«Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio … e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo” … Allora Maria disse all’angelo: “Com’è possibile? Non conosco uomo”. Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio”» (Lc 1,30-35).
6. Il Cristo Gesù V
Come abbiamo visto dopo questa lunga digressione sul Cristo Gesù abbiamo potuto in parte farci un’opinione diversa da come a tutta prima viene presentato dagli evangelisti che ci presentano due versioni genealogiche diverse di Gesù di Nazareth. Abbiamo potuto apprendere dalla Scienza dello Spirito che dietro questa figura enigmatica umana-divina è nascosto velatamente il mistero dell’incarnazione del Cristo in un singolo esemplare umano molto particolare, cui è stato preparato fin dall’epoca abramitica dai misteri sacerdotali ebraici e dalla corrente essena creata un secolo prima della venuta del Cristo, dal maestro degli esseni Gesù di Pandira (120 – 90 circa a.C.). Il Maestro degli esseni aveva potuto formarla grazie alla sua fuga ad Alessandria d’Egitto col suo maestro dell’ordine dei farisei Rabbi Josua ben Perachia, i quali erano perseguitati dall’ordine dei Sadducei e da altre comunità misteriosofiche giudaiche. Là, Jeshu ben Pandira dopo la dipartita del suo maestro per Gerusalemme, Emil Bock20 nel suo libro “Cesari e Apostoli” scrive: «Jeshu ben Pandira rimase ancora parecchio tempo in Egitto; e fu allora che, fra le molteplici correnti dell’intensa vita ellenistica, egli venne a contatto con le cerchie dei Terapeuti e degli Esseni, per divenire poi il grande riformatore e lo spirituale realizzatore degli intenti di queste comunità messianiche. Il Talmud non contiene che accenni sparsi e indiretti all’attività spirituale di vasta portata che Jeshu ben Pandira esplicò in Egitto e, dopo il suo ritorno, anche in Palestina. Che si trattasse di una costruzione spirituale solidamente fondata e chiaramente ordinata, risulta dall’informazione che ebbe cinque discepoli: Mattai, Naki, Nezer, Buni e Toda» (ibidem pag. 195-196). Emil Bock continua dicendo: “… poco dopo il suo ritorno dall’Egitto venne ferocemente odiato e osteggiato dai Farisei che erano contrari a questi impulsi spirituali di queste correnti egizie che operavano attraverso oscure arti magiche contrari alla legge di Jahvè. Ciò faceva di lui un apostata e un falso maestro cercando con l’astuzia, un pretesto per condannarlo a morte alla vigilia della festa di Pasqua, dove prima lo lapidarono e poi dopo lo appesero alla croce nella località di Lidda, una città del distretto di Israele presso la costa del mediterraneo” (Ibidem).
La stessa cosa avvenne per i cinque discepoli che seguirono la sorte del Maestro esseno, i quali furono uccisi per le loro idee religiose che contrastavano il potere sacerdotale ebraico, di cui uno di essi Mattai, ebbe un discepolo di nome Matteo che diventerà poco dopo discepolo del Cristo, e che dopo i fatti del Golgotha, scrisse il “vangelo di Matteo” secondo la conoscenza essena. Un secondo discepolo di nome Nezer, ebbe il compito di formare la comunità essena di Nazareth dalla quale verrà poi dopo preparato il “Messia”, ossia Gesù di Nazareth, il “portatore” della coscienza dell’Io del Cristo. Rudolf Steiner al riguardo ci rivela che nessun uomo per quanto elevato esso sia, sarebbe in grado di sopportare in sé la coscienza divina del Cristo. Pertanto, qui va inteso che Gesù di Nazareth attraverso la morte e resurrezione nel terzo giorno di Pasqua, fu in grado di accogliere in sé una parte della coscienza dell’Io del Cristo, di conseguenza egli divenne durante i secoli dell’impulso della corrente cristiana, il Cristo Gesù; per cui non va assolutamente confuso, né col Maestro Gesù (Zarathustra), né tantomeno con il Cristo, l’Altissimo Dio solare, il secondo aspetto della Divinità Trina, il cui nome è l’Io Sono l’Io Sono. Come possiamo vedere la