifero e ad Arimane, può essere preso dal capo umano (spiritualmente),  quando attraverso delle vie spirituali  occulte sviluppa una chiaroveggenza immaginativa errata, cioè un ritorno alle antiche forze chiaroveggenti ottuse antiche (luciferiche appunto) e non tramite una via esoterica come può essere quella dell’Antroposofia o Scienza antroposofica cristiana-rosicruciana. 

A TUTTI I VISITATORI DEL BLOG “PENSIERI ANTROPOSOFICI DELL’ANIMA”, AUGURO BUONE FESTE E UN SERENO ANNO 2024

LA NATIVITA’ DEL BEATO ANGELICO

Sento come disincantato

il figliolo dello spirito nel grembo dell’anima;

nella chiarezza del cuore

la sacra parola universale ha generato

il frutto della speranza

che cresce giubilando nelle lontananze del mondo

dal fondamento divino del mio essere”.

Rudolf   Steiner

Il Paraclito, i grandi Bodhisattva e il Bosatsu dell’Oriente XVII

Monaco buddhista in meditazione

«L’uomo non vive una volta sola, ma sperimenta ripetute vite terrene, ciascuna delle quali è effetto di quelle precedenti e punto di partenza di numerose altre che verranno.  Da questa conoscenza dipendono tutta la fiducia nella vita, tutta la sicurezza nel nostro lavoro e la soluzione di tutto ciò che ci presenta in forma di enigma. Da essa l’uomo attingerà sempre più forza per l’intera esistenza, fiducia e speranza per ciò che deve agire nel futuro. Per questo tali affermazioni riguardano ogni essere umano. Che cos’è dunque che lavora di vita in vita, che ha avuto inizio in vite terrene precedenti e procede attraverso tutte le esistenze terrene? È l’io umano, quel nome che la nostra lingua ci permette di pronunciare solo se lo riferiamo a noi stessi. L’io dell’uomo  passa di vita in vita, e così facendo compie la propria evoluzione».

 Rudolf Steiner  (“Metamorfosi dell’Anima” O.O. n.58; Parte prima pag. 46-47).

17.11. Il Bosatsu dell’Oriente XI

Similmente a ogni comunità religiosa monoteista anche Sûkyô Mahikari presenta un’organizzazione piramidale, cui però non va pensata  come una verticalità gerarchica strettamente somigliante alla gerarchia ecclesiastica della Chiesa cattolica al cui apice sta il Papa quale vescovo di Roma e sovrano della città del Vaticano. Ma, dobbiamo pensarla  piuttosto come una collaborazione attiva con il mondo spirituale, il cui centro è situato in Giappone nella città di Takayama stante nella prefettura di Gifu dove è stato costruito un Tempio mondiale secondo le rivelazioni ricevute da Dio creatore, (Mioya Moto Su Mahikari Ohomikami o, più semplicemente Dio Su)51, alfine di realizzare la Volontà divina sulla Terra. Questa collaborazione ideologica cosciente nasce col compito di realizzare l’unità spirituale e l’armonia nei diversi Dojo presenti in tutto il mondo, ponendo al primo posto la disponibilità  di essere utili agli altri e all’espansione di Mahikari subordinando in tal senso la propria volontà, ossia  assumendo un atteggiamento di obbedienza  (Sunao) nei riguardi dei responsabili  dirigenti dei Dojo confermati dal terzo Oscienusci, cioè l’attuale guida e Maestro Spirituale Kôô Okada52. Contrariamente alla elezione del Papa che viene scelto dai vescovi, la guida spirituale di Sûkyô Mahikari viene scelta attraverso la diretta successione tra Maestro e discepolo che viene adottato come figlio spirituale; difatti,  il  Maestro Kôô Okada  è stato scelto e adottato come figlio spirituale dall’Oscienusci precedente, ovverosia da Keisciu Okada (Seisciusama) che a sua volta, fu adottata come figlia spirituale da Sukuinuscisama ovvero, il venerabile Maestro fondatore Kôtama Okada, ai quali  egli è strettamente collegato spiritualmente. Esiste perciò una linea rossa verticale che dai Maestri fondatori dal mondo spirituale si collega  al Maestro guida Kôô  Okada, e da questi attraversando tutte le anime dei responsabili dirigenti dei diversi Dojo della Terra va a incrociarsi con i kami kumitè e i yokoshi53, formando così la croce cosmica spirituale attraverso cui la Terra e l’umanità viene  purificata dalla luce divina proveniente dalle gerarchie divine spirituali superiori, alfine che l’uomo venga risvegliato spiritualmente e prenda coscienza della sua origine divina. Pertanto, affinché possa essere realizzata la vera unità spirituale in ogni Dojo, attraverso cui è possibile  crescere, prosperare ed evolversi spiritualmente, occorre che la linea orizzontale rappresentata dai kami kumitè e dai yokoshi si unisca alla linea rossa rappresentata da ogni dirigente del Dojo con vera obbedienza (Sunao). Se ciò avviene con vera sincerità e consapevolezza, viene realizzata quella  triplice potenza  spirituale espansiva che scaturisce dall’immagine del cerchio dorato del Goshintai o “Cion”, attraverso cui sarà possibile purificare il mondo umano dagli spiriti possessori e da quelli del contrasto, in modo da  conseguire la vera crescita spirituale ed espansione materiale secondo la volontà del mondo divino.  

La luce divina di Mahikari è un dono del mondo spirituale che viene elargito all’umanità affinché possa essere purificata, elevata e alleggerita dal peso karmico negativo delle vite passate,  compensando volontariamente attraverso azioni altruistiche e trasmettendo la luce divina alle persone sofferenti a causa dello spirito possessore, ovvero del Doppio umano o Doppelgänger presente in ogni uomo, come citato nella nota (50). Occorre per questo essere preparati ad accoglierla nel modo giusto e a saperla meritare, in quanto che la luce che emana dal Goshintai e dall’oggetto sacro che ogni membro di Mahikari porta su di sé, potrebbe essere oscurata dall’egoismo e dalla disarmonia di eventuali contrasti che potrebbero sorgere sia nell’ambito famigliare, sia nella comunità sociale e sia fra gli stessi membri di Mahikari. Ciò è convalidato dalle parole di Keisciu Okada e riportate diversi anni fa in un fascicolo mensile di  Mahikari, cui non ricordo il  mese e l’anno della sua pubblicazione, ma che in sintesi il suo contenuto diceva pressappoco che osservando i Dojo da lontano (dobbiamo pensare con la vista spirituale) scorgeva le nuvole dell’egoismo e dei contrasti che offuscavano la luce divina dell’altare. È un aspetto che viene spesso ripetuto negli insegnamenti di Mahikari dove è consigliato  ai membri kami kumitè e yokoshi, di sforzarsi ogni giorno di vivere una vita equilibrata e di vero altruismo verso il prossimo alfine di realizzare il principio di prosperità Ken, Wa, Fu; cioè, di concretizzare  attraverso il Sonen profondo (Ken) e la giusta armonia (Wa),  la giusta prosperità famigliare (Fu). Ciò vale anche per i Dojo, dove affinché la comunità di Sûkyô Mahikari possa espandersi sempre più nel mondo portando soccorso alle anime umane sofferenti, debbano per questo realizzare nell’ambito dei Dojo la vera fede verso Dio creatore, in modo da sviluppare e mettere in pratica i principi divini enunciati durante i tre giorni del corso elementare e di quelli esposti nel corso medio, alfine di sviluppare il principio di prosperità anzidetto. Per meglio esprimere e approfondire questo concetto, diciamo che affinché in ogni Dojo possa nascere l’armonia e da questa la prosperità e l’espansione di Mahikari, occorre dunque che i membri  dirigenti così come i kami kumitè e i yokoshi, tendano a unificarsi con atteggiamento Sunao, unendo la forza del fuoco rappresentata dai dirigenti con la forza dell’acqua rappresentata dai kami kumitè e i yokoshi. In tal modo realizzano quella forza espansiva rappresentata dal centro del Goshintai, il quale simboleggia il tempio o il luogo sacro attraverso cui si manifesta la luce divina, raffigurata appunto dal simbolo della  croce al cui centro è posto un cerchio dorato da cui emana spiritualmente l’aura di luce. Il Goshintai difatti, è una pergamena rettangolare al cui centro è simboleggiato  una croce formata da due linee, di cui una rossa verticale che simboleggia la potenza del fuoco o degli spiriti solari che s’incrocia con una linea blu orizzontale che simboleggia la potenza dell’acqua o degli spiriti lunari, al cui centro è raffigurato un cerchio giallo con un simbolo scuro chiamato “Cion” che simbolizza la Volontà del creatore o Dio Su, da cui emana  l’aura di luce che vivifica e purifica ogni cosa espandendosi verso le quattro direzioni spirituali terrestre, dal luogo in cui è situato il simbolo del Goshintai.

