Il Maestro Gesù, Cristo Gesù e il Cristo XI

John Everett Millais, Gesù nella casa dei suoi genitori, 1850, Tate Gallery, Londra

Nel principio è la memoria. E la memoria continua a vivere,

e divina è la memoria, e la memoria è vita.

e questa vita è l’io dell’uomo, che nell’uomo fluisce.

Non egli solo, il Cristo in lui.

Quando egli ricorda la vita divina, è nella sua memoria il Cristo,

e irradiando vita della memoria il Cristo risplenderà

nelle immediate tenebre presenti.

Rudolf Steiner

11. L’Entità del Cristo V

Se abbiamo in parte compreso la complessa struttura animica-spirituale  di Gesù di Nazareth, non dobbiamo più meravigliarci che i Vangeli visti da un punto di vista della veridicità storica-biografica  appaiono così contraddittori tra loro e in modo particolare il Vangelo di Giovanni, il quale si differenzia del tutto dagli altri tre evangelisti  descrivendo la figura di Gesù come “Logos creatore” proveniente da un mondo che va oltre la percezione del raziocinio umano cui l’uomo normale non può comprendere, poiché incapace di elevare il suo intelletto oltre il mondo stellare,  fino al mondo della “Parola creatrice”. È questo un mondo situato oltre la sfera zodiacale delle stelle fisse, dove possono innalzarsi  solo quegl’iniziati che hanno sviluppato delle facoltà veggenti superiori cui possono elevarsi con il loro pensiero o coscienza chiaroveggente oltre la nostra terza dimensione planetaria, al di là del mondo stellare, dove inizia la dimensione astrale; le stelle difatti che vediamo, al loro centro non bruciano elio come erroneamente credono gli astronomi, ma sono costituite da un vuoto cosmico, un buco nero, il quale delimita l’universo fisico da quello astrale di cui è compenetrato. Giovanni l’evangelista aveva questa facoltà chiaroveggente superiore per il fatto che era stato iniziato dal Cristo, laddove nel suo Vangelo è descritto in modo velato la malattia di Lazzaro, il fratello di Marta e Maria di Betania, che dopo essere stato morto per tre giorni viene resuscitato dal Cristo. Lazzaro non è altro che Giovanni risorto dal Cristo, ossia il Cristo operò su di lui l’antico rituale iniziatico che avveniva di nascosto nel mistero del Tempio ebraico, dove l’iniziando veniva messo in una specie di bara dopo essere stato ipnotizzato dallo Ierofante che, come dire, estraeva la sua anima dal corpo fisico. In tal modo l’iniziando giaceva come morto per tre giorni sostenuto da dodici adepti che operavano in cerchio attorno alla bara, sostituendo con le loro forze spirituali il corpo eterico dell’iniziando che era quasi del tutto fuori dal corpo fisico (mentre la sua anima e l’Io umano andavano incontro al Cristo, lo Spirito del Sole), evitandogli in tal modo la morte certa. Alla fine dei tre giorni lo Ierofante richiamava l’anima alfine ritornasse nel suo corpo con le famose parole che il Cristo usò per richiamare Lazzaro, ossia: “Lazzaro vieni fuori!” (Talita Kum!), cui l’anima ritornava nel suo corpo illuminata dalla saggezza solare del Cristo. Nel Vangelo di Giovanni, l’autore concentra le sue facoltà ispirative e intuitive veggenti sul “Logos divino creatore” che tramite il Battesimo del Battista, compenetra l’anima di Gesù di Nazareth. Cioè Giovanni evidenzia il mistero cristiano dell’Io divino nella sua manifestazione più alta entro le forze più pure di un esemplare umano appositamente preparato dalle due correnti regale e sacerdotale, che operavano nei misteri antichi del mosaismo ebraico. Di cui egli ci dice che l’Altissimo Spirito del Sole conosciuto nell’antichità come Ēl Elyōn, cui è menzionato nel vecchio Testamento dal sacerdote di Gerusalemme Melchisedec (Genesi 14:18-20) e nella Scienza dello Spirito o antroposofia come l’Io Sono l’Io Sono, o anche come “Vero Io”,  ha vissuto in un uomo particolare  chiamato Gesù di Nazareth che non essendo stato riconosciuto come il messia tanto atteso dalle guide religiose ebraiche, fu messo a morte come un qualunque malfattore dal potere corrotto dei sacerdoti farisei e sadducei con l’aiuto dei romani, attraverso il supplizio ignominioso della croce. Egli evidenzia anche il mistero della morte e della resurrezione, dando così all’umanità la speranza della redenzione attraverso l’impulso del sacrificio divino, cui ogni uomo deve prenderne coscienza tramite la missione che il Cristo dà a Giovanni sotto la croce del Golgotha, quale conoscenza del mistero della Divina Sofia.