corrente essena ebbe una grande rilevanza per tutta la preparazione dei due bambini Gesù, alfine potessero di nuovo unirsi le due correnti menzionate, in un nuovo impulso messianico proveniente dall’ebraismo antico. Queste due correnti messianiche provengono da un’unica origine spirituale molto antica cui è menzionato nella Bibbia del vecchio Testamento, laddove si parla di Melchisedec re di Gerusalemme e sacerdote del Dio Altissimo Ēl Elyōn.21 Il quale incontra Abramo da cui riceve un decimo del bottino di guerra conquistato nella valle dei re e che inizia Abramo nei misteri del corpo fisico e del corpo eterico, dove nel capitolo 14 della Genesi, è detto che Melchisedec offre ad Abramo “pane e vino” (Gen14,18). Dal re-sacerdote di Gerusalemme, le due correnti spirituali presero vie diverse per ricongiungersi di nuovo circa mille anni dopo nel re-sacerdote Davide, dal quale furono di nuovo separate attraverso i suoi due figli Salomone e Nathan, per riunirsi infine di nuovo, circa mille anni dopo tramite i due bambini Gesù. Senza la riunione di queste due correnti messianiche, non sarebbe stato possibile al Cristo incarnarsi in un uomo comune, senza averlo immediatamente bruciato e polverizzato. Ciò che successe durante i tre anni cui abitò nel corpo fisico di Gesù di Nazareth, laddove nonostante che in quel corpo abitasse uno dei più alti iniziati terrestri, alla fine, nel giardino dei Getsemani ebbe bisogno dell’aiuto dell’Arcangelo Widar, l’Angelo guida liberato dal Buddha Gotama, alfine ripristinasse le forze del corpo eterico ormai consunte dal fuoco divino. Per sopportare il fuoco divino creatore occorreva un uomo particolare, un esemplare umano che avesse in sé la massima conoscenza dell’esperienza terrena, e la massima purezza dell’originario archetipo umano creato da Yahve-Elohim.
Per questo fu necessario preparare attraverso i misteri iniziatici ebraici, la nascita particolare di due bambini Gesù, che però avessero in comune la stessa discendenza messianica davidica. Per cui in uno di essi che proveniva dalla corrente regale salomonica s’incarnò l’uomo più evoluto della Terra che come sappiamo è Zarathustra, cui dopo gli eventi di Palestina divenne il Maestro Gesù. Nell’altro bambino, la cui discendenza proveniva dalla corrente sacerdotale natanica, s’incarnò invece un essere celeste, cui sappiamo che è l’entità sovrumana che era stata trattenuta indietro dagli Dei, ossia il puro archetipo spirituale umano separatosi dalla cellula madre del primo Adamo ancor prima che questi fosse oscurato dalle forze luciferiche e che nella conoscenza antroposofica, chiamiamo anima natanica o adamitica. Quest’anima era costituita della più pura sostanza spirituale, sia astrale e sia eterica, cui Rudolf Steiner la definisce a volte simile a un Angelo, e a volte simile a un Arcangelo, laddove in alcune conferenze è menzionato come già accennato, i suoi cinque sacrifici (vedi più avanti) in favore dell’umanità. Inoltre, era costituita da un puro Io umano che però come dire, era una sfera vuota, giacché non si era mai legato al fuoco terrestre nel ciclo delle incarnazioni terrene umane; per cui non aveva ancora nessuna esperienza terrena ma soltanto delle esperienze spirituali acquisite sul piano eterico durante la sua partecipazione nei luoghi di culto dei misteri antichi dei diversi popoli della Terra. Oggi egli non opera più nei luoghi di culto o dei misteri iniziatici di un singolo popolo ma, opera come nuovo archetipo spirituale di tutta l’umanità per cui dopo il quinto sacrificio compiuto nel XIX secolo come menzionato, avvolge il Cristo con il suo corpo astrale luminoso, mentre l’Arcangelo Widar avvolge il Cristo col corpo eterico; per cui se ci siamo compenetrati dell’Impulso del Cristo (vedi la nota 16) possiamo incontrarlo nel mondo astrale adiacente alla Terra, nella Sua manifestazione di luce eterica.