Questo simbolo vitale divino, possiamo rapportarlo al simbolo egizio, ovverosia alla chiave di Iside o croce egizia cosiddetta “Ankh”54  o anche chiave della vita, la quale è formata da due simboli: una (T) o “Tau”55 e da un ovale (0), o da un cerchio circolare  (ouroboros)56 che si sovrappongono, il cui significato può essere interpretato in vari modi cui sostanzialmente possiamo pensare che rappresenti la vita esistente in ogni essere vivente.  Possiamo anche raffrontarlo col  simbolo dei  rosacroce, cioè una croce nera al cui centro sono poste a forma di cerchio sette rose rosse, di cui quattro al disotto e tre al di sopra della linea nera orizzontale che rappresentano l’uomo terreno inferiore quadripartito perituro, e l’uomo divino superiore tripartito imperituro. Per meglio dire, le sette rose rosse rappresentano l’entità settemplice della costituzione  umana purificata e trasformata dall’Io superiore, di cui: le quattro rose inferiori rappresentano il corpo fisico, il corpo eterico, il corpo astrale e l’io inferiore; le tre rose superiori rappresentano il Sé spirituale o Manas, lo Spirito vitale o Budhi e l’Uomo spirito o Atma, entro i quali sono uniti l’Io superiore e il Vero Io57 dell’uomo  che si aprono e congiungono  al Vero Io del Cristo, ossia all’Io Sono l’Io Sono (Dio Su) com’è conosciuto in occidente. Secondo la Scienza dello Spirito, noi viviamo nel quinto periodo di cultura chiamato “anglo-germanico”, cui seguirà il sesto  “russo-moldavo” e infine un settimo “l’americano” che terminerà con una grande catastrofe. Ognuno di questi periodi non è altro che un ripetersi  a un livello  superiore di cultura di un periodo antico che l’umanità ha già superato, ossia: il nostro periodo anglo-germanico è una ripetizione del terzo periodo egizio-caldaico-ebraico; il secondo  periodo di cultura Paleo Persiano si ripeterà nel sesto periodo russo-moldavo e il primo periodo di cultura, Paleo Indiano nel settimo periodo americano. Da questo possiamo capire maggiormente il nostro periodo di cultura nell’approfondimento dell’astronomia, dell’astrologia, della scienza, della medicina e in modo particolare, nell’arte di guarigioni magiche provenienti dal Giappone come Sûkyô Mahikari, Reiki e tutte le nuove religioni (shinshūkyō) sviluppatesi nel XIX-XX secolo, cui anche i sacerdoti  del terzo periodo di cultura egizio-caldaico.ebraico operavano l’arte magica sugli ammalati in sintonia con gli Dei, tramite la veggenza spirituale.

Oggi è possibile attraverso un corso elementare della durata di tre giorni, avere la possibilità di praticare l’arte sacra della purificazione e guarigione dell’anima umana, attraverso la pratica spirituale di Okyiome. Per quanto concerne questa pratica di purificazione vogliamo dare un maggiore chiarimento e approfondimento di come si è già accennato  nei diversi articoli precedenti. Innanzitutto questa pratica di purificazione si svolge maggiormente nei Dojo fra due persone, cioè da un’iniziato che trasmette la luce e da un altro che la riceve. La pratica di Okiyome dura dai 30 ai 50 minuti secondo le esigenze personali che come citato, iniziano con una preghiera mantrica (Amatzu Norigoto) composta da un idioma antico giapponese per la maggior parte da vocali e poche consonanti. Dopodiché si trasmette la luce divina al punto otto (P.8) per circa 10 minuti, con la mano alzata a una distanza di circa 30 cm. dalla fronte e in direzione della ghiandola pineale situata al centro della testa del ricevente, cui rappresenta sul piano fisico la sede centrale entro la quale si manifesta e opera dal mondo astrale l’anima principale. Poi dopo, si purifica la zona posteriore della nuca ai punti P7 e P6, in modo da sciogliere maggiormente le tossine quali manifestazioni delle impurità dell’anima sul piano fisico; infine, altri 10 minuti al punto P1 della zona renale in modo che lo scioglimento delle tossine possa fluire bene attraverso l’urina. Come si può  capire è importante ricevere la luce divina del punto P8 tutti i giorni, in modo che il Doppio umano presente nell’anima dell’uomo, possa essere purificato e dominato dall’anima principale o io inferiore umano in ogni momento della giornata. Occorre ricordare che nell’anima umana, cioè nel corpo astrale umano si annida il “Doppio umano” che come accennato, è una figura oscura cui rappresenta tutta quella astralità umana che l’io terreno ha reso imperfetto attraverso le sue azioni scriteriate delle vite passate, per cui è una parte dell’io umano che resta indietro imperfetta e che quindi contrasta con la nuova Personalità58 umana più evoluta con la quale si riveste la  nostra Individualità o Io umano superiore che scende a incarnarsi nella nuova vita terrena.  Sta di fatto che entro questa parte astrale imperfetta rimasta indietro, si annidano anche le forze tentatrici di Lucifero e di Arimane che quale conseguenza creano un “non io”, ossia il Doppio umano appunto che come spiegato nella nota  (50) dell’articolo precedente, sono i responsabili dellemalattie organiche e psichiche che compaiono nell’uomo. Per meglio comprendere questo aspetto del Doppio o non io, occorre soprattutto comprendere la costituzione umana così come spiegata nel corso elementare di Mahikari e come è spiegata dall’Antroposofia nei libri antroposofici della “Scienza Occulta O.O.13 e Teosofia O.O. 9”; pubblicati dalla casa  “Editrice  Antroposofica di Milano”.  (17.11. Continua)

Collegno, dicembre 2023                                               Antonio  Coscia

Note   Antroposofiche

51     MIOYA MOTO SU MAHIKARI OOMIKAMI  è il nome divino che Kôtama Okada riceve dalla rivelazione spirituale, cui per semplificarlo è chiamato DIO SU. La sillaba “SU” è il centro    dei 48 suoni dell’alfabeto giapponese chiamato Hiragana che secondo la credenza del Kotodama59 della parola giapponese, possiedono un’influenza magica sul corpo, anima e mente.  Non dobbiamo per questo lascarci disturbare da questo aspetto in quanto la lingua giapponese ha un modo di esprimersi diversamente dalle nostre lingue occidentali. Per cui DIO SU è lo stesso Dio creatore o Logos divino che conosciamo come Messia o Christós, Gesù di Nazareth, Gesù Cristo o, “l’IO SONO  l’IO SONO”, anche sesu questi nomi andrebbe fatto un chiarimento a parte, in quanto rappresentano  Entità spirituali diverse come ho cercato di chiarire in alcun articoli apparsi su questo blog, col titolo: ”Il Maestro Gesù, il Cristo Gesù e il Cristo”. Nel nostro universo non può che esserci un solo Dio, il quale ha assunto diversi nomi durante l’evoluzione della storia umana secondo il popolo, il tempo e il luogo in cui si è manifestato. Occorre pertanto dire che “DIO SU” è lo stesso Dio  creatore manifestatosi nelle diverse religioni attraverso le divinità o i messaggeri della terza gerarchia spirituale, cioè: “Angeli, Arcangeli e Archai”.

