Le Gerarchie Spirituali I

Michelangelo – Particolare della creazione degli astri e delle piante

«Soltanto i Serafini, possono contemplare Dio. Ovvero la sfera divina che per antonomasia è stata descritta dai veggenti cristiani:” Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo”, cioè la sfera della Trinità Divina Universale. Pertanto, sia l’ebraismo sia l’islamismo, così come  tutti i movimenti monoteistici che credono in un Dio unico, un Dio supremo, o la  Causa Prima auto-esistente, eterno, onnisciente e onnipotente, che chiamano Jahvè o Jehovah (Geova italianizzato) o Allah,  e che credono che Gesù Cristo sia il figlio di Jehovah, commettono l’errore di non conoscere le sfere spirituali entro le quali operano le gerarchie divine spirituali, gli esecutori del volere divino, ossia del vero e unico “Creatore Assoluto” di mondi”».

1.   La Trinità superiore e le nove intelligenze cosmiche divine

Nelle tradizioni religiose monoteiste dell’ebraismo, dell’islam e di alcuni movimenti separati dalla concezione cattolica-cristiana, Jahvè, Jehovah (Geova italianizzato) e Allah, sono considerati l’eterno Dio creatore e ordinatore dell’Universo. Essi vengono adorati universalmente e riconosciuti come la fonte ultima di “potere, saggezza e amore”, e sono descritti come “onnipotenti, onniscienti e onnipresenti”. Queste divinità sono considerate dalle religioni monoteiste (escluso il cristianesimo), il fondamento di tutto ciò che esiste, quelli che hanno dato inizio alla creazione; per cui sono considerati assoluti e non possono essere equiparati a nessun’altra divinità. Voler definire Dio con il nostro intelletto umano, quale strumento di pensiero astratto, va bene soltanto per comprendere il mondo e la natura delle cose di cui siamo attorniati. Tuttavia, è pressocché difficile farsi un’immagine veritiera della sua vera natura divina. Come può l’uomo farsi una giusta opinione sulla natura divina di Dio se non conosce nemmeno se stesso? La sua vera natura interiore umana, quale essere corporeo, animico e spirituale, resta tuttora per la teologia umana un mistero ancora da esplorare. La teologia attuale può farsi un concetto di Dio attraverso la manifestazione del creato, ma non può arrivare a concepire e definire la natura di Dio, come onnipotenza ecc., con il pensiero intellettuale astratto. La natura divina, essendo una pura realtà spirituale, può essere concepita solo attraverso un pensiero intellettuale veggente reale che possa elevarsi fino alla dimensione divina spirituale. Mosè ha potuto darci le bellissime immagini bibliche attraverso il suo pensiero veggente, cui poté vedere Dio da dietro, cioè tramite la visione di Dio attenuata, giacché lo splendore di luce divina lo avrebbe accecato similmente come avvenne per Paolo sulla via di Damasco. L’uomo attuale può cogliere un aspetto di Dio attraverso la manifestazione della sua creazione, percorrendo una via spirituale sperimentata da uomini che si sono evoluti a dei gradi superiori di coscienza. Essi sono in grado di elevarsi fino al mondo delle gerarchie divine-spirituali superiori e presentire attraverso la facoltà chiaroveggente, un mondo superiore a cui nessun uomo normale è dato conoscere. È un mondo spirituale superiore che è stato chiamato da altissimi uomini chiaroveggenti cristiani, come il mondo del “Vero Creatore di Mondi”, ovvero il mondo trinitario del “Padre Cosmico Universale” o Assoluto. L’uomo può sviluppare una comprensione più profonda delle gerarchie divine spirituali e di Entità divine ancor più superiori che operano come messaggeri della Trinità Divina superiore.