Pertanto ricollegandoci ora al vangelo di Luca, può esserci maggiormente più chiaro, che il bambino menzionato nel suo vangelo, nasce realmente nel mese di dicembre, così come negli antichi tempi quando la procreazione era gestita dagli Dei, cui facevano si che le unioni tra i maschi e le femmine avvenissero durante il solstizio di primavera, cosicché tutti i bambini nascevano a dicembre. Il bambino Gesù del vangelo di Matteo, nasce invece come rivelatoci da Rudolf Steiner nella quinta conferenza del “Vangelo di Luca” diversi mesi prima da genitori nativi di Betlemme più adulti. I quali, sono anch’essi discendenti della linea davidica e i cui nomi sono simili alla coppia nativa di Nazareth, cioè Giuseppe e Maria che generano il loro figlio Gesù secondo l’intervento dello Spirito Santo, ossia come per l’altra Maria di Nazareth tramite l’aiuto dei sacerdoti del Tempio. Nella conferenza tenuta a Basilea il 19 settembre del 1909, Rudolf Steiner spiega: “Le nascite dei due bambini Gesù avvennero a pochi mesi di distanza l’una dall’altra. Ma tanto il Gesù del vangelo di Luca che Giovanni Battista, nacquero più tardi della cosiddetta strage degli innocenti, la qual cosa non poté colpirli” (Ibidem, pag.87). Stando a quel che qui rivela Rudolf Steiner, dobbiamo collocare la nascita del bambino Gesù salomonico che è nato in casa dai genitori di Betlemme, alcuni mesi prima della nascita sia di Gesù del vangelo di Luca e sia di Giovanni Battista che secondo il calendario ebraico nasce nel mese di “Sivan” (maggio-giugno); mentre Gesù di Nazareth stando a quel che scrive Luca nel suo vangelo, nasce sei mesi dopo, cioè secondo il calendario ebraico nel mese di “Kislev” (novembre-dicembre). Ma se cosi fosse, sia Giovanni Battista sia Gesù di Nazareth, non sarebbero sopravvissuti all’editto del re Erode il Grande che fece uccidere tutti i bambini nati a Betlemme e nei dintorni del suo dominio, al disotto dei due anni. Difatti, sappiamo dal vangelo di Luca che i genitori di Gesù di Nazareth dopo la purificazione di Maria, dovuta alla legge della prescrizione del codice mosaico, fecero ritorno 40 giorni dopo a Nazareth. Quindi dobbiamo collocare la nascita del Gesù salomonico, almeno due anni prima della nascita di Giovanni Battista e due anni e sei mesi prima di Gesù di Nazareth, giacché questi nasce secondo Luca, sei mesi dopo il Battista. Dobbiamo quindi fissare la nascita del Gesù salomonico (Zarathustra), circa tre anni prima quella di Gesù di Nazareth; ossia in concomitanza della Stella dei Magi che, forse si trattò di una stella cometa o, della congiunzione di Saturno e Giove avvenuta (secondo alcune fonti contrastanti) tra settembre e dicembre del 7 a.C.; difficile a dirsi, in quanto anche i vangeli di Luca e Matteo non danno la certezza che gli eventi accaduti furono reali, visto che nessun storico di allora ne fa cenno. È un tema molto complesso cui riscontriamo degli errori che neanche Rudolf Steiner per quanto ne sappiamo, ha completamente svelato; forse egli non lo riteneva cosi importante come può sembrare a noi che vogliamo a tutti i costi delle risposte immediate, cui non sempre possiamo avere, ma, attendere che ci vengano date dai Maestri che possono leggerle dal mondo dell’akasha, quando è il momento giusto per conoscerle.