     Similmente i tre evangelisti Luca, Marco e Matteo descrivono con le loro forze immaginative veggenti, la biografia storica-spirituale delle quattro parti corporee, animiche e spirituali, di cui è costituito Gesù di Nazareth. Luca concentra le sue forze immaginative veggenti, sul corpo astrale (anima) e Io superiore di Gesù di Nazareth. Egli essendo stato discepolo di San Paolo che, come sappiamo, venne folgorato sulla via di Damasco dalla possente luce astrale dell’anima Adamitica o Natanica di cui erta avvolto il Cristo, descrive appunto grazie all’esperienza spirituale di Paolo, l’archetipo originario umano creato da Yahveh o Jehovah cioè Adamo, prima che questi venisse tentato da Lucifero. Soltanto Luca descrive le forze della compassione e del perdono che operano dal corpo astrale quando è purificato col fuoco dello Spirito Santo; difatti solo in Luca troviamo il perdono verso gli uomini che non “sanno quello che fanno”, cioè manca loro la coscienza morale del male che fanno e che ricadrà in loro stessi quale effetto della legge karmica. Per questo la biografia genealogica su Gesù di Nazareth non può che iniziare dalla madre Maria di Nazareth, alla quale egli dedica il suo “Magnificat” giacché rappresentante della più pura anima umana ebraica, prescelta già da giovinetta dai sacerdoti esseni alfine potesse incorporarsi in lei per la prima volta sul piano fisico, la divina Sofia; di cui si dirà che verrà adombrata dallo Spirito Santo da cui nascerà da lei, il “figlio di Dio”.  Difatti, Luca nel suo Vangelo ci indica che in Gesù di Nazareth è presente un puro corpo astrale (anima) e un Io umano che risalendo attraverso settantasette generazioni (3 volte 11) arriva fino ad Adamo e da questi a Dio. Questi due puri elementi adamitici costitutivi di Gesù erano stati protetti nel grembo divino della loggia solare, come già spiegato, i quali discendono per la prima volta sul piano fisico in un puro corpo umano senza peccato, diversamente dalla caduta dell’antico Adamo, la cui causa invece, fu il peccato originario ispirato da Lucifero. La discesa del nuovo Adamo fu dovuta invece dal grido di dolore in cui versava l’umanità a causa dell’egoismo e dalla trasgressione verso la legge morale di Yahveh, cui necessitava di nuovo l’intervento del Cristo tramite un nuovo sacrificio dell’anima angelica-arcangelica27 – come a volte è definita da Rudolf Steiner – alfine che l’umanità potesse essere salvata questa volta. direttamente dalla discesa dello stesso Dio solare nell’angusto corpo di un uomo, sul piano fisico. 

Marco non descrive la biografia genealogica di Gesù ma inizia subito col Battesimo di Giovanni, ponendo la sua attenzione attraverso il suo sguardo veggente-immaginativo sul corpo eterico del Cristo Gesù, il quale è costituito dalle pure forze eteriche originarie insite in Adamo prima che questi fosse oscurato dalle forze luciferiche e arimaniche, ossia le forze dei quattro eteri provenienti dai quattro stati di coscienza  o eoni cosmici dell’antico Saturno, Sole, Luna e Terra, di cui abbiamo già parlato, ossia l’etere di calore, l’etere di luce, l’etere chimico o del suono e l’etere di vita. Per cui, il corpo eterico di Gesù di Nazareth si presentava a Marco come un Sole, come il Dio persiano Ahura Mazdā, la cui aura luminosa divina si espandeva in tutto lo spazio terrestre della Palestina attraverso cui fluivano continuamente le forze delle dodici costellazioni dello Zodiaco, con le quali il Cristo sanava gli ammalati. Inoltre, Marco evidenzia nel capitolo quattordicesimo un giovane che segue Gesù da lontano, cui i soldati romani dopo il tradimento di Giuda e l’arresto di Gesù, cercano di prenderlo ma il giovane sfugge loro lasciando cadere il lenzuolo che lo ricopriva nelle loro mani (Mc 14,51-52). Il giovane sappiamo che è l’impulso giovanile che il  Cristo ha immesso con il Suo sacrificio salvifico nell’ambito terrestre, il quale restò nudo giacché i romani poterono prendere solo il corpo eterico che lo rivestiva; sta’ all’umanità attuale e futura  rivestirlo, in modo che possa essere di aiuto all’umanità nel superare  le prove e le catastrofi future; (vedi per maggiore approfondimento su questo blog: L’impulso del Cristo e l’impulso dell’uomo – Pensieri Antroposofici dell’Anima).