52      Il Maestro Kōō  Okada è nato a Shibuya, Tokyo, nel 1947 ed è un grande artista calligrafo: ha vinto numerosi premi e le sue opere sono state esposte ampiamente in Giappone e a livello internazionale con lo pseudonimo di Tairiku Teshima. Nel 2016 ha ricevuto il premio di encomio del Ministero degli Esteri giapponese per aver promosso lo scambio culturale attraverso la calligrafia tra il Giappone e l’estero (da un articolo di Ian Bushnell, sull’inaugurazione di una sua mostra di calligrafia giapponese moderna, al National Arboretum di Canberra il 13 Marzo 2019).

53    Nella comunità di Sûkyô  Mahikari i membri del primo corso elementare sono chiamati Yokoshi, mentre quelli del secondo corso medio e quelli del terzo corso superiore sono chiamati Kami kumite.

54    La Croce ansata , o Ankh,  ebbe una notevole importanza nell’antico Egitto come simbolo che ricordava il dono della vita e anche l’immortalità. Il termine ankh significa “vita “ o anche “ chiave di Iside” o “chiave dei grandi misteri” e in genere questo significato acquista un indiscutibile potere magico ed è sintomatico che i sacerdoti egizi in certi bassorilievi siano raffigurati nell’atto di donare con l’Ankh l’energia vitale capace di concedere l’immortalità ai defunti. Per questo la Croce Ansata ha un valore talismanico di indubbio valore. L’ansa superiore, di forma circolare o ovale, possiamo assimilarla all’ouroboros (serpente che si morde la coda = eterna ciclicità della vita). La Croce a forma di T è invece la condizione della morte (lo stato di trance nel quale gli eletti vengono a trovarsi prima di arrivare ai Grandi Misteri).
Nei tempi antichi veniva applicata nel punto del terzo occhio ai re e ai sacerdoti in segno di elevazione spirituale (da Visione Alchemica).

55    Il Tau è l’ultima lettera dell’alfabeto ebraico e ha un forte valore simbolico e religioso. Il suo significato e legato all’amore di Dio per gli uomini e alla loro salvezza, ovvero il compimento della parola di Dio. La sua storia ha origini antichissime e si ritrova anche nel libro di Ezechiele (EZ. 9,4) in cui si narra che Dio inviò il suo angelo a Gerusalemme con lo scopo di imprimere il Tau sulla fronte degli oppressi. Infatti, rappresenta un simbolo di redenzione e salvezza, poiché rimanendo fedeli a Dio egli riconoscerà il popolo eletto proprio tramite questo simbolo. I cristiani adottarono questo simbolo sia perché somigliante alla croce del Cristo sia perché gli diedero un significato profetico simile a quello dell’Omega intesa come fine per poi rinascere. Il Tau è un potente segno della devozione a Dio e di protezione contro le forze del male. In esso è racchiusa tutta la forza salvatrice e di una profonda spiritualità che nel cristianesimo si traduce nella vita, negli insegnamenti e nella crocifissione del Cristo. Definita come il sigillo del Dio vivente dagli esoteristi, rappresenta una lettera magica e mistica che racchiude non solo il mistero del Graal ma rappresenta anche il mezzo per l’accesso al mondo spirituale. Nell’antico Egitto era conosciuta come Ankh, la croce della vita e della morte, donata loro dal dio della conoscenza Thot (Dalla pagina di Miti e Misteri).

56      L’urobòro (chiamato anche uroburo o uroboros o, ouroboros), è un simbolo rappresentante un serpente o un drago che si morde la coda, formando un cerchio senza inizio né fine. Simbolo molto antico, presente in molti popoli e in diverse epoche apparentemente immobile, ma in eterno movimento, rappresenta il potere che divora e rigenera sé stesso, l’energia universale che si consuma e si rinnova di continuo, la natura ciclica delle cose, che ricominciano dall’inizio dopo aver raggiunto la propria fine. Simboleggia quindi l’unità, la totalità del mondo, l’infinito, l’eternità, il tempo ciclico, l’eterno ritorno, l’immortalità e la perfezione (Da Wikipedia l’Enciclopedia libera).

57     Al di sopra dell’io inferiore e all’Io superiore, Rudolf Steiner ci svela l’esistenza di un “Io” ancora più superiore che possiamo definire un Entità superspirituale il quale, è il vero nocciolo di tutto l’essere umano e che la Scienza antroposofica chiama, “vero Io o Scintilla divina”. Rudolf Steiner menziona pochissime volte questa parte costitutiva umana, difatti ne parla soltanto in una conferenza tenuta a Bologna e in alcune pagine del libro “Sulla Via Dell’Iniziazione”, dove alla fine sintetizza il concetto del vero Io in questo modo: «L’uomo porta in sé un “vero Io” che appartiene a un mondo sopraspirituale. Nel mondo dei sensi [fisico] questo “vero Io” è come nascosto dalle esperienze del pensare, del sentire e del volere. Perfino ancora nel mondo spirituale l’uomo acquista coscienza di questo “vero Io” soltanto estirpando in sé i ricordi di quanto può sperimentare mediante il suo pensare, sentire e volere».  (Sulla via dell’Iniziazione O.O. n.12 – La soglia del mondo spirituale, pag. 190 -194).

58     È alquanto complesso dare una esatta definizione della Personalità umana, in quanto che operano alla formazione del nuovo uomo terreno diverse correnti animiche-spirituali, quali: la coscienza, il carattere ereditario, il karma soggettivo della vita passata, l’educazione morale familiare, la comunità in cui vive, il Doppio umano quale residuo imperfetto delle vite passate, e infine l’io terreno  quale sintesi di tutte le vite vissute sulla Terra. Possiamo pertanto dare una definizione (per quanto in una nota ci è possibile esprimere), dicendo che la Personalità umana è una manifestazione dell’Io quale riflesso dell’Individualità umana superiore sul piano astrale inferiore umano, dove appare come riflesso di un Entità autonoma e libera in grado di pensare, sentire e volere, la quale a sua volta  si  manifesta sul piano fisico terreno come coscienza dell’io o Personalità umana. Per meglio dire, è la nostra Individualità o Ego imperituro superiore che si incarna e si riveste di una nuova Personalità umana ad ogni nuova nascita di cui abbraccia tutte le caratteristiche contenenti la psiche, la memoria e la mente umana di ogni vita fisica; ovverosia è l’ego o sé perituro inferiore cui dopo la morte resta un estratto della esperienza terrena, accolto e inglobato  nell’Anima superiore dove nella prossima incarnazione formerà una nuova Personalità umana più evoluta.