Il bambino Gesù natanico cui il Cristo aveva operato su di lui ancor prima della nascita, nasce dunque in un ostello di Betlemme da una giovane coppia di Nazareth chiamati Maria e Giuseppe discendenti della stirpe di Davide, dove s’incarna appunto per la prima volta, l’anima sorella di Adamo, l’essere celestiale dell’archetipo umano, colui che diventerà il portatore del Cristo, cioè il Cristo Gesù. Possiamo aggiungere che Egli è anche l’archetipo della fanciullezza, il figlio di Dio quale frammento del fuoco divino donato dagli Elohim solari e perfezionato dal Dio lunare Jehovah, cui festeggiamo a Natale al posto della nascita del Cristo, la cui ricorrenza era festeggiata il 6 gennaio dai primi cristiani fino al quarto secolo, come “Epifania del Signore”. La nascita del Cristo fu abolita a Roma da papa Liberio, nel 354 d.C. perché reputava fosse incomprensibile per il popolo romano, credere nella nascita mistica in cui l’Altissimo Dio solare potesse nascere in un uomo immergendolo nell’acqua del Giordano; era più semplice credere nella nascita del bambino divino Gesù, concepito da una vergine. Così venne festeggiato con l’andare del tempo sempre più il bambino divino Gesù, collocando la sua nascita il 25 dicembre al posto della festa del “Sole Invitto”, la festa pagana festeggiata dai romani in onore al ritorno della luce dopo il Solstizio d’inverno; mentre la festa della nascita del Cristo (Epifania) del 6 di gennaio, cominciò ad avere minor rilievo fino a sostituirla con l’epiteto di “Befana”. Cosicché l’umanità perse la nascita del Cristo cosmico come nascita battesimale, e accolse al suo posto la nascita virginale attraverso Maria del vangelo di Luca. Se abbiamo compreso ciò che ci rivela l’Antroposofia nei riguardi dei nuovi misteri cristiani, allora dovrebbe essere ovvio comprendere che festeggiare il “Natale” o preparare il “Presepe”, non dovrebbe offendere nessun pensiero né laico né religioso, in quanto che sono simboli universali che appartengono a tutta l’umanità. Essi ci additano a unirci con calore fraterno nel giorno del ricordo dell’archetipo della fanciullezza dell’umanità! L’archetipo di tutti gli uomini, l’anima Celeste adamitica che non subì la tentazione luciferica ma che grazie alla sua purezza, poté divenire l’unica coppa umana in grado di accogliere in sé il fuoco del Logos creatore per tre anni, attraverso l’immersione o Battesimo dell’acqua nel Giordano da parte di Giovanni il Battista. In tal modo il Cristo Gesù divenne l’ultimo Adamo, quale nuovo archetipo umano, cui l’umanità realizzerà nell’ultimo stato di coscienza che abbiamo chiamato “Vulcano”,
Tramite le diverse conferenze cristologiche tenute da Rudolf Steiner negli anni in cui il Bodhisattva era incorporato in lui, sappiamo che quest’anima adamitica pur non essendosi mai incarnata sulla Terra, ha sempre accompagnato spiritualmente l’uomo nella sua evoluzione storica-spirituale manifestandosi come citato, tramite il corpo eterico nei santuari dei misteri antichi dei diversi popoli dove venne percepita come Krishna, la guida di Arjuna nel mito indiano e come Apollo, nella cultura dei miti greci. Già fin dall’Epoca Lemurica essa intervenne dal “mondo della ragione” (la regione delle stelle fisse), facendosi compenetrare dal Cristo nel corpo astrale per aiutare l’umanità sofferente dovuto al dolore che gli procurava il disordine dei dodici organi di senso nel corpo fisico che andava allora formandosi. Un secondo intervento avvenne nell’Epoca Atlantica, dove dal “mondo Celeste” (la regione dei pianeti), l’anima natanica fu di nuovo compenetrata dal Cristo nel corpo eterico a causa del dolore provocato dal disordine degli organi vitali nel corpo eterico. Un terzo sacrificio che ella dovette affrontare, fu quando lei stessa dovette scendere nel mondo astrale inanimata dalla forza del Cristo, per ristabilire il disordine delle tre facoltà dell’uomo, cioè il pensare, il sentire e il volere nell’anima umana, a causa della separazione prima del Sole e poi della Terra e della Luna; per cui l’anima natanica sconfisse le forze luciferiche e arimaniche che avrebbero compromesso la giusta armonia nell’anima umana (Vedi O.O. 149). Il quarto sacrificio avvenne come sappiamo nell’ambito terrestre durante l’evento del Golgotha, dove il Cristo non solo salvò l’io terreno, ma anche il vero corpo fisico (Phantòma), il