Infine, Matteo, che concentra le sue forze immaginative veggenti sul corpo fisico del Gesù salomonico entro il quale s’incarna il grande iniziato solare Zarathustra.  Essendo stato un adepto della corrente essena come già citato, descrive le forze generative ereditarie ebraiche che tramite il capostipite Abramo si sono evolute e perfezionate passando attraverso 42 generazioni fino al Gesù salomonico, quale rappresentante umano perfetto del popolo scelto da Dio, entro il quale s’incarna il grande iniziato solare Zarathustra. Come possiamo capire da quel che si è detto, i Vangeli possono essere contraddittori sul piano della veridicità storica, ma essi si completano quando sono compresi sul piano di una biografia storica-spirituale dalle forze chiaroveggenti, sui diversi piani dello Spirito. Dobbiamo ancora aggiungere che i quattro Vangeli rappresentavano nel mondo antico e per certi versi ancora oggi, quattro vie iniziatiche che ognuno può percorrere immergendosi nei contenuti dei Vangeli con calore, serietà e perseveranza, in modo da avvicinarsi e accogliere in sé l’Impulso del Cristo attraverso la conoscenza dell’intima natura umana-divina del Cristo Gesù, cui viene narrata dai vangeli.

A fronte di tutto quello che abbiamo detto finora, occorre dire che se per le figure storiche di Zarathustra e di Gesù di Nazareth, possiamo trovare delle prove negli annali di Tacito o in quelli di Giuseppe Flavio, anche se per una minoranza di storici sono solo dei miti, non si può di certo dire della stessa cosa sull’esistenza del Cristo che sia realmente vissuto in Palestina duemila anni fa. Non esiste alcunché e d’altronde non potrebbe esserci alcun documento storico che possa attestare la sua esistenza di aver vissuto per tre anni in un uomo e che sia stato crocifisso poi dopo, come un delinquente comune dai romani. Nessuno uomo compenetrato da un Dio (ammesso che ciò fosse possibile) può morire per colpa di altri, se non per la decisione della sua stessa volontà. L’esistenza del Cristo, del Dio solare che abbia vissuto sulla Terra in un corpo umano, può essere appurata solo dalla facoltà chiaroveggente in grado di leggere nella regione più alta della cronaca dell’Akasha, cioè nella regione del Budhi o mondo degli archetipi; ciò vuol dire che soltanto iniziati cristiani e discepoli del Cristo sono in grado nel nostro periodo storico, di leggere senza errori nella parte più alta dell’Akasha. Tra questi altissimi iniziati cristiani conosciuti dalla Scienza antroposofica come “Maestri di saggezza e dell’armonia dei sentimenti”, appartiene a questa cerchia di dodici altissimi iniziati e discepoli del Cristo, Rudolf Steiner il fondatore dell’Antroposofia, il quale è stato l’unico chiaroveggente del XIX-XX secolo, a parlare in modo esauriente per la comprensione degli uomini moderni dell’Entità del Cristo o meglio dell’Io Sono l’Io Sono. (XI. Continua)

Collegno,  febbraio  2023                                                           Antonio  Coscia

Note Antroposofiche

27     Rudolf Steiner, in alcune conferenze sui tre sacrifici o interventi a favore dell’umanità che durante i periodi lemurico e atlantico attraversava in modo caotico, per colpa di Lucifero e Arimane, lo sviluppo corporeo dei sensi e quello degli organi vitali del corpo eterico, chiama l’anima Natanica a volte Angelo, per il fatto che il suo puro corpo astrale è in una certa relazione col corpo astrale purificato o Sé Superiore degli Angeli. A volte invece lo menziona  come Arcangelo, per il fatto che il suo puro corpo eterico è in una certa relazione col corpo eterico purificato degli Arcangeli, ossia il Budhi o corpo Vitale.

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