Queste Entità divine elevatissime, cui ne daremo un accenno più avanti, hanno come collaboratori le entità gerarchiche inferiori della prima, e seconda gerarchia. Le Entità della seconda gerarchia, a loro volta ispirano i messaggeri divini della terza gerarchia e questi, infine, si manifestano e ispirano uomini evoluti terreni e che in Occidente sono conosciuti come “Maestri di saggezza”, mentre in Oriente sono chiamati “Bodhisattva”. Per intraprendere questo cammino spirituale, l’uomo deve aprirsi senza alcun pregiudizio alla conoscenza sulla natura divina ispirata e sperimentata da altissimi discepoli del Cristo, uomini iniziati nei misteri cristiani, i quali possono offrire questa conoscenza attraverso il pensiero spirituale veggente, libero dal condizionamento del cervello fisico.  Essi, infatti, possono pensare con il cervello eterico che permette loro di superare i limiti della nostra dimensione materiale o terza dimensione, e percepire altre dimensioni superiori dell’esistenza divina che vanno oltre i limiti delle stelle fisse e dei nostri sensi fisici umani. Entro queste dimensioni, essi percepiscono “Entità” di luce, così come i nostri occhi fisici percepiscono entità fisiche-umane. Sono noti come “Maestri di saggezza e dell’armonia dei sentimenti”(vedi tavola1)e appartengono a diverse classi di dodici Bodhisattva della “Loggia Bianca” terrestre. Si tratta di una cerchia di uomini evoluti che hanno già superato il limite dell’evoluzione normale umana e che al servizio del Cristo, operano costantemente per il bene dell’umanità.  Cinque di loro operano dal mondo spirituale e sette sono sempre presenti nel mondo fisico.  Essi ci portano a conoscenza di mondi superiori o dimensioni divine spirituali entro i quali operano come citato le nove gerarchie divine spirituali, quali esecutrici di un piano divino proveniente da mondi ancor più superiori, inaccessibili perfino al più alto chiaroveggente umano esistente sulla Terra. Soltanto i Serafini o Spiriti dell’Amore che fanno parte della prima gerarchia spirituale superiore, possono vedere Dio con il loro occhi spirituali e accogliere i “piani” per la creazione di mondi. Questi piani vengono ispirati alle Entità divine-spirituali della seconda gerarchia che, a loro volta, le ispirano alle Entità della terza gerarchia che le realizzano con la collaborazione degli uomini sul piano fisico.