corpo eterico e l’astrale dell’uomo. Infine il quinto sacrificio cui abbiamo già accennato, fu a causa della sfera oscura creatasi nel mondo astrale adiacente alla Terra dal materialismo arimanico provocato da anime umane che dal XVI secolo fino al XIX secolo, attraversarono le porte della morte con pensieri strettamente materiali cui l’archetipo dell’umanità rischiò la morte per soffocamento spirituale. Il Cristo intervenne assumendo in Sé la sfera nera arimanica, salvando cosi l’anima natanica dal soffocamento e dalla morte spirituale della coscienza dell’Io del Cristo che aveva assunto in sé durante la resurrezione dell’evento del Golgotha. Il Cristo come menzionato, risvegliò l’anima natanica nel Sé spirituale, divenendo in tal modo l’involucro astrale luminoso del Cristo nel mondo astrale adiacente alla Terra, dov’è possibile incontrarlo nella Sua manifestazione eterica, grazie alla collaborazione dell’Arcangelo Widar. Saranno ancora necessari in futuro altri due sacrifici dell’anima natanica alfine che l’umanità possa raggiungere la sua meta divina e unirsi al Vero io del Cristo. ( VI. continua)
Collegno, dicembre 2021 Antonio Coscia
Note Antroposofiche
20 Emil Bock (Nato il 19 maggio 1895 a Barmen, morto il 6 dicembre 1959 a Stoccarda) è stato un antroposofo tedesco, scrittore, teologo e uno dei fondatori di The Christian Community. ~~ Nel 1914 iniziò uno studio delle lingue all’Università di Bonn. Tuttavia, lo stesso anno si arruolò come volontario nella prima guerra mondiale e fu inviato al fronte nelle Fiandre, dove fu ferito. Nel 1916 incontrò per la prima volta il teologo Friedrich Rittelmeyer dal 1918 studiò teologia protestante a Berlino e si laureò nel 1921. Lo stesso anno è stato uno dei fondatori della Comunità cristiana in Svizzera. Bock divenne presto il leader del seminario della comunità cristiana e, dopo la morte di Friedrich Rittelmeyer, divenne il leader della comunità nel 1938. Nel 1941, il regime nazista bandì la comunità cristiana a causa della sua presunta influenza “ebraica” e “massonica”, e Bock fu inviato al campo di concentramento di Welzheim lo stesso anno. Fu rilasciato dal campo di concentramento nel 1942, tuttavia, ma fu sotto sorveglianza per il resto della guerra. Dopo la guerra, Bock fu determinante nella ricostruzione della comunità. (Da Wikipedia, l’enciclopedia libera).
21 Ēl Elyōn è una divinità poco conosciuta nel mondo antico testamentario, Egli viene nominato in diverse parti nell’antico Testamento ma senza mai quella chiarezza che possiamo comprendere a quale gerarchia divina spirituale appartenesse. Certamente possiamo pensare che fosse una divinità pre-jahvetica esistente prima della religione ebraica nei diversi popoli semiti, la cui origine risale secondo la Scienza antroposofica, alla formazione della quinta razza bianca di Atlantide. Egli viene nominato nel capitolo 14,20 della Genesi, dove come menzionato, incontra Abramo al quale offre pane e vino (simboli del cristianesimo solare) in cambio di un decimo del suo bottino di guerra. In realtà in questo passo il cui significato è quello che possiamo intuire attraverso la Scienza antroposofica, è quello che Abramo quale patriarca e antico capostipite del popolo ebraico proveniente dalla corrente lunare dell’Eloah Jahvè, viene iniziato nella corrente solare del Dio Altissimo Ēl Elyōn o El-Eljon, dietro di cui si cela l’Altissimo Dio solare dell’Io Sono Io Sono, cioè il Cristo. Melchisedek è l’altissimo iniziato e discepolo del Cristo dei misteri solari dell’Oracolo del Sole di Atlantide dietro di cui si cela Noè, il Manu divino che dopo l’inabissamento del continente Atlantico, guida il popolo semita verso oriente da dove inizierà la nuova quinta Epoca Postatlantica con lo sviluppo di sette periodi di civiltà o di cultura, tra cui il popolo ebraico che farà parte dello sviluppo del terzo periodo egizio-caldaico. Per cui Abramo venne scelto e iniziato appunto dal Manu divino per la sua caratteristica peculiarità della ghiandola pineale come formatore del pensiero umano che quale capostipite possa formare attraverso i suoi discendenti, un popolo che prepari un corpo fisico e un corpo eterico adeguato alla venuta dell’Altissimo Dio solare, l’Io cosmico, che possa incarnarsi in uomo in modo da formare un archetipo umano per lo sviluppo della “coscienza dell’Io” in ogni uomo.