59   Kotodama o Kototama ( lett. “spirito della parola”) si riferisce alla credenza giapponese secondo la quale poteri mistici risiedono nelle parole e nei nomi. Alcune possibili traduzioni italiane sono “anima del linguaggio”, “spirito del linguaggio”, “potere del linguaggio”, “parola potente”, “parola magica” e “suono sacro”. Il concetto di kotodama presuppone che i suoni possano influire magicamente sugli oggetti e che l’utilizzo di questa parola rituale possa ripercuotersi su ambiente circostante, corpo, mente e anima. La parola kotodama deriva dall’unione di koto “parola, discorso” e tama  “spirito, anima” che viene sonorizzato in dama. Al contrario, la pronuncia kototama si riferisce in particolare al kototamagaku ( “studio del kotodama”), che fu reso popolare da Onisaburō Deguchi  nella religione di Oomoto. In questo campo si considera la fonologia giapponese gojūon come base mistica di parole e significati, similmente alla Cabala ebraica (da Wikipedia, l’enciclopedia universale).

Il Paraclito, i grandi Bodhisattva e il Bosatsu dell’Oriente XVI

Immagine rappresentativa della luce divina

« Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell’uomo venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e gloria.

Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo.  Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell’arca,  e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio dell’uomo … Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà.  

Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa.  Perciò anche voi state pronti, perché nell’ora che non immaginate, il Figlio dell’uomo verrà 24,30-44).

16.10. Il Bosatsu dell’Oriente X

Oltre alla preparazione di uomini che possano accogliere il Bodhisattva Maitreya nel futuro sesto periodo di cultura, occorre preparare anche degli uomini in grado di accogliere e riconoscere il secondo evento della venuta del “Figlio dell’uomo”, cioè il Cristo che deve venire di nuovo sulle “nuvole del cielo”. In realtà Rudolf Steiner ha già annunciato la venuta del Figlio dell’uomo nel XX secolo,  secondo ciò che gli evangelisti e in modo particolare il Vangelo di Matteo, annunciano la Sua seconda venuta sulle nuvole del cielo che, secondo l’esoterismo occidentale è indicato il piano astrale attraverso la Sua manifestazione nel corpo eterico; vale a dire che verrà con lo stesso corpo eterico con cui il Cristo Gesù salì nel mondo spirituale (Atti 1-11). Questa Sua manifestazione nel corpo eterico, sul piano astrale adiacente alla Terra è iniziata ad essere visibile per alcune anime più elevate, a partire dal 1930 in poi, e durerà per l’arco di tremila anni per tutto il resto dell’umanità; cioè, per tutti quegli uomini che si prepareranno in modo adeguato  ad accoglierlo secondo gli insegnamenti degli evangelisti, o secondo la conoscenza della Scienza dello Spirito o antroposofia. Pertanto, sia il compito dell’Antroposofia, sia quello della corrente religiosa di  Sûkyô  Mahikari, è  quello di preparare  degli uomini che siano in grado di riconoscere e accogliere queste due Entità spirituali superiori, giacché nel mondo astrale adiacente alla Terra si può facilmente confondere il Cristo eterico con la controimmagine eterica arimanica presente nel mondo elementare terrestre. Il compito di Rudolf Steiner e di conseguenza dell’Antroposofia, così come quello del Bosatsu dell’Oriente, il venerabile Maestro Sukuinuscisama o Kôtama Okada e della comunità religiosa di Sûkyô Mahikari, in tal senso convergono nell’operare spiritualmente a realizzare la volontà del Cristo, ossia alfine che la Terra diventi immagine dell’amore cosmico umano del Cristo o, il nuovo “paradiso in Terra”.

Da una parte abbiamo dunque  l’Antroposofia fondata da Rudolf Steiner, entro la quale operano uomini (maschi e femmine) più attivi nel pensare, anche se il lavoro spirituale su se stessi è armonizzare le tre facoltà dell’anima, cioè: pensare, sentire e volere. Pertanto, il loro pensiero attivo prometeico, possiamo relazionarlo alla corrente “cainita o dei magi” secondo il vangelo di Matteo, giacché lavorano coscientemente su se stessi allo sviluppo dell’anima cosciente.45 Mentre altri antroposofi iscritti alla prima classe della “Libera Università di Scienza dello Spirito”, percorrono un cammino più esoterico cui lavorano su se stessi tramite una via meditativa con i contenuti della Scienza dello Spirito e tramite le lezioni esoteriche della classe, alfine di sviluppare in parte il corpo astrale in Sé spirituale e di conseguenza l’unione con il loro Io superiore e con il vero Io del Cristo. Dall’altra abbiamo la comunità religiosa fondata dal Maestro Kôtama  Okada, entro la quale operano piuttosto uomini il cui pensiero passivo epimeteico possiamo relazionarlo alla corrente “abelita o dei pastori” secondo il vangelo di Luca. Essi si avvicinano a questa corrente religiosa entro la quale operano forze magiche divine spirituali quale principio purificatore dell’anima umana, tramite cui ogni allievo dopo aver frequentato per tre giorni un corso di formazione spirituale e aver ricevuto un oggetto sacro da portare costantemente al collo notte e giorno, può a sua volta far fluire come terapeuta spirituale le forze purificatrici della luce divina a qualsiasi oggetto fisico, sia esso vegetale, animale o uomo. Lo scopo della purificazione spirituale, ossia di “Okiyome”46, è soccorrere l’umanità sofferente a causa dell’essersi allontanata dalla sua origine spirituale ed essere scesa troppo in basso negli attaccamenti del materialismo terreno, compromettendo e indebolendo il suo corpo eterico cui diviene sempre più debole, si dissecca, come le foglie morte degli alberi in autunno. Ciò ha fatto sì che potesse essere obnubilata dalle forze luciferiche e arimaniche e dalle forze asuriche del male che diventano sempre più forti insinuandosi sempre più nel mondo fisico e di conseguenza nell’io umano, causando nuovi impulsi di un razzismo strisciante e subdolo sottoforma di pregiudizi, spingendo l’io umano terreno sempre più in basso verso un egoismo sfrenato e quindi verso l’odio e il contrasto che, inesorabilmente porterà in quel lontano futuro del settimo periodo di cultura (circa ottomila anni) alla guerra di “tutti contro tutti”, come preannunciata da Rudolf Steiner. L’arte divina della purificazione attraverso la luce divina di Sûkyô Mahikari vuole perciò ridare vigore all’anima umana, vuole rafforzare i suoi arti costitutivi animici attraverso la pratica di Okiyome unendo in tal modo lo spirito umano allo spirito universale, cosicché prenda coscienza della sua origine divina ed essere salvati dalla catastrofe futura del settimo periodo di cultura “americano”(circa 5733-7893).47  La pratica di okiyome difatti, consiste nel praticare ogni giorno l’arte divina ricevendo particolarmente la luce divina al centro della fronte (P.8)48, in direzione del centro della testa dove è situata la ghiandola pineale, cui rappresenta la zona fisica centrale attraverso cui secondo Mahikari si manifesta l’anima principale dell’uomo. Possiamo quì pensare che si tratti secondo la  Scienza antroposofica dell’anima razionale o della ragione; mentre l’anima senziente è indicata come anima secondaria delle brame e dei desideri, ed è situata quattro dita al di sotto dell’ombelico (P.13), cui difatti l’Omitama, il ricettacolo della luce divina che viene consegnato dopo i tre giorni del corso elementare, occorrerà fare attenzione moralmente che non tocchi mai questa zona considerata impura.