Questa sfera, accessibile soltanto ai Serafini (vedi Tav. 1), è chiamata per antonomasia dai veggenti cristiani: “Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo”, ovvero la sfera della Trinità Divina Universale. Pertanto, sia l’ebraismo sia l’islamismo così come tutti i movimenti monoteistici che credono in un Dio unico, un Dio supremo, o la Causa Prima auto-esistente, eterno, onnisciente e onnipotente, che chiamano Jahvè o Jehovah (Geova italianizzato) o Allah, e che credono che Gesù Cristo sia il figlio di Jehovah, commettono l’errore di non conoscere le sfere spirituali entro le quali operano le gerarchie spirituali, gli esecutori del volere divino, ovvero del vero e unico “Creatore Assoluto” di mondi. Il compito delle gerarchie divine-spirituali, secondo la Scienza dello Spirito, è di essere gli esecutori e collaboratori dell’unica vera “Divinità Creatrice Universale”. Questa divinità Trina non è né Jehovah né Allah, come erroneamente insegnano le correnti religiose menzionate. Queste altissime entità gerarchiche appartengono alla seconda gerarchia spirituale, vale a dire, agli Elohim solari ebraici, o alle Exusiai secondo la terminologia greca, o agli Spiriti della Forma secondo la terminologia antroposofica. Per la divinità islamica Allah, occorre fare un chiarimento a parte che faremo più avanti, poiché è una divinità più complessa di Jehovah. Per certi versi è una divinità simile a Elohim-Jahvè, l’Eloah lunare o il Signore Dio che è menzionato nel secondo capitolo della Genesi (Genesi 2,4) quale creatore dell’uomo di terra, chiamato Adamo. Per cui, non possono essere equiparati all’Essere divino creatore assoluto, esistente al di là del mondo stellare e oltre il nostro Zodiaco, laddove non hanno accesso, poiché la loro coscienza divina non è abbastanza evoluta, essendo essi ancora legati alla coscienza planetaria.
Le Entità divine gerarchiche della seconda gerarchia tra cui Yahveh (Geova) e Allah, sono solo strumenti esecutivi attraverso cui realizzano il “disegno” della Divinità Trina superiore. Senza di esse, il Creatore non potrebbe scendere a livelli così inferiori dell’esistenza, sperimentandosi come essenza umana, quale massima espressione di espansione ed evoluzione della coscienza fino al confine del mondo finito, ovvero fino alla massima densità estrema della materia fisica. È come un respiro vitale eterno che va dal Creatore alla creatura e dalla creatura al Creatore, in un continuo espandersi e contrarsi cosmico simile al respiro umano (cioè, un Manvantara e un Pralaya cosmico, secondo la concezione della filosofia orientale), attraverso infiniti stati di coscienza. Per realizzare tutto ciò, Dio Padre si serve innanzitutto delle Entità della prima Gerarchia spirituale: Serafini, Cherubini e Troni, i quali sono come dire gli “architetti divini” ed esecutori della “Coscienza Divina”. Solo ai Serafini o Spiriti dell’Amore è dato perciò contemplare direttamente la Trinità Divina superiore, dalla quale ricevono direttamente gli “Ordini divini” per la creazione di mondi, che contemplano insieme ai loro subalterni, cioè i Cherubini o Spiriti dell’Armonia e i Troni o Spiriti della Volontà. I piani o ordini superiori vengono successivamente fatti conoscere, come dire, agli “ingegneri divini”, cioè alle Entità della seconda gerarchia, ossia agli Spiriti della Saggezza o Dominazioni (Kyriotetes), agli Spiriti del Movimento o Virtù (Dynameis) e agli Spiriti della Forma o Potestà (Elohim, Exusiai). Il tutto viene ora successivamente elaborato, per così dire, dai “geometra divini”, cioè dalle Entità della terza gerarchia: Archai o Spiriti del Tempo, Arcangeli o Spiriti del Fuoco e Angeli o Spiriti del Crepuscolo. La terza gerarchia ha quindi il compito di realizzare, sul piano fisico inferiore, con la collaborazione degli uomini, la Volontà divina attraverso stati di coscienza o eoni cosmici, tramite lunghi periodi di Epoche e di sotto epoche chiamate “Periodi di cultura”.1 (1. continua)

Collegno, febbraio 2024                                                           Antonio   Coscia

Note Antroposofiche

1       Secondo la scienza dello spirito, l’evoluzione dell’uomo avviene attraverso sette stati di coscienza chiamati: «Saturno, Sole, Luna, Terra, Giove, Venere e Vulcano» (vedi Tav.2).   . Questi sette stati di coscienza devono a loro volta attraversare altri sottostati molto complessi, chiamati: stati di vita, di forma, di Epoca e infine sottoepoche o periodi di cultura. Essendo un tema molto complicato vogliamo prendere in esame soltanto le Epoche e le sottoepoche o periodi di cultura. Possiamo dire che il quarto stato di coscienza cosmico o eone della Terra, deve attraversare sette stati di vita, di cui ognuno passa attraverso sette stati di forma. Ogni stato di forma a sua volta, deve attraversare sette Epoche e infine, ognuna attraversa sette periodi di cultura.  La Terra ha già attraversato quattro Epoche: «Polare, Iperborea, Lemurica e Atlantica». Attualmente dopo il “Diluvio Universale” siamo entrati nella quinta Epoca Postatlantica che ha già attraversato quattro periodi di cultura: «Paleo-Indiano, Paleo-Persiano, Egizio-caldaico-ebraico e il greco-romano che è terminato nel 1413.  Attualmente siamo dunque nella quinta Epoca Postatlantica e nel quinto periodo di cultura che finirà dopo circa 2160 anni, cioè nel 3573, dopodiché entreremo nel sesto periodo di cultura chiamato nell’Apocalisse: “Filadelfia”.

TAVOLA 1

TAVOLA 2

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