Per quanto riguarda invece l’anima cosciente, cui la Scienza dello Spirito antroposofica a orientamento cristiana-rosicruciana, pone molta attenzione che il suo sviluppo avvenga nel modo giusto affinché non cada in balia di Lucifero e di Arimane o, addirittura degli Asura49, per cui è consigliabile che l’allievo antroposofo accolga in sé l’Impulso del Cristo, cautelandosi in tal modo anche dalle forze del male asuriche che vogliono distruggere l’io umano. Nel movimento spirituale giapponese, l’anima cosciente non è compresa nella costituzione quaternaria dell’uomo cui viene spiegata nel primo giorno del corso elementare alle persone che vogliono diventare membri della comunità religiosa, ma che comunque il suo sviluppo avviene per così dire in modo fortuito, inconsapevole, secondo gli insegnamenti del Maestro fondatore Sukuinuscisama, in quanto sono incoraggiati a compiere uno sforzo consapevole, nel mettere in pratica il “Sonen profondo”. Il Sonen o pensiero profondo, secondo la Scienza dello Spirito, è il pensiero positivo profondo cui è ispirato dal nostro Io superiore; ovvero, è quell’impulso profondo che a volte ispira e spinge l’uomo  a cercare moralmente la positività in ogni cosa, anche là dove possa assistere a degli eventi negativi che gli vengono incontro sia come eventi naturali che come effetti karmici delle sue azioni negative della vita passata. Agire dunque col giusto pensiero (Sonen profondo), vuol dire compiere coscientemente il bene morale verso gli altri in ogni nostra azione, così com’è insegnato dal Buddha Gautama nell’ottuplice sentiero, sia sul piano fisico che su quello mentale, indipendentemente dalle nostre simpatie o antipatie; ovverosia possiamo dire che quando l’uomo evoluto cristianizzato non si lascia più determinare dalle proprie brame o passioni, ma riesce a dominarle e a svilupparle in facoltà superiori, egli sviluppa e crea  in se stesso, il “Figlio dell’uomo”, ossia l’Anima cosciente. L’anima cosciente è per così dire la figlia che l’uomo deve far nascere in se stesso, dall’ampliarsi morale dell’anima razionale; è ciò che Rudolf Steiner in “Teosofia” (O.O. n. 9) rivela essere la quintessenza dell’anima umana, attraverso cui l’io umano esprime quella parte più essenziale di sé come pura essenza della volontà cui  l’io terreno o inferiore risvegliato, può autoconoscersi e afferrarsi come un essere autonomo e libero, congiunto a un essere a lui superiore o Io superiore divino. In pratica, è quella parte più profonda dell’anima umana attraverso cui l’io umano può afferrarsi e riconoscersi come un che di divino, ovverosia il dio nell’uomo.

Per una maggiore comprensione sulla conoscenza di questi aspetti animici-spirituali della costituzione umana occorre formarci in modo sintetico una giusta opinione secondo gli insegnamenti del Maestro fondatore Sukuinuscisama, cosicché possiamo farci un quadro rappresentativo più completo dell’Entità umana e completandolo  poi dopo, con la costituzione settemplice secondo la Scienza dello Spirito. Pertanto, per accedere agli insegnamenti di Mahikari occorre diventare prima un membro praticante della luce divina attraverso un corso elementare di formazione (iniziazione) della durata di tre giorni, dove sono spiegati diverse tematiche inerenti alla conoscenza del cosmo, della natura  umana e spirituale, ecc., cui alla fine possiamo decidere se diventare membri con l’accettare un oggetto sacro (Omitama), da portare costantemente addosso e togliendolo solo in casi particolari cui viene spiegato alla fine del corso.  Nei tre giorni del corso elementare, un membro insegnante formatosi dopo alcuni anni di tirocinio nel corso per insegnanti in Giappone, spiega i fondamenti essenziali spirituali e morali a cui attenersi durante la pratica di Okiyome. Inoltre, introduce gli ascoltatori (cui è consentito nei tre giorni del corso elementare solo prendere appunti senza fare domande), nelle diverse tematiche quali: l’Io umano e il culto agli  antenati, il principio del karma e della reincarnazione, il Kotodama della parola e … altro ancora. In modo particolare sono spiegati e accentuati i principi spirituali divini e umani concernente il mondo degli spiriti divini e della natura interiore umana, la quale è posseduta da uno spirito possessore, cioè il “Doppio”50 com’è conosciuto nella Scienza antroposofica, il quale è il responsabile di tutte le  malattie fisiche-psiche dell’uomo. Dopo aver ascoltato il corso elementare, per coloro che sono diventati membri inizia l’attività pratica e spirituale nella comunità del Dojo, cioè il luogo di pratica quotidiano della trasmissione della luce divina.  Qui è ubicato un altare dedicato a Dio creatore, (Dio Su, ossia il Cristo o l’Io Sono l’Io Sono), la cui presenza divina è data da un oggetto sacro chiamato “Goshintai” attraverso il quale emana la protezione e la diffusione della luce divina da parte di entità gerarchiche spirituali collegate ai venerabili fondatori e Maestri: Sukuinuscisama e Oscienuscisama (la figlia adottiva, Keisciu Okada). Secondo alcune parole apprese da un insegnamento di Oscienuscisama, possiamo pensare che la potenza spirituale dell’emanazione divina nel Dojo è proporzionata all’atteggiamento morale dei membri di Sûkyô Mahikari, i quali possono accentuare la luce divina attraverso un loro giusto Sonen armonico e morale, oppure offuscarlo tramite  pensieri e atteggiamenti negativi di contrasto o disarmonici tra i membri o, fra i responsabili dirigenti dell’organizzazione gerarchica di Sûkyô Mahikari. (16.10. Continua)

Collegno,   novembre  2023                                           Antonio  Coscia

Note  Antroposofiche

45  Vedi la nota (3) di “Il Paraclito, i gradi Bodhisattva e il Bosatsu dell’Oriente I, del primo articolo apparso nel blog “Pensieri Antroposofici dell’Anima”.

46     Okiyome  è la pratica quotidiana di purificazione cui ogni membro di Mahikari deve osservare di ricevere e innanzitutto trasmettere ogni giorno la luce divina in modo da compensare spontaneamente il suo karma negativo e in parte quello dei suoi antenati, offrendo il proprio servizio e la sua collaborazione al mondo spirituale alfine di essere utile agli altri, dimodoché l’umanità si risvegli spiritualmente e possa redimersi e realizzare la Volontà del Cristo (Dio Su) sulla Terra. La pratica di Okiyome si svolge generalmente nel Dojo tra due membri di Mahikari, oppure verso le persone che si recano al Dojo per ricevere la luce divina in modo da risolvere dei problemi spirituali personali di salute; non è richiesto alcun compenso per la pratica.

47    La Scienza dello Spirito ci rivela che l’uomo per arrivare alla sua meta deve attraversare sette stati di  coscienza  o “eoni” cosmici, conosciuti come: “Saturno, Sole, Luna, Terra, Giove, Venere e Vulcano”; i nomi dei pianeti, non sono attinenti ai nomi dei pianeti attuali del nostro sistema planetario,  questi ultimi indicano solo il confine fin dove si espandevano le sfere cosmiche antiche di Saturno, Sole e Luna.  Ogni stato di coscienza a sua volta si divide in sette stati di vita e ogni stato di vita in sette stati di forma; di cui però, ogni stato di forma dobbiamo suddividerlo in sette Epoche e ogni Epoca in sette stati di cultura.  Per cui volendo prendere in considerazione solo il nostro stato di coscienza o eone terrestre attuale, dobbiamo dire che la nostra Terra (inteso come sistema planetario attuale) ha attraversato tre stati o eoni cosmici di coscienza antichi, cioè: “Saturno, Sole e Luna”, ed è ora nella quarta incarnazione cosmica chiamata Terra.  Per capire dove siamo attualmente, prima di entrare nel quinto stato di coscienza di Giove, dobbiamo dire che abbiamo già attraversato tre stati di vita e tre stati di forma, cui attualmente la nostra Terra è nel quarto stato di vita chiamato minerale e nel quarto stato di forma che chiamiamo fisico. Per sintetizzare quest’evoluzione abbastanza complessa la quale ci porterebbe troppo lontano da una semplice nota, diciamo che la nostra Terra sta attraversando il quarto stato di vita e il quarto stato di forma, che a sua volta, ha attraversato  quattro Epoche e cioè: l’Epoca Polare, Iperborea, Lemurica e Atlantica che finì con una grande catastrofe. Attualmente siamo nella quinta Epoca Postatlantica, la quale deve passare attraverso sette periodi di cultura di cui ne abbiamo già attraversato quattro e cioè: “Paleo-Indiano, Paleo Persiano, Egizio-caldaico-ebraico, e il greco-romano”. Attualmente siamo nel quinto periodo di cultura anglo-germanico che avuto inizio nel 1413 e terminerà circa nel 3573. Dopodiché entreremo nello sviluppo del sesto periodo chiamato russo-moldavo che terminerà circa nel 5733, infine il settimo periodo di cultura chiamato americano che terminerà appunto con una catastrofe, circanel 7893.

48       Il corpo umano secondo gli insegnamenti di Mahikari, presenta 27 punti principali, i quali rappresentano dei punti in rapporto agli organi vitali umani e altri cui sono punti dove si accumulano maggiormente le tossine negative cui vengono purificate e sciolte attraverso la luce divina della trasmissione di Okiyome. Il punto centrale della fronte, cioè, il (P.8) è appunto il punto centrale cui si dà maggiore cura di purificare in quanto rappresenta l’anima umana attraverso cui è posseduta o possiamo dire che s’intromette nel suo pensare, sentire e volere il suo “Doppio”, facendo sì che l’uomo venga offuscato nel suo giudizio e agisca negativamente nei confronti degli altri.   Attraverso la trasmissione della luce divina all’anima principale, quest’essere può essere purificato dimodoché  l’io umano possa agire nei confronti degli altri col giusto giudizio e amore fraterno.  

49 Gli asura sono spiriti degli ostacoli appartenenti alla gerarchia delle Archai o spiriti della Personalità rimasti indietro nella prima incarnazione della nostra Terra o del nostro sistema solare, sull’antico Saturno. Il nostro sistema solare o possiamo anche dire il nostro Sole con tutti i suoi pianeti, nasce come pianeta tre eoni prima della nascita dell’eone terrestre, cioè all’inizio dello sviluppo del primo stato di coscienza cosmico in cui l’uomo, era un minerale costituito esclusivamente di calore, mentre la sua essenza divina spirituale riposava ancora nel grembo della Divinità creatrice. In quell’eone antico in cui tutto e tutti gli esseri, erano immersi nel calore, le Archai attraversavano il loro gradino umano di cui però, non tutti riuscirono a superarlo e salire al rango angelico, alcuni restarono indietro fino allo stato attuale terrestre. Pertanto, oggi abbiamo delle archai-uomo, rimasti indietro di ben quattro eoni! per cui sono, di fatto, dei terribili «maghi neri». Essi si fanno servi della più malefica Entità spirituale del nostro mondo planetario, ossia dello spirito solare dell’ostacolo chiamato «Sorat», che è definito dall’apocalista  Giovanni, l’anticristo  del Sole-Cristo com’è rivelato nell’Apocalisse, il cui numero d’uomo è 666. Il male aumenterà sempre più durante il procedere della nostra evoluzione umana e siccome questo spirito soratico non può entrare direttamente nella nostra evoluzione, egli lo fa attraverso le tre correnti dell’ostacolo, ossia: la corrente luciferica dal capo Lucifero (Diavolo), la corrente arimanica dal capo Arimane (Satana, o Mefistofele) e in modo particolare, da quella degli «Asura» o spiriti delle tenebre. L’unica protezione contro questi maghi neri, è la «forza morale» e l’impulso del Cristo, poiché occorrerà fare molta attenzione durante lo sviluppo della nostra anima cosciente a non lasciarci sedurre da questi spiriti malefici, in quanto tutto ciò che essi riusciranno a strappare dall’anima umana quale esperienza del nostro io terreno,  non potrà mai più essere recuperato; vale a dire che quella parte di esperienza umana che essi estirperanno dall’io terreno, non potrà mai più esserci restituita e ciò potrà comportare che alla fine dell’evoluzione terrestre, l’Io umano potrà evidenziare in sé una parte lesa non perfetta!

50     Il Doppio umano  o Doppelgänger  com’è conosciuto in tedesco, è un essere arimanico che poco prima di nascere s’inserisce nella parte subconscia della nostra anima dove agisce nel nostro corpo eterico influenzando i nostri pensieri in modo negativo; cioè, si manifesta quale parte negativa caratteriologica della nostra Personalità umana diversamente da quello di suo fratello luciferico che agisce invece, tramite i sentimenti negativi umani. Tutto ciò che non riusciamo a trasformare o perfezionare in ogni incarnazione quale nostra parte  caratteriale morale, è soggetta all’influenza  di questi due esseri dell’ostacolo, cosicché la nostra anima viene oscurandosi sempre più con non poche conseguenze sul piano fisico-mentale. Rudolf Steiner nel libro “Il Mistero del Doppio” O.O. 178 a pag. 54 scrive: «Le malattie che compaiono nell’uomo non per un danno esterno, ma in modo spontaneo, endogeno, non nascono dall’anima umana, bensì da questo essere. Egli [il Doppio arimanico], è il responsabile di tutte le malattie che sorgono spontaneamente dall’interno quali malattie organiche. E un suo fratello, non arimanico ma luciferico, è all’origine di tutte le patologie nevrasteniche o nevrotiche [psichiche], di tutte quelle malattie che in realtà non sono tali ma, come si dice comunemente, sono solo malattie dei nervi, isteriche e così via».

Il Paraclito, i grandi Bodhisattva e il Bosatsu dell’Oriente XV

Immagine rappresentativa del risveglio spirituale

«Voi esseri umani “Hito”, siete creature che in origine foste generate  da Dio …  Il vostro “Vero Io” è  veramente figlio di Dio …Dovete avvicinarvi a Dio un passo dopo l’altro; così facendo voi figli di Dio, potete riuscire a divinizzarvi. Questo però, viene stabilito nel mondo celeste da Dio Su [Cristo], il quale sceglie, decide e permette; agli esseri umani non è dato poterlo fare con le sole forze umane. Qualunque sia attualmente la vostra posizione sociale o il vostro lavoro, che siate ricchi o poveri, felici o infelici, tutto questo non è altro che una fase del tirocinio che è dato all’uomo [quale sviluppo ed elevazione spirituale dell’anima umana] … inoltre dovete prendere coscienza del “principio dell’equilibrio e della legge della reincarnazione” il cui effetto è la conseguenza delle azioni che voi stessi avete compiuto nel corso delle vostre incarnazioni terrene … Pertanto, avere degli stati d’animo di odio, di rancore, di invidia e di collera nei confronti degli altri, non fanno altro che rendervi sempre più infelici; per questo  essi vanno abbandonati  e superati con degli stati d’animo altruistici» (dal libro Goseighen, P27).   

15.10. Il Bosatsu dell’Oriente X V

Dopo essere passato attraverso la scuola del dolore tramite cui l’anima si ridesta dalla vita illusoria materiale e prende coscienza della sua vera essenza divina originaria, Yoshikazu Okada è pronto ora alla terza chiamata dal mondo spirituale per divenire l’involucro fisico quale strumento bodhisattvico della “voce divina”, attraverso cui può risvegliare l’umanità dormiente dalla maya arimanica. Il 27 febbraio del 1959 alle cinque del mattino Yoshikazu è risvegliato da uno stato quasi di premorte iniziatico dovuto a un’altissima febbre che lo aveva reso incosciente per diversi giorni, dove riceve dal mondo spirituale (in realtà è una voce divina interiore) la prima delle moltissime rivelazioni inerenti a un piano di salvezza dell’umanità che saranno poi pubblicate nel libro “Goseighen” in dotazione agli iniziati di Sûkyô Mahikari. Questa chiamata di Yoshikazu è simile all’esperienza dei profeti ebraici, i quali erano ispirati dalla “Bat-kol”, ossia la ”voce divina” che guidava l’antico popolo eletto da Jehovah-Michele42 attraverso i profeti in modo che non deviassero dalla retta via, cioè dalle leggi morali sinaiche che Mosè aveva ricevuto da Dio sul monte Sinai. Occorre però dire che secondo la Scienza dello Spirito, i profeti ebraici erano stati nelle loro vite precedenti degli altissimi iniziati nei diversi popoli sparsi per la Terra, e nell’epoca cui avvenne l’evento del Golgotha si trovarono insieme come apostoli scelti appositamente dal Cristo. Lo stesso dicasi per il profeta Mosè, che prima di essere scelto da Jahvè o Jehovah come strumento per liberare il popolo ebraico dalla schiavitù del faraone egiziano, era stato in vite precedenti un iniziato e discepolo di Zarathustra, dal quale ricevette durante la sua incarnazione in Egitto una copia del suo corpo eterico secondo la legge dell’economia spirituale43; inoltre, era stato iniziato nei misteri egizi e poi in quelli madianiti essendosi unito a Zippora la quarta figlia del saggio sacerdote madianita di nome Ietro, dopo la sua fuga dall’Egitto. Al contrario, Yoshikazu era un semplice laico con delle qualità medianiche cui possiamo presumere che le abbia maggiormente acquisite o, meglio, sviluppate secondo alcune informazioni prese dal web (world wide web), durante la sua permanenza nella corrente religiosa della “Sekai Kyūsei Kyō negli anni tra il 1947-53 che come citato, si avvicinò dopo la resa del Giappone e la perdita di tutti i suoi beni durante un bombardamento aereo da parte degli americani nel 1945. Che il fondatore di Sûkyô Mahikari sia stato un membro della corrente religiosa fondata da Mokichi Okada lo assicurano alcune testimonianze raccolte dal web, dove appunto si vede Yoshikazu Okada ritratto assieme ad altri dirigenti della Sekai Kyūsei Kyō, cui possiamo certamente asserire che egli aderì a questa corrente millenaristica dove accolse gli insegnamenti sulle pratiche magiche di rituali di guarigioni e purificazione dell’anima dal maestro  Mokichi Okada cui si definiva il nuovo messia ispirato da Dio, alfine di aiutare le sofferenze umane e restaurare un nuovo paradiso in Terra, similmente al compito cui sarà poi affidato a Kôtama  Okada.

Egli, per quanto ne sappiamo, non possedeva delle doti di chiaroveggenza in grado di distinguere l’essere bodhisattvico da cui era ispirato e al quale, sacrificherà più tardi, il suo involucro fisico-animico dopo essere passato attraverso un tirocinio spirituale per alcuni anni tramite la purificazione e trasformazione di una parte del suo corpo astrale in Sé spirituale. Vale a dire che alfine il Bodhisattva Maitreya quale essere umano superiore che si prepara a diventare il prossimo Buddha umano futuro e primo discepolo del Cristo, potesse incorporarsi nel suo corpo astrale superiore, fu necessario che Yoshikazu Okada fosse prima  preparato e purificato attraverso un tirocinio spirituale di perfezionamento, in modo da elevare la sua anima e il suo io umano a livello di Bosatsu. Ovverosia, nell’arco di cinque anni egli conseguì attraverso un tirocinio spirituale quel gradino iniziatico che lo elevò fino al Sé spirituale e di conseguenza all’unione col suo Io superiore; ciò è dimostrato da alcune foto in cui appare con una protuberanza molto pronunciata sulla fronte in direzione del chakra a due petali (Ajna) che, come citato  in un articolo precedente44, è in relazione alla veggenza immaginativa.  In questo modo  il Bodhisattva Maitreya poté col suo corpo astrale e col suo Io bodhisattvico incorporarsi e unirsi al  corpo astrale purificato e all’Io superiore di Yoshikazu Okada che, a quel punto, secondo la prima rivelazione ricevuta nel febbraio del 1959, gli fu dato il nome di Kôtama Okada, ossia “Globo di Luce”. Questo fatto viene evidenziato nel paragrafo 448 del libro Goseighen nell’articolo sopracitato cui vogliamo di nuovo riportare per una maggiore riflessione, dove appunto dice:

« Il vostro Maestro è il vostro Maestro, ma non è soltanto il vostro Maestro. Egli è, ora, il Maestro della vita eterna per tutta l’umanità in quanto Rappresentante di Dio in questo mondo fisico. Per questo motivo ho fatto sì che seguisse per cinque anni e che portasse a termine il tirocinio spirituale di “Bosatsu”. Pertanto, egli è giunto a non essere più soltanto il vostro Maestro: è l’anima alla quale sarà fatta svolgere, in quanto Maestro dell’umanità intera, la missione Sacra della costruzione di un mondo “nuovo”. L’ho fatto diventare il “Maestro  Salvatore” (Sukuinusci), il “Maestro che guida” verso la realizzazione del Meccanismo della discesa di Mirokù Messia (Dio Su) e verso la Civiltà radiosa della prossima era [il prossimo sesto periodo del Sé spirituale]» (Goseighen P.448, pag.506).

Come si può vedere dalle parole di questa rivelazione il Maestro Kôtama Okada è sottoposto da “Dio” (Mirokù Messia),a un tirocinio spirituale particolare  fino a che non avesse raggiunto il livello spirituale di Bosatsu in modo da essere uno strumento purificato e perfetto, affinché potesse manifestarsi in lui e attraverso di lui la “parola divina”, cioè il Mirokù, il futuro Buddha umano che deve venire. In realtà occorre quì ricordare che, se abbiamo seguito il tema dei Bodhisattva attraverso i diversi articoli pubblicati finora nel blog “Pensieri Antroposofici dell’Anima”, possiamo dire che chi ha tradotto questa rivelazione, pare abbia qualche difficoltà nella conoscenza spirituale alquanto complessa che si manifesta attraverso queste Entità bodhisattviche cosmiche divine e umane. Il traduttore del  Goseighen, in queste frasi sembra non distingua bene tra l’Entità bodhisattvica umana, cioè il Miroku Messia e “Dio Su” la parola creatrice, ovverosia l’Io Sono Io Sono. Il Miroku Messia, è un Bodhisattva che in occidente così come in oriente è considerato il successore del Buddha Gautama che fa parte della gerarchia umana, giacché non si è ancora elevato alla gerarchia angelica. Egli si incarna in ogni secolo incorporandosi in un uomo molto evoluto,  ma non scende mai a livello terreno in una incarnazione completa umana; pertanto, non può essere considerato un dio così come erroneamente è indicato nella parentesi tonda dal traduttore, paragonandolo appunto a “Dio Su”. Sergej O. Prokofieff, uno dei più elevati esoterista della corrente antroposofica fondata da  Rudolf Steiner, nel suo libro “Rudolf Steiner e la fondazione dei nuovi misteri” caratterizza questa sublime Entità bodhisattvica così:

«Un Bodhisattva è un essere di ordine cosmico che ha già superato i limiti dello sviluppo proprio dell’uomo; egli si avvicina già all’evoluzione dell’Angelo e si trova in una corrente evolutiva nella quale la sua coscienza arriva fino alla sfera del “Budhi” [ossia la sfera oltre il mondo stellare chiamato anche il mondo della Providenza]. In altri termini, un Bodhisattva sta in una fase di sviluppo che l’umanità raggiungerà, per via naturale soltanto su Giove» [vale a dire, nel prossimo eone del quinto stato di coscienza dell’evoluzione umana, chiamato dalla Scienza antroposofica “Giove”, ovvero ciò che nell’Apocalisse di Giovanni e detto “Gerusalemme Celeste”].  

Da questo possiamo capire che per l’esoterismo occidentale il Miroku Messia  è un uomo molto evoluto che ha già superato i limiti delle esperienze che un uomo può fare sulla nostra Terra, cionondimeno non può essere considerato una divinità angelica in quanto fa ancora parte della gerarchia umana. È un uomo particolarmente evoluto che lavora su se stesso in modo cosciente similmente a come fanno gli Angeli, ossia alla completa trasformazione del corpo astrale in Sé spirituale, cui nella Scienza antroposofica così come nel buddhismo, è conosciuto come il Bodhisattva Maitreya, vale a dire il successore del Buddha Gautama che fra circa tremila  anni dovrà scendere in una incarnazione umana completa, per realizzare la sua dottrina e completare il suo perfezionamento da Bodhisattva a Buddha. Pertanto, l’involucro umano in cui egli s’incorpora in ogni secolo durante la sua manifestazione sul piano fisico (in questo caso in Yoshikazu Okada), è considerato dalla Scienza antroposofica e secondo l’esoterismo occidentale, un uomo maggiormente evoluto per  la presenza in lui del nuovo Bodhisattva successore del Buddha. Per questo egli sarà in una futura incarnazione uno dei tanti discepoli che il Bodhisattva Maitreya ha incorporato in ogni secolo durante l’arco di cinquemila anni e che in primis saranno in grado di  accogliere in quel lontano futuro del sesto periodo chiamato nell’Apocalisse “Filadelfia”, il loro Maestro.    Quando il Bodhisattva Maitreya in quel lontano futuro scenderà sul piano fisico, dovrà  percorrere la via che Rudolf Steiner nel libro “Gerarchie Spirituali” indica come quella di “buddha  umano” (Pag. 112). Egli dovrà realizzare di conseguenza la dottrina che ha insegnato e divulgato nell’umanità nell’arco dei cinquemila anni, fino a giungere alla completa purificazione e trasformazione del corpo astrale in Sé Spirituale, ovverosia l’Illuminazione spirituale cui gli permetterà di elevarsi alla dignità celeste di nuovo Buddha umano e che diversamente dal Buddha Gautama, continuerà a incarnarsi sulla Terra come uno dei più alti discepoli e servitori del Cristo.

Inoltre, occorre dire che il significato del termine  “Messia”, nel mondo occidentale assume un significato diverso da quello che la corrente religiosa di Sûkyô Mahikari attribuisce sia al Mirokù che al fondatore Kôtama Okada cui sarà poi chiamato “Sukuinuscisama”. Il Messia che il mondo antico testamentario ebraico attendeva e che ancora attende tuttora, giacché i sacerdoti farisei non riconobbero in Gesù di Nazareth l’avvento del Messia tanto atteso e promesso dal profetismo ebraico antico, per il fatto che era un semplice figlio di un falegname e non secondo la tradizione ebraica la quale vuole che il Messia discenda da una generazione regale o sacerdotale, atteso soprattutto come speranza di un re ideale della stirpe di Davide che sia artefice di una restaurazione politica e religiosa d’Israele. Essi non compresero infatti, che la promessa che il Dio Yahveh o Jehovah fatta a Mosè sul Sinai (cui avrebbe tratto dal popolo ebraico un profeta pari a Lui stesso; Deuteronomio 18,15), si realizzava attraverso l’uomo di Nazareth. Il compito di Gesù di Nazareth, non era certamente  quello di liberare il popolo ebraico dal giogo romano del potere di Cesare, ma di redimere tutta l’umanità sottraendola piuttosto dal potere di Lucifero e di Arimane, affinché l’uomo potesse prendere coscienza della sua origine divina così che il paradiso perduto, possa essere restaurato sulla Terra attraverso il vero amore cosmico umano e la vera libertà umana quale espressione del Cristo.” A tal proposito uno dei compiti della comunità religiosa del movimento spirituale di Sûkyô Mahikari e della Scienza dello Spirito o antroposofia, è quello di preparare delle anime umane come semi di uomini futuri che siano in grado di preparare una comunità spirituale sulla base della vera fratellanza e dell’amore cosmico umano, per accogliere il Bodhisattva Maitreya nella sua discesa sul piano fisico per una completa incarnazione umana. La sua discesa  secondo la conoscenza orientale avverrà dopo circa 5670 anni dopo la nascita del Buddha storico (vale a dire un po’ oltre la metà della sesta Epoca Postatlantica, la quale inizierà nel 3573 e terminerà nel 5733) e sarà possibile solo se ci saranno uomini in grado di comprenderlo e dei genitori umani evoluti che, siano in grado di accoglierlo e preparare  la sua nascita  attraverso il grembo di una donna che possa resistere al suo fuoco bodhisattvico divino. (XV. Continua)

Collegno, ottobre 2023                                                                              Antonio   Coscia

Note   Antroposofiche

42    La divinità di Jehovah o Jahvè, appartiene alla gerarchia degli Spiriti della Forma o Elohim solari biblici (Potestà), i quali non possono intervenire direttamente nell’ambito della natura umana, essi si servono dei messaggeri o intermediari che appartengano alla terza gerarchia ossia gli Angeli, Arcangeli e Archai. In questo caso nel popolo ebraico si servono di un Arcangelo che è uno Spirito di popolo, uno tra i più potenti spiriti della terza gerarchia, ossia “Michele” che nel 1879 è salito al rango di Archai. Durante l’epoca storica del periodo ebraico, Egli era il “Volto di Jahvè o Jehovah” e agiva nell’anima umana di notte,  ispirando uomini a cui affidava una particolare missione. Oggi l’archè Michele è diventato il “Volto del Cristo” e opera di giorno nelle azioni umane, nella volontà umana colma di sacrificio e d’amore per gli altri.

43    Solitamente i corpi eterici e i corpi astrali umani, dopo la morte si espandono congiungendosi alla materia eterica o astrale, mentre l’Io umano trattiene per sé un loro estratto che rappresenta la parte essenziale dell’esperienza terrena. Esistono dei corpi eterici di uomini evoluti, di uomini evoluti che hanno dato una spinta all’evoluzione umana, i cui corpi eterici e astrali dopo la morte non si disciolgono nell’etere eterico o astrale, ma sono trattenuti dagli Dei i quali ne fanno diverse copie; a volte anche migliaia di copie che vengono inserite in uomini che si incarnano e che hanno una particolare missione da compiere sulla Terra. Così è facile che un uomo possa avere il suo corpo fisico, l’astrale e l’Io che sono il frutto della sua evoluzione umana terrena, me che il suo corpo eterico è appartenuto a un’altra anima.

44      Vedi l’articolo precedente: “Il Paraclito, i grandi Bodhisattva e il Bosatsu dell’Oriente XII”.